I Denver Nuggets d’ora in avanti fanno sul serio

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Entusiasmante e sorprendente, questi sono i due aggettivi che si possono utilizzare per descrivere la stagione dei Denver Nuggets, arrivati dopo il 2009 alle prime finali della Western Conference, conquistate soprattutto in una maniera del tutto imprevedibile. Alla ripartenza della stagione Nba la franchigia del Colorado non sembrava infatti nelle migliori condizioni possibili per cominciare la post-season, avendo avuto nei mesi precedenti numerosi problemi legati sia alla pandemia del CoVid-19, con Nikola Jokic positivo e bloccato in Europa, che alle importanti assenze causa infortunio, con Will Barton e Gary Harris ancora in forte dubbio con l’avvicinarsi dei Playoff.

Nikola Jokic e Jamal Murray, Denver Nuggets © facebook.com/DenverNuggets

Le rimonte da 1-3 nei playoffs

Le difficoltà per coach Malone si sono riscontrate infatti fin da subito, concludendo le prime otto partite nella bolla di Orlando con un record di 3 vittorie e 5 sconfitte e proseguendo anche nel peggiore dei modi le prime gare della post-season contro gli Utah Jazz. Sotto 3-1 nella serie e non riuscendo a contrastare le strabilianti prestazioni di Donovan Mitchell e Rudy Gobert, i Nuggets sono riusciti ad invertire l’inerzia della serie, ribaltando completamente il verdetto, trascinati nelle 3 vittorie consecutive da uno scatenato Jamal Murray, che ha messo insieme cifre irreali nel corso di tutta la serie: 31.6 punti, 6.3 assist di media e delle percentuali superiori al 50% sia dal campo che dall’arco dei tre punti. La storia si è anche sostanzialmente ripetuta nelle semifinali di Conference contro i quotatissimi Los Angeles Clippers, dati da tutti insieme ai Lakers come i favoriti per la vittoria finale. Le prestazioni superlative della coppia formata da Murray e da Nikola Jokic, glaciale nei finali di partita, dal rientrante Gary Harris, preziosissimo in chiave difensiva, ma anche dalla incapacità di Leonard e compagni di chiudere la serie, hanno consentito ai Nuggets di recuperare per la seconda volta consecutiva lo svantaggio, andando a vincere gara 7 e raggiungendo alle finali di Conference i Los Angeles Lakers, che però al contrario dei precedenti avversari di Denver non hanno sprecato l’iniziale vantaggio, chiudendo la serie sul 4-1. E sebbene l’incredibile cavalcata della franchigia del Colorado si sia conclusa sul più bello, per gli uomini di coach Malone questo risultato non rappresenta la fine di un progetto ma l’inizio, da dove i Nuggets possono cominciare a sognare in grande.

Questi Playoff hanno infatti rappresentato per Denver il momento della svolta, entrando di diritto nell’elite della Nba e diventando a tutti gli effetti per le prossime stagioni una contender per il titolo, avendo dimostrato di potersela giocare alla pari contro tutti. Il roster di coach Malone, principale artefice delle grandi prestazioni dei Nuggets nel corso di queste ultime annate, le quali sono cresciute sempre più di anno in anno, non ha infatti nulla da invidiare alle grandi corazzate della Western Conference. La struttura portante della squadra è composta dalle due stelle Nikola Jokic e Jamal Murray, che hanno creato nel corso di questa stagione un duo praticamente implacabile ed immarcabile, attorno a cui Mike Malone ha voluto costruire il resto della squadra. Jokic aveva già dimostrato di essere tra i centri più forti della Nba, soprattutto per la sua duttilità tecnica, essendo capace di tirare con la stessa efficacia sia dalla media che dalla lunga distanza, di far sentire anche sotto il ferro la sua presenza e stazza sia in attacco che in difesa, di sfruttare al meglio i tanti miss-match in particolar modo nelle situazioni di post e anche di essere molto probabilmente il miglior lungo nella storia del gioco nel saper passare la palla, dimostrando delle incredibile capacità di lettura del gioco. Murray invece con le prestazione di questi Playoff ha finalmente segnalato la sua presenza tra le migliori point-guard della Western Conference, dopo le passate stagioni condite da fin troppe prestazioni incostanti. La guardia canadese ha decisamente cambiato marcia diventando un uomo imprescindibile per Denver, trascinando i suoi compagni nei momenti più complicati delle serie contro Jazz e Clippers.

La coppia Jokic-Murray

I Denver Nuggets si sono certamente aggrappati alla coppia Jokic-Murray, soprattutto nei momenti chiave e decisivi delle partite, ma è giusto anche dare credito ai giocatori di contorno, i quali si sono dimostrati all’altezza della situazione, migliorando nel corso delle serie e superando i propri limiti. Michael Porter Jr nel suo primo anno della Nba ha dimostrato talento e sicurezza nei propri mezzi anche nei momenti clutch delle partite, Gary Harris e Jerami Grant sono stati fondamentali nella metà campo difensiva e nel dare il giusto equilibrio alla squadra, il veterano Paul Millsap ha dato un contributo importante sia dentro che fuori dal campo e durante questi Playoff ci sono state delle significanti conferme da parte di Torrey Craig e Monte Morris, indispensabili all’interno delle rotazioni di Denver, e anche delle interessanti sorprese come PJ Dozier. L’assenza durante questa stagione di un giocatore chiave come Will Barton, renderà con il suo rientro nella prossima stagione la panchina dei Nuggets ancora più lunga e profonda, la quale sarà indispensabile per la franchigia se vuole ancora puntare ai vertici della Western Conference, e magari raggiungere le Finals Nba, mai conquistate nel corso della loro storia. Un altro fattore importante è che il futuro è dalla parte di Denver, perchè oltre ad essersi dimostrati una squadra capace di sedersi al tavolo delle grandi, l’età media del roster è intorno ai 25 anni, soprattutto per quanto riguarda le due stelle della franchigia, le quali sono possono ancora migliorare enormemente in molti aspetti del loro gioco. I Denver Nuggets possono quindi essere competitivi ancora per molti anni, divenendo una delle favorite per la vittoria finale, soprattutto se riusciranno a mantenere il roster intatto, non solo per quanto riguarda il duo Murray-Jokic, ma soprattutto in riferimento al supporting cast, ormai sempre più importante e decisivo nella Nba odierna.

La off-season e il futuro

La off-season già iniziata da tempo per molte franchigie Nba, sarà un momento importante per l’immediato futuro della squadra di Mile High City. Alcuni giocatori infatti come Paul Millsap, Mason Plumlee, Torrey Craig e Jerami Grant, i cui contratti sono in scadenza, diventeranno free agent nel corso dei prossimi mesi, con i primi due che molto probabilmente faranno le valigie, mentre Craig e Grant, dopo essersi messi in mostra durante i Playoff, andranno a caccia di un contratto più ricco e vantaggioso, anche se la dirigenza dei Nuggets ha confermato che cercherà di trattenere entrambi in Colorado, in particolar modo l’ex Thunder, obbiettivo numero uno del mercato di Denver, diventato in questa stagione un importante equilibratore per il gioco di coach Malone. Oltre però a convincere alcuni elementi importanti della squadra ad accasarsi in quel di Denver, la dirigenza Nuggets proverà a rinforzare il roster a disposizione di Mike Malone, non solo per mantenersi ai livelli di questa stagione ma anche per cercare di compiere un ulteriore salto di qualità. Molte voci di mercato confermano infatti che il GM Mike Connelly sia alla ricerca di una ulteriore star che affianchi la coppia composta da Murray e Jokic, come Bradley Beal che sembrerebbe in uscita dai Wizards, squadra in piena ricostruzione, anche se lo stesso giocatore ha assicurato che rimarrà fedele alla franchigia di Washington. Un altro giocatore intenzionato a cambiare maglia nei prossimi mesi è Victor Oladipo, il cui contratto è in scadenza nel 2021, e Indiana potrebbe considerare l’ipotesi di una trade, in modo da non perderlo a zero il prossimo anno, anche perchè la guardia dei Pacers è molto ricercata in questo periodo da molte franchigie Nba.

Arrivare ad una guardia di spessore che possa nettamente incrementare il livello generale della squadra è quindi uno degli obbiettivi della dirigenza dei Nuggets, e anche se dovesse arrivare via trade, Denver potrebbe mettere sul piatto degli elementi importanti del roster come Gary Harris e Will Barton, in modo da raggiungere un buon accordo tra le parti. Un giocatore che invece non verrà sicuramente scambiato dai Nuggets è Michael Porter Jr, rivelatosi negli ultimi mesi un vero asso nella manica. Il giovane 22enne ha infatti trovato un posto fisso nel corso della sua prima stagione Nba all’interno delle rotazioni di coach Malone, migliorando costantemente le proprie prestazioni, soprattutto durante la post-season, diventando in molte occasioni la terza opzione offensiva di Denver e considerando anche i grossi margini di crescita, potrebbe potenzialmente essere lui la terza stella della squadra. Per questi motivi Mike Connelly ha confermato che l’ex Michigan University è incedibile, avendo riposto nel talento di Porter Jr molta fiducia fin dal giorno del Draft.

La stagione appena trascorsa ha dato fiducia e consapevolezza ai Denver Nuggets e adesso che si sono confermati ai massimi livelli, tra le grandi corazzate della Western Conference, è arrivata l’ora per la squadra guidata da Mike Malone di sfruttare questo momento per conquistare il primo anello nella storia di questa franchigia, sfruttando l’esperienza di questa incredibile cavalcata e l’incoscienza di questo gruppo, continuando il progetto che è stato avviato, che può portare davvero lontano.