NBA Restart: un gioco completamente nuovo ma con qualche ritorno d’eccezione

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La NBA è finalmente tornata e con lo slogan “Whole New Game“, promosso dalla Lega in vista della ripartenza della stagione, è stato confermato il fatto che le partite che si stanno disputando nella bolla di Orlando sono qualcosa di completamente diverso rispetto a ciò che eravamo abituati ad assistere, ma non per questo la competitività tra le squadre, in particolar modo ai Playoff, sarà inferiore alle attese.

Le particolarità all’interno di questo nuovo format sono sicuramente molteplici, come la mancanza degli spettatori, la presenza di tutte le squadre in un unico luogo e un altro fattore molto importante è l’assenza di alcuni giocatori, causa CoVid o anche per altri motivi sempre legati all’emergenza sanitaria, la cui situazione negli Stati Uniti è ancora molto preoccupante. I roster delle franchigie sono stati infatti rivoluzionati, anche con il ritorno sulla scena di alcuni veterani, i quali vogliono dimostrare ancora il loro valore e anche dare un contributo importante e decisivo nelle franchigie di vertice, che puntano al titolo NBA.

La presenza in alcune squadre di questi giocatori potrebbe essere davvero determinante in una situazione eccezionale ed imprevedibile come questa, in cui gli equilibri che erano stati stabiliti alcuni mesi fa potrebbero essere completamente stravolti. In particolar modo le franchigie con molti giovani presenti a roster potrebbero avere necessità di leadership e di esperienza sia sul parquet di gioco che all’interno dello spogliatoio, in modo che la squadra possa raggiungere i propri obiettivi. Alcuni esempi di questo tipo sono quelli di Corey Brewer e di Anthony Tolliver, che hanno firmato un accordo fino al termine della stagione rispettivamente con i Sacramento Kings e con i Memphis Grizzlies. Entrambi sono dei veterani d’eccellenza, con ben 12 stagioni disputate nella Lega e soprattutto per aver militato in 8 franchigie diverse nel corso delle loro lunghe carriere. Sia per Memphis che per Sacramento l’obiettivo primario in questa ripartenza è raggiungere i tanto ambiti Playoff. Per i Kings la post-season rimane un traguardo molto difficile da centrare, mentre i Grizzlies, ottavi nella Western Conference, dovranno invece cercare di mantenere un buon distacco dalle inseguitrici, anche se le prime tre sconfitte nella bolla e l’infortunio di Jaren Jackson Jr stanno per complicare i piani della franchigia del Tennessee.

Una delle squadre che ha dovuto invece quasi completamente riorganizzare il proprio roster in vista della ripartenza NBA è stata Brooklyn, a causa delle numerose assenze dovute sia per gli infortuni sia per motivi personali, legati in particolar modo all’emergenza sanitaria. Kevin Durant e Kyrie Irving, le due stelle della franchigia, sarebbero stati sicuramente assenti all’interno della bolla di Orlando, mentre altri giocatori come Spencer Dinwiddie, DeAndre Jordan e Tauren Prince hanno rinunciato perché ancora in fase di recupero dal CoVid contratto. Gli innesti forzati effettuati quindi da parte dei Brooklyn Nets sono stati Jamal Crawford, che all’età di 40 anni, ieri al debutto, è diventato il giocatore più anziano della Lega dopo il recente ritiro di Vince Carter, Tyler Johnson, Justin Anderson, rimesso in extremis sotto contratto dalla franchigia, e infine l’ultimo arrivato è stato Lance Thomas, che ha occupato lo spazio lasciato vuoto da Micheal Beasley, che sarebbe dovuto essere un acquisto importante per Brooklyn, ma dopo la sua positività al CoVid è stato costretto a lasciare Disney World.

Oltre ai decimati Brooklyn Nets, le assenze in tutte le squadre della Lega sono state molto pesanti. Gli Wizards ad esempio, dovendo fare a meno della loro star Bradley Beal e anche di Davis Bertans, hanno ridotto drasticamente le loro già flebili speranze di giocare la post-season, Trevor Ariza è stata invece una importante defezione per i Portland Trail Blazers, che avrebbero necessitato di un giocatore di esperienza per la rincorsa ai Playoff, e infine un’ altra assenza rilevante è quella di Avery Bradley dei Los Angeles Lakers, guardia titolare nello starting five di coach Frank Vogel. I molti assenti sono stati comunque rimpiazzati nella bolla di Orlando: JR Smith è giunto a Disney World per dare una mano al suo amico Lebron nella conquista del titolo NBA, il camerunense Mbah a Moute è invece il rinforzo degli Houston Rockets, vista la decisione di Sefolosha di non partecipare alla ripresa, mentre per sostituire l’assente Trevor Ariza i Blazers hanno deciso di scommettere sul giovane talento di Jaylen Adams, proveniente dalla G-League.

Alcuni innesti però sono stati anche effettuati da squadre che non necessitavano per forza di migliorie o di rinforzi, i Clippers infatti, nelle settimane antecedenti alla ripartenza, hanno cercato di aggiungere profondità alla loro panchina. Uno dei principali arrivi nel roster di Doc Rivers è stato quello di Joakim Noah, un ritorno dell’ex miglior difensore della Lega quasi inaspettato da tutto il mondo Nba. Il lungo francese ex Bulls cercherà infatti di non sprecare assolutamente questa enorme opportunità, cercando di dimostrare di essere ancora un giocatore da NBA e di vincere magari anche il tanto agognato anello, a lungo inseguito nel corso della sua carriera.