Los Angeles Lakers, direzione giusta: ora una off-season da non sbagliare!

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Kuzma-Ball – © twitter.com/lakers

Giudicare positivamente una squadra che ha mancato l’accesso ai playoff, e che ha ottenuto per la quinta stagione consecutiva un record negativo, non è semplice, ma condannare la stagione 2017/18 dei Los Angeles Lakers sarebbe quantomai improduttivo ed ingiusto.
Definitivamente smaltito l’addio di Bryant, superata la confusione dettata da un processo di re-building ancora in fase di definizione, la versione attuale dei gialloviola è stata capace di imprimere un notevole cambio di marcia alle proprie prestazioni, dimostrate tanto dai risultati (ben 9 vittorie in più rispetto allo scorso anno), quanto da un sistema tecnico-tattico che, inesperienza a parte, fa ben sperare per il futuro dei californiani.
Partiti D’Angelo Russell, Jordan Clarkson e Larry Nance Jr, giovani sì ma con un rendimento piuttosto discontinuo nel proprio trascorso a LA, la coppia Johnson – Pelinka ha puntato le proprie fiches sulla crescita del trio Ball, Kuzma, Ingram e sul riscatto di Randle, che, ad un passo dall’addio, è stato in grado di disputare una seconda parte di stagione da top player.
Alle soglie di un’off-season alla quale i Los Angeles Lakers si presentano con uno spazio salariale molto ampio, per la dirigenza gialloviola è giunto il momento di cogliere i frutti del processo di ricostruzione.

Le idee di Walton

Non esiste processo di ricostruzione che tenga senza una buona guida tecnica sul campo, ed un pieno appoggio dei vertici alle spalle. Due anni a LA per Luke Walton, due stagioni in chiaroscuro, spesso sul banco degli imputati per risultati non consoni al prestigio che riveste la franchigia e per le aspettative ricadute sulle spalle di chi, seppur da vice assistente, è stato tra gli artefici del capolavoro Golden State Warriors.
A Los Angeles, però, lui che è alla sua prima vera esperienza da head coach, sta perseguendo un processo di crescita professionale di pari passo alle prestazioni della sua squadra, rappresentando un binomio inscindibile, si spera, per il futuro suo e dei gialloviola.
Chi si aspettava una metodica applicazione del modello Warriors si sbagliava. Luke ha lavorato sui dettagli, sulla difesa aggressiva, su una rapida transizione offensiva, su ritmo e spaziature. L’assenza di rim protector e di specialisti nel tiro perimetrale i punti deboli di un sistema che, con le giuste acquisizioni dal mercato, può finalmente giungere a maturazione.

Top e flop

Superlativa e sorprendente la stagione di Kyle Kuzma, un jolly valido in qualsiasi situazione.
Da starter o in uscita dalla panchina, il rookie scelto alla 27 è stato fra i più utilizzati da Coach Walton, fondamentale tanto in attacco quanto in difesa. Meno esaltanti agonisticamente, Lonzo Ball e Brandon Ingram hanno saputo prendere in mano le redini della squadra e, nonostante riflettori costantemente puntati addosso, sono stati in grado di gestire sapientemente ritmi e possessi. Ancora acerbi dal punto di vista della personalità, del tiro e della maturità cestistica, con 62 anni in tre rappresentano la base da cui ripartire.

Profondamente diverso il discorso su Julius Randle, sul piede di partenza nonostante un’annata estremamente positiva. Restricted Free Agent dal prossimo luglio, le qualità del lungo texano sono definitivamente sbocciate e rappresentano merce piuttosto rara in questa Lega. Dispensatore di triple-doppie dalla trade deadline in poi, per trattenere il 23 enne servirà un esborso importante.

Le note negative, invece, rispondono ai nomi di Isaiah Thomas e Luol Deng. Ceduto da Boston e bistrattato a Cleveland, il folletto di Seattle ha cercato invano di rilanciarsi a Los Angeles, prima di dare forfait per un infortunio all’anca. L’esterno africano, invece, è stato definitivamente ripudiato per far spazio alle nuove leve, nonostante una grande esperienza ma soprattutto un mega contratto da 36 milioni di dollari per i prossimi due anni.

Il futuro

Senza scelte al Draft di cui valga la pena soffermarsi, causa precedenti trade, i riflettori losangelini saranno puntati senza ombra di dubbio sulla prossima Free Agency, alla quale i Lakers si presentano con il più basso payroll dell’intera Lega ed un progetto piuttosto definito, descritto anche dalle parole del GM Rob Pelinka:

“Abbiamo spazio per due giocatori al massimo salariale. A seconda delle opportunità decideremo se investire tutto già nel 2018 o lasciare un seguito per il 2019.”

Da tempo immemore accostato alla franchigia della sua città natale, il terreno sembra essere finalmente fertile per l’approdo di Paul George ai Lakers. Ancora tutta da definire la situazione attorno a Lebron James e Demarcus Cousins, i media rilanciano un possibile rinnovo a cifre ridondanti per Julius Randle. Occhio, però, a sottovalutare il circus mediatico che potrebbe aprirsi fra 12 mesi, quando si libereranno i vari Kyrie Irving, Kawhi Leonard, Kevin Love, Klay Thompson, Kemba Walker.
Nomi a parte, però, la dirigenza californiana sta per intraprendere la fase più delicata del processo di ricostruzione avviato qualche anno fa; sbagliare adesso significherebbe compromettere tanto il presente quanto il futuro.