La storia tra Giannis e i Milwaukee Bucks ha un finale tutto da scrivere

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I Milwaukee Bucks, sconfitti per 4-1 dai Miami Heat al secondo turno dei Playoff NBA, abbandonano ufficialmente la bolla di Orlando, all’interno della quale erano entrati soltanto due mesi fa da grandi favoriti per il titolo, sembrando una squadra completamente inarrestabile. Dal 30 luglio invece qualcosa non ha più funzionato come prima, e il fatto che la stagione dei Bucks si sia conclusa così precocemente e in modo così netto e doloroso ha sorpreso quasi tutti, addetti ai lavori e tifosi.

Una cavalcata interrotta malamente

Dall’ingresso nella bolla i Milwaukee Bucks hanno riscontrato dei problemi e dei difetti che hanno iniziato a compromettere una “macchina” che fino ai primi di marzo era stata semplicemente perfetta. Le difficoltà per coach Mike Budenholzer e per la squadra sono diventate sempre più evidenti nel corso del primo turno dei Playoff contro gli Orlando Magic, superate però grazie alle netta superiorità tecnica di Giannis e compagni, ma al secondo turno con i Miami Heat, la franchigia che in questo momento sta giocando la miglior pallacanestro della Lega, tutti i nodi sono venuti al pettine. Gli Heat infatti hanno saputo far emergere tutti i problemi di Milwaukee, dominando fin da gara 1 e concedendo in difesa praticamente nulla, questo grazie soprattutto agli eccellenti piani partita preparati da coach Spoelstra, allenatore fin troppo sottovalutato all’interno della Nba.
I Bucks non sono infatti riusciti a imporre il loro gioco, risultando inefficienti e inconsistenti, diventando incapaci di battere il proprio uomo dal palleggio ed incrementando sensibilmente il numero degli isolamenti, a causa della sempre maggior assenza di movimenti senza palla, per finire nelle trappole difensive degli Heat, i quali sono riusciti per ampi tratti anche a neutralizzare l’MVP della Lega. Un ulteriore problema evidenziato durante queste partite è stata l’incapacità di coach Budenholzer di cambiare il proprio piano partita nel corso dei match e di rimanere ancorato alla propria filosofia cestistica, restando pertanto in balia del gioco imposto dagli avversari.

Antetokounmpo tra infortuni e problemi tattici

Infine un ultimo fattore determinante è stato il rendimento di Antetokounmpo nelle prime tre partite della serie (le ultime due non le ha giocate causa infortunio alla caviglia) nelle quali non è riuscito ad essere decisivo e ad incidere in nessuna delle due metà campo, dimostrando un evidente limite mentale, più che tecnico, il quale lo ha portato a commettere molti errori, soprattutto per mancanza di lucidità.
Miami aveva preparato la sua difesa con punti chiave sempre ben evidenti: togliere il gioco in transizione dove il greco è totalmente infermabile e riempire l’area il più possibile in qualsiasi sua penetrazione costringendolo a prendere dei tiri forzati, fargli commettere falli di sfondamento o passare la palla fuori ai compagni. La tattica di Miami è stata rischiosa perché ha scommesso sulle percentuali da 3 punti di una delle squadre più prolifiche delle ultime stagioni, ma ha pagato, mandando fuori ritmo l’MVP con una girandola di marcatori differenti (Butler, Crowder, Iguodala, Adebayo) e frustrando i tanti tiratori.

Budenholzer-Antetokounmpo ancora insieme?

Dopo la rovinosa caduta contro Miami è già arrivato il momento per i Bucks di guardare avanti e di progettare il futuro della franchigia, che nonostante le difficoltà del greco nella post-season, dipenderà ancora una volta da quali saranno le sue decisioni, in merito soprattutto alla sua “delicata” questione contrattuale. In seguito alla eliminazione Giannis ha voluto assicurare i tifosi che per ora non ha intenzione di muoversi dal Wisconsin, volendo a tutti costi costruire una cultura vincente in quel di Milwaukee. Nonostante ciò, non è per niente scontato che il numero 34 nel corso di questa off-season firmerà l’estensione contrattuale che la dirigenza gli offrirà. Nella prossima stagione però Giannis giocherà ancora con la maglia dei Bucks e per questo motivo è nell’interesse di tutti mantenere e migliorare ove possibile la squadra attuale per evitare ulteriori scivoloni nel corso dei Playoff. Un tassello che verrà sicuramente discusso riguarda la guida tecnica, Mike Budenholzer infatti dopo aver mostrato di non essere flessibile sotto il punto di vista tattico, preferendo continuare sulla propria strada e con le proprie idee piuttosto che snaturarsi, avrebbe potuto essere l’indiziato numero uno nel lasciare Milwaukee, essendo uno dei principali responsabili del repentino crollo della squadra in questa seconda parte della stagione, ma secondo le indiscrezioni il suo posto sulla panchina dei Bucks è per il momento al sicuro. La sua conferma però dovrà essere accompagnata dai risultati e da dei sostanziali cambiamenti, perché soprattutto nei Playoff è necessario apportare delle modifiche al proprio sistema di gioco.

Cosa migliorare?

Durate questa off-season si cercherà quindi di mantenere il gruppo competitivo per raggiungere ancora una volta i vertici della Lega, imparando dalla stagione appena conclusa, in modo da migliorarsi ulteriormente, anche perché se Giannis non dovesse davvero firmare l’estensione contrattuale, diventando free agent nell’estate 2021, la prossima stagione rappresenterà davvero la sua ultima possibilità per conquistare il titolo in quel di Milwaukee. In ottica mercato non sono pertanto concessi errori da parte della dirigenza dei Bucks, un importante movimento sarà sicuramente la partenza di Eric Bledsoe, che dopo un’annata negativa specialmente nei Playoff, dove non è riuscito a dare il suo importante contributo, non è più considerato da Mike Budenholzer un giocatore indispensabile. Un anno fa, la scelta di puntare su Bledsoe e di non trattenere il giovane Malcolm Brogdon non ha infatti portato i risultati sperati, perciò è probabile che nei prossimi mesi la dirigenza cerchi di intavolare una trade, dalla quale potrebbe invece arrivare un giocatore che ultimamente è stato molto spesso accostato alla franchigia del Wisconsin, ovvero Chris Paul, anche lui in partenza da OKC. Il 10 volte All-Star sarebbe infatti il perfetto partner per Giannis per la prossima stagione, portando a roster talento, ma soprattutto esperienza e leadership, fattori che sono decisamente mancati ai Bucks durante questi Playoff. Il vantaggio di avere un giocatore del livello di Chris Paul potrebbe permettere infatti alla squadra di avere molte più opzioni dal punto di vista offensivo, in modo da non essere completamente dipendenti dalle giocate del numero 34, e la sua aggiunta riuscirebbe inoltre ad elevare e a migliorare le qualità di tutti i giocatori presenti a roster, proprio come è successo quest’anno ad Oklahoma City.

Il tempo però non è amico dei Bucks perché per convincere il greco a restare nel Wisconsin anche dopo la prossima stagione servirà fare qualcosa da subito, tornare a essere competitivi ai massimi livelli e cercare di arrivare alle Finals mancate nelle ultime due stagioni. Dopo la partenza per l’Ovest di LeBron James sembrava che il futuro dovesse essere di Antetokounmpo, ma per ora il greco sta solamente facendo incetta di premi individuali, mancando quelli più importanti di squadra.