Giannis e Gobert: estensioni di contratto faraoniche

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Soldi e fedeltà, fedeltà e soldi. Difficile stabilire quale di queste due parole abbia prevalso ma sicuramente rappresentano i termini che accomunano i recenti rinnovi contrattuali di Rudy Gobert e Giannis Antetokounmpo con le rispettive franchigie. Sono quindi giunte due delle firme più attese data l’importanza dei giocatori in questione e i trascorsi turbolenti degli ultimi, confusionari, mesi.

Il centro più pagato della storia

205 milioni di dollari in 5 anni con player option sull’ultimo. Con tali cifre Utah si è assicurata il futuro di Rudy Gobert. Il 28enne francese diventa così il centro più pagato della storia NBA nonostante gli avvenimenti di inizio anno lasciassero presagire un divorzio tra le due parti al termine del contratto. Ricordiamo infatti come Gobert sia stato al centro delle critiche a causa di alcune scomode dichiarazioni riguardanti il suo scetticismo verso il Covid-19. Tali parole, seguite dal contagio di alcuni membri della squadra, sembravano aver incrinato i rapporti sia con la società sia con Donovan Mitchell con il quale divide, da ormai 3 anni, le chiavi dello spogliatoio. La firma a cifre faraoniche di Gobert evidenzia come Utah si fidi del suo centro, rinnovando quella fiducia riposta in lui già nel 2013 con la ventisettesima chiamata al draft e ripagata da prestazioni sempre più solide e determinanti. In questi 7 anni infatti il lungo francese è diventato uno dei simboli della franchigia, il muro che stagione dopo stagione difende i ferri di Salt Lake City e, tra le altre cose, un due volte Difensive Player of The Year.

Jazz in controtendenza

La scelta dei Jazz sembra andare in controtendenza rispetto all’evoluzione del gioco che porta sempre più all’apertura degli spazi e all’incremento dei tentativi da 3 punti. Ciò presuppone l’utilizzo di un centro capace di cambiare su tutti i ruoli, di difendere il perimetro e di fornire soluzioni credibili dalla distanza. Gobert porta in dote tantissime cose (lunghezza, solidità, verticalità, concretezza) apprezzabili durante la regular season ma, fino ad ora, non sufficienti nei play-off dove frequentemente è stato esposto sui pick and roll dalle guardie avversarie palesando tutti i suoi limiti lontano dal pitturato.

Una qualità riconosciuta al francese è anche l’estrema intelligenza che potrebbe sfruttare per limare i propri difetti adattandosi, a modo suo, ad un gioco che anno dopo anno si allontana sempre di più da quelle che sono le sue caratteristiche. Utah la sua parte l’ha fatta, gli ha dato fiducia e gli ha fornito 205 milioni di buoni motivi per provare a compiere, con le sue lunghe leve, quel passo in avanti che consentirebbe ai Jazz di sognare veramente in grande.

La missione del greco

Se Utah ha deciso di mantenere una minima flessibilità salariale, i Bucks sono riusciti, dopo mesi di rumors e di illazioni, a far firmare a Giannis Antetokounmpo un contratto al massimo salariale. Il greco ha infatti accettato la proposta da 228 milioni di dollari in 5 anni legando con un doppio nodo il rapporto con la franchigia che gli ha dato una possibilità in NBA e gli ha permesso di diventare uno dei giocatori più forti in circolazione.

“Se venissero James, Davis e Durant a Milwaukee ovviamente ne sarei felice. Non mi interessa se sono la prima, la seconda, la terza o la quarta scelta, voglio solo vincere.”

Le sue dichiarazioni di qualche settimana fa potevano essere intese come la necessità del greco di avere un’altra star affermata al suo fianco, dopo la firma del contratto però si nota come la volontà sia sempre stata quella di rimanere a Milwaukee ribadendo che lui è lì e vuole vincere, se altri si aggregano bene, altrimenti continuerà nella sua missione di riportare nello stato del Wisconsin un titolo atteso dal lontanissimo 1971.

A differenza della firma di Gobert, in cui vi potevano essere dubbi da entrambe le parti, in questo caso l’unica motivazione che poteva portare alla separazione era la voglia di Giannis di vincere in un contesto diverso. Nonostante i due titoli di MVP consecutivi, Antetokounmpo non ha mai nascosto quello che è il suo vero obbiettivo ed è abbastanza evidente come, per il suo attuale stile di gioco, abbia bisogno di alcuni pezzi all’interno del roster che sgravino il peso che il greco si porta sulle spalle ogni volta che scende in campo La cosa fondamentale però è che tali giocatori riescano a mantenere un livello d’élite anche durante i play-off. In pre-season un piccolo passo in avanti è stato fatto rinunciando a un Bledsoe troppo poco credibile in attacco con un Jrue Holiday che da ormai diversi anni si sta dimostrando una delle migliori guardie su i due lati del campo. Chissà che questa manovra, aggiunta alla continua crescita di Middleton e alla smaniosa voglia di Giannis di migliorarsi per arrivare all’anello, possa bastare per far compiere il salto di qualità alla squadra di coach Budenholzer.

Vincere! Ma non con urgenza

La risposta la avremo solamente fra qualche mese, in quei play-off in cui, così come per Gobert, l’organizzazione offensiva e difensiva delle preparate squadre NBA riesce a palesare tutti i (pochi) limiti di Antetokounmpo. Ciò che è certo è che questa notizia ha un po’ colto impreparate alcune franchigie che negli ultimi mesi hanno contenuto le mosse di mercato sperando nella scelta di Giannis di allontanarsi dai Bucks per provare a vincere subito. Ma d’altronde questo è scontato quando parliamo di un due volte MVP, di un fresco Difensive Player of The Year, di uno dei giocatori fisicamente più inspiegabili che abbiano mai calcato un parquet, di un uomo che ha però deciso di legarsi a quella società e a quella città che tanto gli ha dato e alle quali spera di regalare la gioia più grande. Sicuramente adesso i Bucks possono programmare più serenamente e con una visione che permette anche un altro, plausibile passo falso. Perché il greco ha piantato le sue radici a Milwaukee e ciò consiste in un ottimo punto di partenza per permettere la crescita di un albero rigoglioso di titoli e successi.

Non solo soldi

Diversi i giocatori, diversi i ruoli, diverse le squadre e gli obiettivi ma le recenti firme di Gobert e Antetokounmpo hanno in comune più di quelle due parole presentate in apertura. Hanno una storia in comune, hanno la data di inizio in comune (2013), hanno un amore e un rispetto bilaterale che supera ogni tipo di avversità.
Perciò si, soldi e fedeltà ma anche tanto tanto cuore e riconoscenza.