Nella già decisiva gara 3 delle NBA Finals succede quello che non in molti si sarebbero aspettati: i Miami Heat vincono 115-104 e riaprono la serie sul 2-1. Senza Adebayo e Dragic ancora ai box per problemi fisici si pensava che la franchigia della Florida non avesse abbastanza armi per controbattere lo strapotere visto in gara 1 e gara 2 dei Los Angeles Lakers, e invece con una prestazione fatta di tanto cuore, tanta testa e tantissimo Jimmy Butler, gli Heat hanno dominato la partita.
LEGGENDARIO JIMMY BUTLER ??
Con una tripla doppia da 40 punti – 3° a riuscirci in finale dopo Jerry West e LeBron James – e 73 punti complessivi prodotti, trascina Miami alla vittoria in gara 3 e riapre le #NBAFinals!
Gli #Heat possono sognare lo sgambetto ai #Lakers? pic.twitter.com/R0C4ijg8m6
— Basketcaffe.com (@Basketcaffe) October 5, 2020
Butler l’alpha dog
40 punti (14/20 dal campo), 11 rimbalzi, 13 assist, 2 recuperi, 2 stoppate, 12/14 ai liberi, +20 plus/minus: la partita di Butler è stata a dir poco totale su entrambe le metà campo, viste anche le due infrazioni di passi decisive fischiate a LeBron James proprio marcato dall’ex 76ers.
Già in gara 1 e 2 Butler aveva fatto pentole e coperchi per la sua squadra senza però ricevere abbastanza assistenza dai compagni, in questa gara 3, invece, la mano di Herro e co. non ha tremato dando aiuto alla loro Stella, che ha preso il palcoscenico fin da subito, distribuendo i suoi sforzi in entrambi i tempi (20 punti nel primo e 20 nel secondo tempo segnati).
Jimmy Butler is doing it ALL for Miami tonight. ??
(?: @NBA) pic.twitter.com/l2D5FtIs11
— theScore (@theScore) October 5, 2020
Gli aggiustamenti di coach Spoelstra
Miami aveva subito tantissimo difensivamente nelle prime due partite e proprio qui il coach è andato a fare delle modifiche per provare a invertire la tendenza in gara 3, riuscendoci: abbandonata l’idea della zona pura che tanto aveva fatto bene contro i Celtics e tanto male contro i Lakers, gli Heat hanno giocato tanta difesa matchup, cambiando su tutti i blocchi e flottando tantissimo dal lato debole, “zonando” di fatto in gran parte dei possessi in cui la palla andava a James o Davis. Basta raddoppi in post basso, quando AD provava a metterla per terra la difesa si chiudeva costringendolo di fatto a scaricare la palla ma facendo così perdere secondi preziosi all’attacco.
Questa modifica, soprattutto all’inizio ha preso alla sprovvista i gialloviola che hanno commesso tantissime palle perse andando fuori giri e permettendo a Miami di scappare via nel punteggio.
Lakers troppo morbidi
Dopo aver mostrato una durezza mentale notevole nelle prime due partite i Lakers si sono sciolti in gara 3. Anthony Davis è uscito dalla partita praticamente subito commettendo 3 falli e perdendo 5 palloni: 15 punti con appena 9 tiri e -26 di plus/minus in 33 minuti il suo fatturato, troppo poco per sperare in una vittoria, anche perché James è stato ben difeso per tutta la partita dalle rotazioni operate da coach Spoelstra. Dalla panchina non sono bastate le sontuose prestazioni di Morris e Kuzma, autori entrambi di 19 punti crivellando la retina dalla lunga distanza.
Los Angeles è sembrata troppo soft, arrivando anche a riprendere Miami nel punteggio ma facendosi rimandare sotto subito dopo.
NBA All-Time Playoff Assists:
1) @MagicJohnson (2,346)
2) @KingJames (1,840)
3) John Stockton (1,839)
…
6) Rajon Rondo (1,067)— Mike Trudell (@LakersReporter) October 4, 2020
James nel corso della partita ha segnato l’ennesimo milestone della sua carriera, diventando il secondo miglio assistman della storia dei playoff dietro a Magic Johnson, superando Stockton, ma neanche questo è bastato per portare a casa una gara che avrebbe segnato definitivamente la storia di queste Finals.
Che invece ora sono totalmente riaperte, soprattutto se almeno Adebayo dovesse riuscire a tornare in campo per gara 4 di mercoledì.