Cremona in crescita nel segno di Saunders, e non solo

0
1816

Finalmente è tornata la Cremona che conoscevamo. E non tanto per aver inflitto la prima sconfitta stagionale alla capolista Virtus Bologna dell’ex Giampaolo Ricci, tenuta al minimo stagionale (66 punti rispetto agli 84 di media), quanto per la determinazione e l’aggressività mostrata su entrambi i lati del campo, nonostante le assenze di Diener e Mathews. Il dato emblematico, nonché la chiave della vittoria, sono i 55 rimbalzi catturati (20 in più rispetto agli avversari), di cui ben 25 in attacco. E anche se coach Sacchetti dice di aver ancora bisogno di conferme, è innegabile che i bianco-blu stiano crescendo partita dopo partita.

La crescita della squadra va di pari passo con quella dei suoi giocatori chiave. Delle scelte sbagliate in estate (il già tagliato Tiby su tutti, ma non solo lui), hanno obbligato Cremona a ridisegnare le gerarchie, responsabilizzando maggiormente alcuni elementi. Saunders ha capito di essere il vero (e unico) leader della squadra (perché Mathews non è il Crawford dell’anno scorso): il premio di MVP (25pt, 9rb, 30val) della 12esima giornata di Serie A ne è la dimostrazione; Happ, arrivato per sostituire Tiby, ha suonato la sveglia a livello emotivo, e non solo, ai suoi compagni: le 3 doppie-doppie consecutive spiegano molto bene il concetto; Ruzzier e Stojanovic, complici anche gli infortuni a Diener e Mathews, hanno visto aumentare il proprio minutaggio e le proprie responsabilità, rispondendo entrambi in maniera più che positiva; infine Akele, arrivato dalla A2 di Roseto per “assaggiare” la Serie A, si è invece dimostrato da subito pronto e all’altezza della situazione.

Così, dopo un inizio altalenante con 3 vittorie e 4 sconfitte nelle prime 7, sono arrivate ben 5 vittorie consecutive, che hanno riportato Cremona nella parte alta della classifica, a 6 punti dalla capolista e a 2 dal secondo posto, a testimonianza che il giocattolo creato da coach Sacchetti funziona ancora piuttosto bene. Le difficoltà iniziali, dovute anche a qualche scelta discutibile in merito ai giocatori selezionati, le quali tuttora non permettono alla squadra di esprimersi al massimo del suo potenziale (ancora insufficiente l’apporto di alcuni stranieri, Palmi e Sobin su tutti), non sono bastate a fermare il processo di crescita di questo gruppo, che ha potuto fare sempre affidamento su un sistema di gioco rodato e su un coach con le idee chiare. Cremona ha infatti saputo reagire, creando nuovi equilibri, responsabilizzando giocatori diversi, senza mai però tradire la sua idea di gioco. Proprio qui sta la chiave della sua risalita.