New York: località per vedere il basket e non solo

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Se c’è una meta che si rivela l’ideale per vedere il basket è New York: la capitale dell’American Dream, dove ogni sogno può avverarsi. La stagione va da ottobre fino ad aprile e vede al centro due squadre locali: i Brooklyn Nets di Brooklyn e i New York Knicks di Manhattan.

Non è indispensabile tifare per l’una o per l’altra, quello che è davvero bello è vivere almeno una volta nella vita l’esperienza dell’Nba New York, qualcosa che per un appassionato di basket è semplicemente il massimo e per cui vale la pena assicurarsi i biglietti.

La durata di una partita è tra le due ore e le 2 ore e 50 minuti, per i match più avvincenti in cui si va ai supplementari. Il tutto con l’atmosfera elettrica che caratterizza la città, in ogni sua espressione. Un’occasione inoltre per visitare la Grande Mela, andando per le vie che hanno fatto sognare il mondo intero.

Le squadre di basket di New York

Scopriamole insieme, allora, le squadre di basket di New York, ognuna con una sua storia e un modo di essere diverso, persino con un entourage di tifosi dalle caratteristiche differenti.

Brooklyn Nets: basket dal sapore rap

La storia dei Brooklyn Nets è tra le più interessanti del basket statunitense e per trovarne l’inizio dobbiamo andare indietro nel tempo fino al 1966: quando Arthur J. Brown decide con che è giunto il momento di dare voce l’Aba (American Basketball Association), portando un’altra anima di New York, con la scena fino a quel momento dominata dai soli Knicks.

I quali si oppongono, naturalmente, non dando il benestare all’arrivo dei nuovi performer. La questione viene risolta con facilità: la scelta della sede cade sul New Jersey. I tifosi però sono tanti e il ritorno nella metropoli è inevitabile.

La squadra si trasferisce a Commack, vicino a New York. È in questo momento che il nome subisce il cambiamento in Nets, traducibile come “canestri”. La svolta arriva nel 1973, insieme a Dr.J, ovvero Julius Erving, con la conquista di due titoli: quello del 1974 e quello del 1976.

Sempre nel 1976 avviene un cambiamento epocale nel basket statunitense: l’Aba si trasforma in Nba. I Nets, in grande spolvero nelle ultime stagioni, sono pronti a mettersi in mostra, ma i Knicks non ci stanno e fanno loro causa per aver varcato i confini dell’area metropolitana della città.

Le spese sono tante e il club è costretto a vendere il suo giocatore simbolo, Erving, che va ai Philadelphia, così da aver modo di risarcire i Knicks. Che però non si fermano e ottengono un ulteriore risarcimento.

I Nets tornano nel New Jersey, fino a quando ottengono stabilmente di poter stare a Brooklyn, dove giocano al Barclays Center: da qui il nome attuale.

L’uomo simbolo è per anni uno dei più discussi d’America, il rapper e producer Jay-Z, tra i detentori della franchigia. Con lui la squadra torna sugli allori, con star del calibro di Pierce e Garnett. Il proprietario attuale è il magnate di origine taiwanese Joseph Tsai, fondatore di Alibaba.

Un basket in versione giocosa e rap, quello dei Nets, nel momento in cui scriviamo al quarto posto in classifica e come ogni anno in lotta per il titolo.

New York Knicks: orgoglio aristocratico orange

I Knicks sono la squadra storica di New York e quella che presenta la quotazione più alta in borsa tra le compagini dell’Nba statunitense, per un valore di circa 4.6 miliardi di dollari, stando a uno studio di Forbes.

Il termine Knicks è l’abbreviativo di Knickerbockers ed è legato alla comunità olandese di stanza a New York. Vi offriamo a proposito una breve retrospettiva storica.

I primi coloni olandesi arrivano nell’area di Manhattan nel Seicento, acquistandola dalla tribù dei Lenape per una cifra irrisoria (circa 900 dollari) e insediandovi un’area commerciale ribattezzata come Nieuw Amsterdam, ovvero Nuova Amsterdam.

Circa cinquant’anni dopo cedono la parte della città agli inglesi, trasferendosi nell’isola di Run in Indonesia. È in questo momento che avviene il cambio di nome in New York, con dedica al Duca di York e Albany.

A rimanere intatto è il potere della comunità aristocratica olandese, capace di non perdere d’influenza nei secoli. Nel 1809 Washington Irving scrive un racconto che parte da una storia vera, quella dell’amico Herman Knickerbocker, l’ultimo discendente newyorchese del clan olandese: il protagonista ne mantiene il cognome.

Il successo del libro porta a pensare nella cultura della metropoli a Knickerbocker come sinonimo di aristocratico olandese, con tanto di pantaloni alla zuava. Che c’entra questa retrospettiva storica con i Knicks? Ci arriviamo subito.

Nel 1842 Cartwright fonda i New Knickerbockers, squadra di baseball che esordisce con una sconfitta. Nel 1946 il nome viene utilizzato per un altro sport, il basket, in seguito alla nascita dell’Aba, come abbiamo visto parlando dei Nets poi diventata Nba.

La sede è il Madison Square Garden, inizialmente dedicato all’hockey. Tutto il resto è storia, con le battaglie infinite, anche legali, tra Nets e Knicks, questi ultimi detentori di un modo di giocare forse un po’ aristocratico, ma che si riallaccia a un’identità precisa.

L’ultimo titolo del club di Manhattan risale al 1973. Nel momento in cui viene scritto questo articolo sono al numero 7 della classifica dell’Nba. Non abbiamo dubbi, sapranno far parlare di sé e continuare a tessere buoni affari.

Madison Square Garden: cornice d’eccezione per il basket

Ci sono luoghi capaci di emozionare al solo pronunciarne il nome. Tra questi troviamo il Madison Square Garden, noto anche come The Garden o semplicemente come MSG: lo stadio storico di New York, quello più antico.

La struttura attuale non è la stessa di quella delle origini, edificata nel 1879 in Madison Square. L’utilizzo principale era come circo. Demolita nel 1890, nello stesso posto è stato costruito un nuovo impianto.

Non finisce qui. Nel 1829 The Garden ha cambiato posto, posizionandosi tra la 50th Street e l’8th Avenue. L’impianto odierno è stato edificato nel 1969, sopra Pennsylvania Station. Ha una capienza di circa 20.000 persone e non è soltanto la sede storica dei Knicks.

Il MSG ospita anche le partite del club di hockey dei New York Rangers e ha fatto da cornice ai principali performer americani: tra i tanti Elvis Presley, Frank Sinatra, Michael Jackson e i Queen.

Infine, il Madison Square Garden è diventato un simbolo politico quando nel 2004 i Repubblicani di George W. Bush vi hanno tenuto la loro convenzione. Un luogo dalle molte identità e dalle mille anime, come soltanto quelli iconici sanno essere.

Non solo basket, a New York

Vedere una partita di basket a New York è un’occasione per avere una prospettiva sulla città e scoprire molto altro su di essa, andando nei suoi luoghi più iconici.

A cominciare proprio dal Madison Square Garden, naturalmente, per poi visitare Manhattan con le sue storie e i suoi monumenti iconici: dalla Statua della Libertà, passando per Central Park e arrivando fino a Ground Zero, soltanto per citarne alcuni.

Impossibile poi non passare dal Ponte di Brooklyn, che collega l’area esclusiva di Manhattan con quella di Brooklyn, meraviglioso con il suo panorama anche in notturna.

New York è una città che non si ferma mai e gli eventi sono davvero tanti, tra i teatri di Broadway, le stesse partite dell’Nba e le moltissime manifestazioni in programma. Ogni momento dell’anno è buono per visitarla, ancora di più quando si gioca a basket.