NBA Draft 2021: lungo dal pacchetto completo, Evan Mobley è pronto ad esplodere?

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Ancora pochi giorni e il Draft 2021 andrà in scena portando con sé, come sempre, felicità, delusione, polemiche, scetticismo. Il 29 luglio al Barclays Center di Brooklyn il commissioner Adam Silver salirà sul palco e annuncerà le varie scelte delle squadre. Se con la prima scelta assoluta il candidato principale è Cade Cunningham, le scelte successive rimangono incerte e alla #2 potrebbe andare sia Jalen Suggs sia Evan Mobley, il miglior lungo dei giovani di quest’anno.

Evan Mobley

NBA Comparison: Chris Bosh / Anthony Davis
La prima cosa che stupisce di Evan Mobley quando lo si vede giocare è l’incredibile coordinazione nonostante un corpo di 210 cm d’altezza ma 230 cm di wingspan! Le braccia interminabili del ragazzo da USC gli permettono quindi di concludere tante azioni con delle pennellate morbide ma anche con una potenza che non ci si aspetterebbe da un giocatore così magro (93 kg è sicuramente uno degli aspetti da cambiare per poter competere in NBA). Lungo con il pacchetto completo ha fatto brillare gli occhi di tantissimi scout grazie a questa sua naturalezza e ai margini di miglioramento che ha a disposizione pur partendo da una base già piuttosto alta.
Nell’unica stagione ai Trojans in Pac-12 ha vinto tutto, venendo nominato freshman dell’anno, difensore dell’anno e giocatore dell’anno; oltre ad essere inserito nel All-Freshman Team, All-Defensive Team e first All-Team. Nelle 6 grandi Conference solamente un altro giocatore nella storia è riuscito a vincere tutti e tre i premi, nel 2012 tale Anthony Davis.

Punto di forza

Mobley ha già oggi un potenziale da élite sul pick and roll in quanto sa fare tutto: rollare velocemente al ferro per ricevere, uscire e tirare oppure uscire e attaccare dal palleggio, ricevere sullo short roll dove ha anche una discreta capacità di vedere il campo e passare la palla ai compagni. Vicino al ferro, nonostante il poco peso, è molto esplosivo e può concludere di potenza ma soprattutto ha un tocco eccellente con mani educate (il semi gancio destro è il suo pezzo forte); inoltre ha una grande attitudine ad andare a rimbalzo offensivo trovando molto spesso la palla che è una capacità difficile da insegnare.
Tutte cose che lo rendono il lungo più interessante del Draft anche in ottica futura.

In difesa, poi, Mobley dà il meglio di sé: può praticamente difendere su tutti grazie a un’agilità e ad una mobilità laterale spaventosa, unite a delle braccia che gli permettono di stoppare e toccare tutti i palloni. Sui cambi può difendere le guardie più piccole standogli dietro senza grossi problemi, oltre a essere un grande rim-protector.

Punto debole

La potenza e la quantità di muscoli è ovviamente una delle cose che andrà migliorata ma in NBA non è mai stato un problema corazzare un giocatore, questo sia per dargli maggiori possibilità contro i centri avversari più potenti (Embiid, Jokic) sia per permettergli di giocare in post basso con più aggressività e concludere al ferro in modo meno soft, parola che troppo spesso gli viene accostata. Dal punto di vista tecnico, invece, l’area da migliorare sarà sicuramente il tiro da 3 punti, diventato ormai imprescindibile anche per un 7 piedi: nella sua stagione da freshman ha convertito il 30% dei 40 tentativi da tre punti (e il 57.8% dal campo) ma questa mole di tiri (e la sicurezza con cui li prende) dovrà aumentare al piano di sopra perché possa diventare davvero una potenzialità. Anche ai liberi il 19enne può e deve migliorare (69.4% quest’anno) per far pagare alle difese la scelta di fargli fallo.

Il più grande dubbio su Mobley, però, è la sua attitudine e il suo amore per il basket. Spesso in campo infatti sembra insoddisfatto, svogliato, sconnesso dal resto della squadra. Una impressione il più delle volte che però in NBA rischia di fargli avere una cattiva nomea che poi è difficile togliersi.