NBA Draft 2021: Jalen Green uno scorer nato

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Terminate le NBA Finals e con Team USA impegnato nelle Olimpiadi a Tokyo, tutta l’attenzione della Lega si sposta verso il Draft 2021 che andrà in scena nella notte italiana tra giovedì 29 e venerdì 30. Dopo aver analizzato la quasi sicura prima scelta assoluta ovvero Cade Cunningham e due altri probabili Top 5 come Jalen Suggs e Evan Mobley, proviamo a conoscere meglio Jalen Green, uno dei migliori talenti offensivi presenti nel Draft di quest’anno.

Jalen Green

NBA Comparison: Zach LaVine / Jordan Clarkson
Guardia di 196 cm per 82 kg, Green è stato il primo giocatore ad aderire al progetto voluto da Adam Silver di avere una franchigia della G-League, Ignite Team, formata da giovani giocatori che hanno preferito saltare l’università passando dall’high-school ai Pro direttamente. In stagione ha viaggiato a 17.9 punti tirando con il 46.1% al campo e dimostrando a tutti che il livello di talento offensivo è assolutamente 5 stelle. Un atletismo senza senso che ricorda un po’ Zach LaVine per la facilità con cui balza al ferro, ha delle mani davvero educate ma una selezione di tiro tutta da scoprire anche se l’aver giocato in GLeague, contro giocatori che l’NBA l’avevano già calcata, potrebbe fargli avere un briciolo di esperienza in più rispetto ad altri “avversari” per le primissime posizioni del Draft.

Punto di forza

Senza ombra di dubbio la prima cosa che balza all’occhio quando lo si vede sul parquet è la sua esplosività che gli permette di essere un tremendo schiacciatore ma anche di arrivare con grande facilità al ferro contro difesa schierata grazie a un primo passo bruciante e a una mobilità di prim’ordine. Questa esplosività abbinata alla velocità e alle accelerazioni lo rendono una merce rara e, in una NBA che guarda sempre di più alla fase offensiva, un giocatore che probabilmente in pochi potranno permettersi di passare. Il tiro, anche da tre punti, non è ancora troppo continuo ma parte già da una buona base e non può che migliorare.
Non fa tantissime cose in campo, ma se c’è da mettere la palla dentro al cesto quello lo fa benissimo e come pochi altri, anche al piano di sopra. Per questo le comparison lo mettono spesso vicino a Jordan Clarkson, altra guardia metà filippina e metà americana che con il pallone in mano diventa un rebus spesso impossibile da risolvere per le difese avversarie.

Punto debole

Il ragazzo è molto giovane e acerbo e di conseguenza la lista di “difetti” per l’alto livello a cui verrà scelto è abbastanza lunga: dal punto di vista offensivo la selezione di tiro è estremamente rivedibile e il gioco senza palla andrà per forza di cose implementato perché è difficile pensare che una squadra NBA possa affidargli sempre il pallone. I suoi limiti sono proprio quelli di attendere troppo di avere la palla in mano per rendersi pericoloso, tendenza che in NBA rischia di essere accentuata, e il fatto che perda più palloni di quanti assist produca, altro segnale che lo rende più uno scorer.
In difesa invece i problemi sono parecchi, perché il fisico è molto magro e va sotto spesso contro i pari ruolo in uno contro uno o se viene portato vicino al ferro, così come l’attenzione dal lato debole e a rimbalzo risultano deficitarie.

Ci vorrà un po’ di pazienza perché si tratta di un prospetto non già pronto ma sul quale provare a investire per il futuro, e se le cose dovessero andare bene, chi lo prenderà potrebbe aver fatto un grande affare.