Myles Turner-Pacers: è giunto il momento del salto di qualità?

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Possono poche partite di inizio stagione cambiare la storia ed il destino di un giocatore? Assolutamente no. In un mondo come quello in cui ci troviamo adesso, dove i pareri cambiano velocemente e dove basta veramente poco per trovarsi nell’occhio del ciclone, poche partite possono però modificare l’andamento di un racconto, fino ad oggi, tristemente annunciato. Il racconto di cui parleremo oggi è quello riferito a Myles Turner, centro degli Indiana Pacers troppo frettolosamente ed erroneamente etichettato e, forse altrettanto rapidamente, esaltato per questo suo inizio di stagione. Come già affermato, in questo mondo così social dove i volti sono celati dietro a schermi di varie dimensioni, cambiare idea ed opinioni è più semplice del previsto ed un giocatore come Myles può passare in una manciata di settimane da essere “nè carne nè pesce” ad essere una pedina tanto fondamentale per la sua franchigia quanto perfetta per alcune contender.

In piena rivoluzione

Myles Christian Turner è un ragazzo del 1996 nato Bedfod, Texas ed approdato in NBA nel 2015 grazie all’undicesima chiamata al draft da parte degli Indiana Pacers. Sin dal primo anno ha messo in mostra le doti atletiche e tecniche evidenziate nel suo unico anno in NCAA con i Texas Longhorns, certificando la sua importanza sui due lati del campo, specialmente sotto i tabelloni. Turner, dall’alto dei suoi 211 centimetri, ha subito da giovanissimo il radicale cambiamento del gioco caratterizzato, per semplificare, da un’apertura massima degli spazi, dalla quasi totale abolizione del mid-range e dalla necessità di avere centri capaci di proteggere il ferro, attaccarlo con veemenza ma, allo stesso tempo, di saper difendere sul perimetro e di rappresentare una minaccia credibile dall’arco dei 3 punti.

Anche il lungo di Indiana, come tanti centri NBA si è messo  a lavorare su quei fondamentali necessari per convivere con questa nuova concezione del gioco. Abilità nel portare blocchi, lettura di spaziature e movimenti diversi, rilascio e velocità di piedi. Su tutto questo ha messo mano Turner e, anche grazie a questo lavoro, si sta sempre più affermando come centro completo e moderno. Prima di questo inizio di stagione però, a causa di prestazioni altalenanti e di un difficoltoso match-up con i lunghi più tosti della lega, il nome di Myles non è mai stato considerato dalle squadre più quotate alla ricerca di una figura da poter mettere a difesa del proprio tabellone.

Not in my house

Ecco, la difesa del tabellone. Se c’è una cosa che Turner fa meglio della stragrande maggioranza dei lunghi NBA è proprio difendere il ferro. E non ci limitiamo a ricordare i numeri (2.4 stoppate ad allacciata di scarpe) ma ci soffermiamo sull’intimidazione automatica che genera nella testa degli attaccanti. Per segnare in testa al centro di Indiana è necessario ricorrere ad ogni freccia posseduta in faretra perchè delle semplici penetrazioni o dei semplici jumper verrebbero spediti direttamente in tribuna. Gli attaccanti che sfidano Myles sono quindi costretti ad alzare le parabole, a forzare degli scarichi o a ricorrere a tiri a bassa percentuale favorendo inevitabilmente la difesa. Ah, giusto per rendere nota la cosa a chi non lo sapesse, Turner annulla ogni sera che mette piede in campo almeno 4 tiri avversari!

Torri gemelle ad Indianapolis

La svolta, molto probabilmente, coincide con l’esplosione di Domantas Sabonis e con l’inaspettata convivenza dei due giganti. I due infatti, a differenza di quello che si potesse pensare, specialmente in questa stagione riescono perfettamente a dividersi i compiti e gli spazi durante i minuti che stanno insieme sul parquet. Minuti che, rispetto allo scorso anno, sono sensibilmente aumentati permettendo ad Indiana di avere due torri molto tecniche e duttili da poter far coesistere contemporaneamente in campo. I numeri ci dicono infatti che i due si alternano, a seconda della fase del match e dell’avversario, tra chi deve occupare l’area e chi invece deve aprire gli spazi mettendosi dietro la linea da 3 punti. Ovviamente, l’abilità di Sabonis di saper leggere il gioco e di saper scaricare il pallone porta ad un conseguente maggior utilizzo del lituano lontano dal ferro ad inizio azione. Per quanto riguarda invece la convivenza difensiva i risultati sono ottimi contro squadre che hanno dei lunghi “classici” mentre le difficoltà si evidenziano maggiormente qualora la squadra avversaria abbia la possibilità di presentarsi con centri ed ali grande “moderni”.

Il momento per il grande salto?

La domanda che viene spontanea è la seguente: come mai il suo nome non è mai stato accostato seriamente ad una contender? Eppure avrebbe tutte le caratteristiche per soddisfare i bisogni di squadre blasonate come Celtics, Nets o Toronto in cerca proprio di un rim protector abile nel presidiare il pitturato coprendo le spalle ai talentuosi esterni. Anche a livello contrattuale Turner non andrebbe a pesare eccessivamente sul salary cap in quanto, i suoi 18 milioni annui fino al 2023 sono facilmente gestibili ed assorbibili (soprattutto considerando le pazze cifre che girano negli ultimi anni). Sicuramente queste prime settimane stanno mettendo in mostra uno dei migliori lunghi difensivi della lega con discrete capacità anche nella metà campo offensiva. Che sia questa la volta buona per convincere alcuni General Menager che Myles rappresenta la miglior scelta per colmare le lacune dei rispettivi roster in vista dei playoff? Quel che è certo è che, nonostante lo scetticismo estivo, i Pacers stanno scoprendo tutte le qualità e il valore del suo centro treccinato e, qualora sentissero bussare alla porta, le richieste per farlo partire non sarebbero sicuramente di poco conto.

Il tempo è dalla sua parte, è un ragazzo del 1996 con una discreta esperienza alle spalle ma con tanta strada ancora da compiere. Il lavoro fatto, le difficoltà incontrate durante la rivoluzione del gioco ed i continui miglioramenti che mette in mostra, ci portano a sperare che per Myles arrivi presto la grande chiamata così da poter misurare le sue abilità anche in squadre da titolo, anche con compagni di altissimo valore che, sicuramente, si sentirebbero al sicuro sapendo che a coprirgli le spalle ci pensa Turner.