Inizia il mercato NBA: Paul ai Suns, Holiday e Bogdanovic ai Bucks

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Lo stop forzato dal CoVid19 e la conseguente bolla di Orlando che ha fatto spostare in avanti il calendario della nuova stagione NBA ha portato degli ovvi cambiamenti anche sul mercato, sia per le trade che per la free agency. C’era grande attesa attorno all’apertura ufficiale delle contrattazioni ma era difficile aspettarsi un così alto numero di scambi, coinvolgendo un così vasto numero di giocatori, in così poche ore.
I General Manager però non hanno avuto molta pazienza e si sono mossi subito spostando anche nomi importanti che potrebbero far cambiare un po’ gli equilibri di Est e Ovest.

Chris Paul vola a Phoenix

L’interessamento dei Suns per Chris Paul aveva lasciato un po’ freddini all’inizio, visto che la maggior parte degli insider erano convinti che il giocatore avrebbe spinto per andare in una contender per giocarsi il titolo. CP3, però, lavorando con il suo agente insieme agli Oklahoma City Thunder ha accettato la sfida di andare a giocare ai Phoenix Suns diventando il nuovo mentore di Devin Booker e DeAndre Ayton e ritrovando in panchina Monty Williams, suo coach ai tempi dei New Orleans. Una decisione intrigante e l’ennesima sfida per la sua carriera, che però probabilmente gli toglierà la possibilità di vincere un Anello, a meno di un exploit incredibile della franchigia dell’Arizona.

I Thunder riescono così a liberarsi del pesante contratto di Paul (85 milioni in 2 anni) mettendo al centro del loro progetto per questa stagione l’esperienza di Ricky Rubio (2 anni di contratto a 35 milioni), che dovrebbe accoppiarsi bene con Gilgeous-Alexander, e il dinamismo di Kelly Oubre Jr. (1 anno a 14 milioni), oltre all’ennesima scelta al primo giro del Draft. Il rebuilding è ufficialmente iniziato a OKC e il GM Sam Presti ha dimostrato ancora una volta di avere le idee molto chiare.

Bucks all-in: arrivano Holiday e Bogdanovic

La dirigenza l’aveva promesso a Giannis Antetokounmpo e così è stato: Milwaukee stravolge il suo roster per cercare finalmente l’assalto al titolo della Eastern Conference, e per cercare di convincere il due volte MVP a firmare il super-max per legarsi alla franchigia anche nelle prossime stagioni.
Per farlo i Bucks hanno scelto di prendere la solidità di Jrue Holiday (51 mln in due anni con il secondo che è una player option) e le capacità offensive di Bogdan Bogdanovic (via sing-and-trade). Per il playmaker ai Pelicans sono stato ceduti Eric Bledsoe (35 mln per i prossimi due anni più un terzo anno da 19mln ma solamente 3.9 garantiti) e George Hill (9.5 mln quest’anno, 10 l’anno prossimo ma solamente 1.3 garantiti) due dei giocatori che avevano più deluso negli ultimi playoff, ma soprattutto 3 prime scelte future al Draft! NOLA, come OKC, diventa quindi la regina delle pick per il prossimo futuro con quelle accumulate anche per la trade Anthony Davis.

Sacramento invece scegli di tenere Buddy Hield liberandosi di Bogdanovic e ottenendo in cambio due giovani come Donte DiVincenzo e DJ Wilson oltre al contratto di Ersan Ilyasova (7 milioni non garantiti). Forse un po’ poco per il valore del giocatore serbo che a Milwaukee potrà diventare un altro attaccante pericoloso dall’arco da mettere vicino a Middleton.

Houston smobilita

Dopo le richieste di Westbrook e Harden gli Houston Rockets hanno deciso di smobilitare partendo da Robert Covington, arrivato lo scorso anno per fare il centro nel progetto tecnico voluto da Morey e D’Antoni. Il giocatore vola ai Trail Blazers che si liberano di Trevor Ariza, che già non si era presentato alla ripartenza della stagione nella bolla di Orlando e che era di fatto già fuori dalla franchigia. Portland prende così un 3&D che mancava dando profondità al roster (nei playoff si erano trovati spesso a giocare in 7, pagando lo sforzo quando contava).

Ma come detto Houston ha 2 problemi più grandi: James Harden ha rifiutato l’offerta di rinnovo da 50 milioni annui (primo giocatore della storia a riceverla) ha fatto capire di non voler restare e di volere solo i Brooklyn Nets, che però non hanno intenzione di privarsi di uno tra Durant e Irving per ingaggiarlo, e quindi le due parti al momento sarebbero distanti.
L’altro problema è Russell Westbrook che non sembra aver grande mercato e che rischia di diventare una pesante zavorra per il mercato e il rebuilding dei texani. Hornets, Pistons e Knicks sembrano essere le tre squadre più interessate a ingaggiarlo ma nessuno vuole svenarsi sapendo che la richiesta di trade fatta dal giocatore ha messo pressione sulla franchigia di Fertitta. Inoltre le tre squadre non sembrano avere neanche grandi asset da proporre a Houston e quindi anche qui lo scambio è in una fase di pesante stallo.