Simmons-76ers una rottura che scuote l’NBA

0
599

Giocatori scontenti che hanno chiesto la trade, in NBA, ce ne sono sempre stati anche se negli ultimi anni la tendenza è andata crescendo coinvolgendo sempre più giocatori franchigia (Anthony Davis, James Harden e John Wall gli ultimi tre) , ma la situazione grottesca che si è venuta a creare ai Philadelphia 76ers con Ben Simmons è probabilmente unica nel suo caso, e rischia di creare un precedente pericoloso anche per l’intera Lega.
La frattura tra giocatore, società e compagni è definitiva e insanabile e tutto nasce dalle dichiarazioni di Embiid e coach Rivers successiva all’eliminazione di Phila agli ultimi playoff per mano degli Atlanta Hawks di Danilo Gallinari: parole nella conferenza stampa che Simmons ha interpretato come un attacco personale sentendosi come il capro espiatorio della sconfitta, e che non ha di certo gradito chiedendo di essere ceduto.

Cessione o stop stagionale

Il giocatore ha chiaramente detto e fatto capire che o verrà scambiato oppure è disposto a non partecipare a nessuna delle attività della franchigia, perdendo i soldi del suo ricchissimo nuovo contratto firmato (4 anni di contratto per 147 milioni di dollari complessivi) Dei 33 milioni che gli spettano nel 2021/22, un 25% è già stato incassato in estate, ma Phila ha scelto di non pagare l’ulteriore 25% l’1 ottobre, creando appunto un precedente e dichiarando di fatto guerra al giocatore. Rimanendo seduto, l’australiano perderebbe 227.000 dollari per ogni partita saltata fino alla 20esima di regular season, dopo la 21esima invece salirebbe a 300.000 dollari per ogni gara.

Cederlo però è tutt’altro che semplice perché oltre a un contratto lungo e ricco il “Fresh Prince” si porta appresso uno status da All-Star per le chiamate delle ultime stagioni ma che probabilmente non si rispecchia in campo, con evidenti problemi di collocazione offensiva e con difetti mai migliorati. A 26 anni l’ex LSU è un giocatore con un potenziale enorme ma con una parte totalmente inesplorata e che forse non si conoscerà mai, quella a tiro. La sua riluttanza a prendere tiri dall’arco pur avendo bisogno della palla in mano per creare (e per i compagni è veramente bravo a creare gioco) lo rende un problema per qualsiasi staff tecnico, perché sembra di avere in campo un centro/playmaker difficilissimo da accoppiare con gli altri 4.

Chi lo può prendere? Cavs, TWolves, Spurs?

Il presidente dei 76ers Daryl Morey ha provato a intavolare delle trade fin dal Draft 2021, chiedendo però la Luna e forse anche di più per cedere Simmons. Questo ha di fatto scoraggiato le poche squadre che avrebbero avuto lo spazio salariale per poterselo permettere e adesso, a poche settimane dall’inizio della stagione Phila è costretta ad abbassare il prezzo, ma con la ferma convinzione di non voler “regalare” o “svendere” quello che dopo Embiid è il loro più grande tesoro.
Arrivare a un’altra stella come Damian Lillard o Bradley Beal è assolutamente impossibile, ma il valore del giocatore è crollato talmente in basso che nemmeno arrivare a CJ McCollum o D’Angelo Russell sembra una posta percorribile.

Come detto Minnesota sembra riluttante a disfare la coppia di amici Towns-Russell senza averla praticamente vista mai insieme all’opera per vari problemi di infortuni, mentre i San Antonio Spurs non sembrano una società che mette tutte le sue scelte al Draft a disposizione per prendere un giocatore scontento (a cui si dovrebbero aggiungere almeno 1-2 giocatori come Murray, Johnson o Walker). Al momento l’unica squadra che potrebbe aver bisogno di una nuova ripartenza e di un giocatore franchigia potrebbero essere i Cleveland Cavaliers, che non sembrano totalmente soddisfatti di Collin Sexton (che sarebbe sicuramente la pedina di scambio principale) e pur di tornare sulla mappa NBA sarebbero disponibili anche a cedere parecchie scelte future al Draft. Simmons ai Cavs diventerebbe il leader tecnico e il volto della franchigia e potrebbero provare a creare qualcosa attorno a lui come i Milwaukee Bucks, freschi campioni NBA, hanno fatto con Giannis Antetokounmpo.

Scaricato anche da Embiid

Nei giorni scorsi The Athletic ha riportato che Ben avrebbe stoppato una “delegazione” con Embiid, Harris e Thybulle, pronta a volare in California per incontrarlo e provare a convincerlo a tornare, continuando così a mantenere congelati i rapporti (situazione che si protrae da maggio), una mossa che ha di fatto sancito la rottura totale con lo spogliatoio e che ha portato anche il centro camerunense a delle dichiarazioni che sanno di addio, in risposta ad alcune voci che avrebbero voluto Simmons scontento del fatto che a Phila si fosse costruita una squadra per agevolare Embiid a migliorare, “sacrificando” invece lui:

“È tutto molto deludente, al limite dell’irrispettoso nei confronti di tutti quei ragazzi che sono qui a combattere per le loro carriere e avrebbero bisogno di uno come lui ad aiutarli. Tutto è sempre stato costruito attorno alle sue necessità, anche quando abbiamo messo sotto contratto Al [Horford]. Ci siamo liberati di Jimmy Butler, mossa che io ritengo ancora fosse un errore, per essere sicuri che Simmons avesse il pallone tra le mani”.