Tra conferme e addii, i Toronto Raptors vogliono continuare a stupire

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La stagione dei Toronto Raptors si è conclusa con una sconfitta in gara 7 dopo una infinita e spettacolare serie di Playoff contro i Boston Celtics, ma nonostante Lowry e compagni non siano riusciti a ripetere la strepitosa stagione dell’anno passato, conclusasi con la vittoria del primo titolo NBA, Toronto ha dimostrato di essere ancora competitiva anche dopo la partenza di Kawhi Leonard, confermandosi ai vertici della Eastern Conference e dell’intera Lega.

I Raptors si sono dimostrati infatti una squadra ostica, di carattere, molto preparata sotto il punto di vista tattico e anche con dei giocatori che hanno saputo spingersi oltre i loro limiti, migliorandosi costantemente. Adesso però, dopo aver stupito per due annate consecutive e per essersi confermati come una delle squadre più forti della NBA, è giunto il momento di pensare al futuro e di capire se questa striscia di risultati positivi a Toronto può ancora continuare.

Il rinnovo dei lunghi

La prossima stagione dei Raptors riprenderà tra dubbi e certezze. Molto incerto è infatti il futuro dei due lunghi, Marc Gasol e Serge Ibaka. Il primo partirà quasi sicuramente, la sua presenza nelle ultime partite giocate dai canadesi è stata sempre minore e così il suo impatto, quindi difficile che il GM Ujiri gli proporrà un nuovo contratto seppur a cifre più basse. Discorso diverso invece per il secondo, che è stato un pezzo decisivo all’interno delle rotazioni di coach Nurse e uno dei “nuovi” lunghi per caratteristiche che tutte le squadre NBA al momento cercano. La priorità non è il suo rinnovo in casa Raptors ma è indubbio che per mantenere intatto il core della squadra trattenere l’ex Thunder è uno dei passi fondamentali, anche se andrà capito a che prezzo. Siakam e Lowry infatti “pesano” sul salary per 60 milioni complessivi e il rinnovo a cifre molto alte di VanVleet è l’obiettivo principale della franchigia, quindi ovviamente per restare Ibaka dovrà accettare un contratto a numeri più bassi rispetto anche ad altre offerte che riceverà.

Kyle Lowry un punto fermo?

La leadership mostrata nelle ultime due stagioni, dopo che per anni insieme a DeRozan aveva pagato mancanza di costanza nei momenti decisivi, farebbe pensare che i Raptors cercheranno di fare di Kyle Lowry il loro punto fermo anche per la stagione 2020/2021. Il numero 7 dei Raptors è stato decisivo nella metà campo offensiva ma soprattutto in quella difensiva, subendo sfondamenti, gettandosi su qualsiasi palla vagante e lottando su ogni singolo possesso, diventando l’anima e il cuore dei Toronto Raptors. Ma Ujiri l’ha già dimostrato più volte che il suo focus è quella di migliorare la squadra, sempre, lasciando da parte sentimentalismi e riconoscenza. Ecco che quindi Lowry, che è al suo ultimo anno di contratto, potrebbe anche diventare una interessante pedina di scambio per Toronto per ringiovanire il roster e ottenere asset, scelte e allungare le rotazioni dando la squadra in mano a VanVleet (oltre a Siakam).

Il Coach Of the Year è il “Top player” della franchigia

Nick Nurse negli ultimi 2 anni ha dimostrato di essere un vero valore aggiunto per questa squadra, meritandosi oltre al premio Coach of the year anche il prolungamento del contratto. Dopo l’addio di Kawhi Leonard e la vittoria del Titolo si pensava che i Raptors potesse subire una flessione, invece il gioco e il sistema messo in piedi dal coach anche della nazionale canadese è riuscito a resistere ai cambi, pesanti, di roster dimostrando una solidità che pochissime altre squadre potevano contare.
Un gioco in cui nella metà campo offensiva i giocatori si muovono e si passano volentieri la palla, cercando di limitare gli isolamenti (alcuni di troppo per Siakam ad esempio hanno pesato parecchio nella sconfitta contro i Celtics); ma è nella metà campo difensiva che i canadesi hanno dato il meglio di loro, giocando con automatismi incredibili, rotazioni perfette, durezza mentale per non andare sotto contro nessuno.
Ujiri ha capito la bontà del lavoro svolto e ha blindato il suo miglior top player… o top coach.

VanVleet è il nodo decisivo della offseason

Fred VanVleet da semisconosciuto è diventato prima decisivo per la vittoria del titolo e poi necessario per la tipologia di gioco inserita da coach Nurse per far restare i Raptors ad alto livello. Masai Ujiri ha affermato che il rinnovo di VanVleet è la maggiore priorità per la dirigenza: la sua capacità di creare dei vantaggi, la sua abilità al tiro e la sua difesa arcigna, nonostante un fisico non di élite, hanno attirato l’interesse di molte franchigie NBA, le quali sembrano intenzionate a proporre all’ex Wichita State dei contratti molto ricchi. Knicks e Pistons infatti saranno due squadre che gli offriranno il massimo salariale per vederlo con la loro canotta, e per non perderlo è probabile che i Raptors dovranno presentargli un’offerta simile a quella firmata da Brogdon la scorsa estate con i Pacers, ovvero un quadriennale da 85 milioni di dollari complessivi.
La possibilità economica i canadesi ce l’hanno, sarà da capire se per avere maggior spazio di manovra decideranno di scambiare come detto Lowry, e da capire anche se Ujiri si fiderà del tutto di VanVleet legandosi a lui per tanti anni e tanti soldi. In NBA è capitato spesso infatti che un giocatore pagato poco e con poche responsabilità sia riuscito a rendere tanto, ma appena firmato il contratto più lungo e remunerativo e reso un punto fondamentale di una squadra abbia pagato lo scotto, deludendo.

Difficile che Toronto decida di stravolgere il proprio roster, puntando forte su Siakam, VanVleet, Anunoby, Powell e cercando poi di mettergli vicino dei veterani che sanno come si vince per cercare un altro assalto alla Eastern Conference. Attenzione però perché Ujiri ha già dimostrato di non aver paura di provare mosse che vanno contro il sentimento popolare e non aver paura di ricevere insulti e critiche per le sue scelte. Quindi qualche colpo di scena in stile Leonard-DeRozan è sempre all’orizzonte.