NBA Finals: Lakers travolgenti, è il 17esimo titolo!

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Un secondo quarto ai limiti della perfezione è bastato ai Los Angeles Lakers per avere la meglio sui Miami Heat in gara 6 delle NBA Finals 2020 e portare a casa il Titolo di campioni NBA. Forse la partita più brutta tecnicamente parlando, sicuramente quella in cui c’era più tensione, almeno per la franchigia della Florida che si è sciolta sotto una difesa gialloviola intensa come poche altre volte si era visto e sotto i colpi di Davis, Rondo e LeBron James, nominato per la 4° volta in carriera MVP delle Finals.

Una stagione dominata

I Lakers vincono così il loro 17esimo titolo NBA, raggiungendo gli storici nemici dei Boston Celtics, il primo per la franchigia dal 2010, quando i gialloviola di Kobe Bryant batterono 4-3 proprio i biancoverdi. Una stagione lunghissima e portata a termine nella bolla di Disney World a Orlando, in circostanze uniche causate dalla pandemia da Covid-19, segnata senza dubbio anche dalla tragica morte di Kobe Bryant. Una stagione dominata dai Lakers che hanno vinto la Western Conference, hanno superato 4-1 Blazers, Rockets e Nuggets e in finale 4-2 dei coriacei ma esausti Miami Heat, stesi 106-93 in gara 6 ma apparsi senza benzina già dal secondo quarto dopo lo sforzo estremo di gara 5.

MVP ancora una volta: LeBron James

Se dopo le prime due partite della serie vinte dai Lakers il premio di MVP sembrava diretto verso Anthony Davis che stava giocando una pallacanestro celestiale, nelle successive partite non c’è stato nessun dubbio che il Bill Russell Trophy sarebbe andato nelle mani di LeBron James in caso di vittoria del Titolo. Mentre il lungo gialloviola è calato a livello di prestazioni, il Re ha alzato ancora l’asticella e dopo la prestazione da 40 punti nella sconfitta in gara 5, ha voluto ribadire ancora il suo dominio totale sulle partite anche in gara 6 sfornando la consueta tripla-doppia da 28 punti, 14 rimbalzi e 10 assist.
4° titolo di MVP, così come sono 4° gli anelli vinti in carriera che gli permettono di entrare in una cerchia ristretta di giocatori che ci sono riusciti. Pochissimi però, hanno raggiunto questi risultati da leader maximo della franchigia come ha fatto LBJ in tutta la sua lunga carriera.

Davis, Rondo, Howard, coach Vogel e gli altri Lakers

Se spesso nelle squadre di James la vittoria è arrivata grazie alla sua incredibile capacità di fare pentole e coperchi attirando anche tutta l’attenzione su si se, quest’anno ai Lakers le cose sono state leggermente diverse e il supporting cast è stato sempre più importante andando avanti nella stagione.
Anthony Davis, al primo titolo in carriera si è dimostrato maturo per essere decisivo anche nelle partite che contano e un perfetto Robin per il suo Batman in maglia 23.
Questo titolo è inoltre la rivincita anche per alcuni giocatori che erano stati bollati come “finiti” o come “ingestibili”: Rajon Rondo su tutti che diventa il primo giocatore nella storia a vincere un Titolo con i Lakers e uno con i Celtics, e che si rifà dopo anni bui passati a girovagare tra squadre di basso livello. Lui è la chiave del successo in questa gara 6, con un secondo quarto impressionante e una partita, in generale, sublime.

Non solo Rondo però, perché anche per Dwight Howard si tratta di una redenzione dopo essere stato un All-Star ed essere caduto in disgrazia per la sua attitudine che non piaceva a tutti nella NBA. Ai Lakers non ha mai sgarrato e anzi è stato un tassello importante per coach Vogel. E proprio l’allenatore è un altro di quelli che può dichiararsi soddisfatto e prendersi qualche rivincita, visto che dopo le ottime cose fatte vedere con i Pacers aveva vissuto stagioni difficili ai Magic, ed era arrivato ai Lakers come 2° scelta. Si pensava sarebbe stato sopraffatto dalla leadership di James e invece è stato bravissimo a mettere insieme un gruppo e trovare da subito il modo di far coesistere in campo LeBron e Davis.

Miami Heat sconfitti a testa alta

Questa gara 6 persa malamente non deve offuscare il giudizio sulla stagione degli Heat che escono battuti in queste Finals ma a testa altissima. Un gruppo formato da un core giovane e con un grande futuro, un leader ormai acclamato, gregari scelti con grande arguzia e un coach che ha dimostrato in tutti questi anni di essere forse il migliore su piazza.
Dopo gli sforzi di gara 5 in questa decisiva sfida non c’era più benzina nel serbatoio dei giocatori, non sono mai riusciti ad arrivare a segnare dentro l’area pitturata dei Lakers, chiusa come un fortino, le polveri bagnate dalla lunga distanza hanno poi fatto il resto. Butler dopo 5 partite giocate da MVP ha chiuso con appena 12 punti e 10 tiri tentati, Adebayo o meglio il suo fantasma, è stato il miglior marcatore con 25 punti segnati però nella maggioranza durante il garbage time finale. Spoelstra ha provato anche la carta Dragic dalla panchina, più emozionale che tecnica, ma lo sloveno non poteva di certo contribuire dopo essere stato tanto tempo fermo ai box.
Resta il fatto che nella Eastern Conference nei prossimi anni chi vorrà arrivare in finale dovrà vedersela ancora contro questa squadra che con qualche innesto l’anno prossimo potrebbe partite come la favorita per la vittoria a Est.