Un progetto fallito e la cessione di Westbrook per i Rockets?

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Dopo con la netta uscita dai playoffs per mano dei Lakers dentro la bolla di Orlando, le partenze di Mike D’Antoni (sarà assistente ai Nets) e Daryl Morey (diventato GM dei 76ers) e i tantissimi rumors attorno alla squadra su giocatori scontenti e che vorrebbero essere ceduti, il futuro degli Houston Rockets sembra essere sempre più incerto, con un progetto fallito alle spalle e le prossime mosse tutte da ridisegnare.

Le origini del fallimento

Lo scambio Russell Westbrook-Chris Paul di un anno fa non ha portato i risultati sperati: nonostante la loro amicizia e la loro caratura da MVP Harden e Russ non riescono a collaborare mostrando evidenti lacune in difesa ed un attacco sterile governato dagli isolamenti alternati dell’uno e dell’altro. Ed è a questo punto che arriva la svolta, D’Antoni e Morey decidono di andare “all-in” scambiando il loro unico centro per andare a prendere dei giocatori che potessero dar vita a un concetto esasperato di small ball.
La storia la conosciamo, con i Lakers che annientano i Rockets soprattutto dentro l’area e i giocatori di Houston che nelle ultime due partite non sembrano avere quel fuoco che servirebbe nei playoffs, non sembrano andare molto d’accordo, Danuel House che torna a casa per aver violato le regole della bolla (o forse per coprire qualcuno che le ha violate), Tucker palesemente insofferente alla situazione.

Nuovo coach + nuovo General Manager = nuova mentalità

La scelta di non confermare come coach Mike D’Antoni e la susseguente rottura con Daryl Morey, l’inventore del “Moreyball” e del concetto portato avanti a Houston in questi ultimi anni senza per forza di cose un punto di rottura con il passato.

L’arrivo di Stephen Silas come nuovo allenatore è stata una sorpresa tra i più visto che c’erano nomi molto più conosciuti in lizza, ma probabilmente è anche un segnale per dire a tutti che bisogna girare pagina e ripartire con un coach più giovane, che però si troverà a fare la sua prima esperienza in uno spogliatoio a dir poco esplosivo.
Da capire infine l’idea del proprietario Fertitta che al momento non sembra stia vivendo una situazione economica delle migliori avendo molti interessi all’interno della ristorazione, una delle categorie più colpite della pandemia di CoVid19.

Westbrook ha chiesto la cessione

Nella notte poi l’insider Shams Charania ha letteralmente sganciato la bomba twittando che Russell Westbrook non vorrebbe rimanere ai Rockets nella stagione che inizierà il 22 dicembre e vorrebbe essere scambiato. Anche Harden avrebbe espresso dei malumori soprattutto se la franchigia decidesse di rifondare, anche perché gli anni passano e a 31 anni (gli stessi anche dell’ex Thunder e di Gordon) giocare in un team che punta al rebuilding o quasi non sarebbe la sua prima scelta ovviamente.
Cedere Russ però non sarà per nulla semplice perché lo spazio salariale della squadra è già copiosamente riempito dagli 81 milioni complessivi dei contratti di Harden e Westbrook, ai quali si aggiungono i 16 di Gordon e i 12 di Covington per la prossima stagione. Inoltre il contratto dell’ex OKC prevede anche altri due anni a 44 e 47 milioni e quindi per ingaggiarlo bisognerà trovare una squadra che ha spazio salariale o che sia isposta a cedere un pezzo grosso per pareggiare i salary.
I New York Knicks non hanno mai nascosto la loro volontà di avere un nome importante per cercare di ridare importanza alla squadra, i Philadelphia 76ers sarebbero alla ricerca di un terzo All-Star da affiancare a Embiid e Simmons (oltre che di cedere almeno uno dei due contrattoni di Horford e Harris), i Los Angeles Clippers che potrebbero decidere di andare all-in (anche se la prima opzione rimane il ritorno di Chris Paul). Westrbook è senza dubbio un giocatore incredibile, ma al momento le sue quotazioni sono in discesa e la sua richiesta di cessione mette altra pressione sui Rockets che ora probabilmente riceveranno offerte meno importanti di quanto avrebbero sperato.

Tucker, Rivers, Gordon e House tutti scontenti

Oltre alle due Stelle della squadra non è che nel resto del roster circoli meno malumore: PJ Tucker sarebbe piuttosto risentito del trattamento ricevuto e dell’ennesimo slittamento delle discussioni per il suo rinnovo di contratto. A 35 anni la scelta potrebbe anche essere l’ultima della sua carriera e per cercare di prenderlo ci sarà la fila di squadre visto le sue ultime stagioni e le sue caratteristiche da 3&D perfette per il basket moderno, e questa lunga attesa nelle scelte dei Rockets non fanno di certo pendere l’ago della bilancia dalla loro parte.
Austin Rivers, Eric Gordon e Danuel House invece avrebbero espresso malumore sul loro ruolo in squadra e sulla gestione tecnica. Soprattutto Rivers sarebbe arrivato ad avere un rapporto con Harden piuttosto teso dopo alcune discussioni durante i playoff, e quindi anche la sua permanenza sembra essere in forte dubbio.

Trattenere Harden deve essere la prima opzione

Per quanto il suo modo di giocare sia decisamente impattante e condizionante per la squadra, a Houston sanno che trattenere Harden e costruirgli attorno una squadra di alto livello deve essere la prossima mossa da fare. Il giocatore non sarebbe molto felice delle parte di D’Antoni e Morey e pare non abbia dialoghi ne con la società ne con il nuovo coach da settimane ormai. I dirigenti devono decidere quelli che saranno gli obbiettivi delle prossime stagioni così da muoversi poi di conseguenza tra free agent, trade e rinnovi in base anche al salary cap decisamente ingolfato.

Vincere subito? Rivoluzionare la squadra? Lasciare tutto così com’è? Scelte tutt’altro che semplici vista la situazione diventata esplosiva nelle ultime ore che costringono i Rockets ad accelerare i tempi. Il primo progetto è fallito, il secondo dovrà essere impostato bene e con intelligenza per non rischiare di sprecare altri anni e trovarsi tra alcune stagioni di nuovo al punto di partenza.