La rivoluzione del basket fatta con gioia: spiega il professor Curry

0
1405

Una rivoluzione creata gradualmente, passo dopo passo, con grande scetticismo da parte di addetti ai lavori e fan. Forse per questo ancora più una gioia per lui: Steph Curry e i Golden State Warriors con il loro modo di giocare hanno letteralmente cambiato l’NBA e il basket, lanciandolo in una nuova era. Dario Costa nel libro “Steph Curry, gioia e rivoluzione” edito da 66thand2nd racconta la sua ascesa da bambino figlio di Dell presente a tutte le partite da bordo campo, a stella a sorpresa di Davidson, fino ad arrivare a essere recordman di tiri da tre punti segnati nella storia, 2 volte MVP, vincitore di Titoli NBA.

C’è un prima e un dopo Steph Curry nel basket perché dopo il suo avvento, o meglio dopo la sua consacrazione perché i primi anni in NBA non sono facili e i detrattori sono tantissimi, tante franchigie hanno cercato di emulare i Warriors, quasi sempre però senza riuscirci. Sia perché il loro gioco non è replicabile, fatto com’è di letture di alto livello e movimento di palla e uomini continuo, ma soprattutto perché non esiste un altro Curry. Al momento in NBA nonostante ormai i 35 anni sulle gambe nessuno infiamma il pubblico come lui: il suo modo di giocare pieno di gioia e vitalità, che a volte sconfina anche un po’ nell’autocompiacimento, fatto di triple da distanze impensabili per chiunque fa gioire tanto i tifosi dei Dubs quanto gli amanti del gioco. Le sue “sgasate” durante una partita sono ancora oggi incredibili nonostante siano state viste ormai da tantissimi anni.

Steph è e sarà ricordato come uno dei più grandi di questo gioco perché di Star ce ne sono state tante, di giocatori iconici alcuni, ma player capaci di rivoluzionare il gioco come ha fatto lui veramente pochi.

Il libro racconta nel dettaglio tutta la sua vita cestistica senza però tralasciare le parti importanti dello Steph fuori dal campo e dell’importanza che anche li è riuscito ad avere sulla comunità con le sue associazioni.
Una lettura estremamente consigliata per conoscere meglio un personaggio che per scelta non è troppo sotto i riflettori ma che in campo deve aver un riflettore solo per lui.