NBA in epoca Covid: Mike Breen e le telecronache dalla propria casa

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Doris Burke e Mike Breen, ESPN NBA © Andrew D. Bernstein / NBAE / Getty Images

Con la pandemia da Coronavirus che circola a livello mondiale da quasi un anno, molte cose sono cambiate nello sport anche a livello di basket NBA. Restrizioni, protocolli, test, prevenzioni, sono stati introdotti per preservare giocatori, allenatori, dirigenti, squadre, chiunque si muova con le franchigie, ma questo vale anche per gli addetti ai lavori come i giornalisti o i telecronisti delle partite che sostanzialmente fanno tutto da studio o da casa, anche le interviste, pre, durante e post partite.

Interessante è la testimonianza di Mike Breen, probabilmente il telecronista americano più famoso a livello NBA, prima voce per ESPN e ABC (e dei Knicks su MSG Network), spesso in compagnia di Mark Jackson e Jeff Van Gundy, piuttosto che Doris Burke o Hubie Brown, e famoso per il suo celebre “BANG!” in concomitanza di canestri decisivi o buzzer beater da lontano! Breen ha raccontato della sua prima telecronaca da casa in un’intervista per Sports Illustrated raccolta da Justin Barrasso e uscita lo scorso 7 gennaio.

Mike Breen, neworkese di Yonkers (se qualcuno ha visto la serie Billions potrebbe fare un collegamento…), classe 1961, è alla 29esima stagione NBA da telecronista e ha commentato da bordocampo le ultime 15 edizioni delle Finals. Lo scorso 6 gennaio ha raccontato Heat-Celtics dallo studio di casa propria:

Non essere al palazzo cambia la preparazione. Ho tenuto la stessa routine e ho cercato di portare la stessa energia, e spero di averlo fatto in un modo in cui gli spettatori non hanno notato alcuna differenza“.

Mike Breen, ESPN NBA © Ben Margot/Associated Press

Invece che essere all’American Airlines Arena, Breen era nel suo seminterrato con un tavolo “apparecchiato” con un monitor, un computer su cui poteva seguire le riprese da altre telecamere sul campo, un tablet con le statistiche, e comunicava con la regia e col suo partner, Hubie Brown, direttamente in cuffia, senza però averlo al suo fianco come sempre.

Non c’è modo di sostituire quella connessione umana, condividere con qualcuno che ti piace veramente e che rispetti. Tuttavia, è stato incredibile raccontare la partita sulla televisione nazionale dal mio seminterrato. Mi sono innamorato del basket perché era uno sport di squadra, e anche la trasmissione e il racconto delle partite è uno sport di squadra. Sei bravo nella misura in cui lo sono le persone intorno a te e i nostri tecnici e gli addetti alla produzione sono straordinari“.

Mike Breen, ESPN NBA – Foto da Sports Illustrated

Commentando da casa, Breen si è concesso “azioni” che solitamente non può fare quando è all’arena.

Ho salito le scale all’intervallo per andare a trovare il mio golden retriever. Normalmente non succede“.

Che sia in un palazzo a bordocampo, oppure dal seminterrato di casa, Mike Breen si descrive onorato per raccontare le partite NBA:

Posso a vedere i migliori atleti del mondo giocare e competere, e raccontare alcune delle partite più iconiche. Sono cresciuto ascoltando alcuni grandi telecronisti NBA, e ci sono tante voci fantastiche anche ora. Quando le persone mi dicono: “Sei la voce dell’NBA”, non ci credo. Ci sono grandi telecronisti in tutto il campionato, su ESPN e TNT, e sulle reti locali. E sono uno dei tramiti tra il gioco e i fan, sono molto grato e prendo molto seriamente questa responsabilità“.