Zeljko Obradovic lascia il Fenerbahce: quale futuro per entrambi?

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Zeljko Obradovic, Fenerbahce © Tolga Adanali/Euroleague Basketball via Getty Images

Con un po’ di sorpresa nella tarda serata di martedì è arrivato l’annuncio del Fenerbahce: Zeljko Obradovic non sarà più l’allenatore della squadra turca e si prende un anno sabbatico.

Una nota attesa ma probabilmente non di questo genere perchè il coach serbo, secondo i report dei vari insider greci e turchi, pareva aver lasciato segnali positivi per una riconferma dopo i diversi colloqui con la proprietà turca avvenuti la scorsa settimana a Istanbul. E invece, dopo il rientro a Belgrado dalla famiglia, ma più probabilmente le telefonate coi suoi giocatori, ha deciso di chiudere la sue esperienza sul Bosforo e di non rinnovare il contratto in scadenza il 30 giugno.

Il Fener non aveva fatto mistero di dover affrontare una netta riduzione del budget (si parlava di un taglio da 30 a 20 milioni, 12 per i contratti dei giocatori, e da 3 a 2 l’anno per il coach) ed evidentemente Obradovic non se l’è sentita di ripartire “alla cieca” visto che già l’ultimo anno è stato molto complicato e che in questo periodo diversi giocatori andranno via e altri hanno dato chiari segnali di cambiare aria, pur essendo sotto contratto (come Datome verso Milano, Sloukas verso l’Olympiacos e De Colo col pressing di Valencia)

A Istanbul si chiude l’era Obradovic: 11 titoli

Il coach serbo classe 1960 è sbarcato a Istanbul nell’estate 2013 dopo un anno sabbatico al termine della lunga esperienza col Panathinaikos. La proprietà del Fenerbahce ha puntato su di lui per riuscire dove mai era arrivato il club, ovvero sedersi sul trono d’Europa.

E’ un processo graduale, una crescita durata 7 anni:

  • al primo anno vince il campionato turco (mancava dal 2011) e si ferma alle Top 16 di Eurolega;
  • al secondo anno arriva per la prima volta alla Final Four di Madrid (2015) perdendo la semifinale col Real;
  • al terzo anno vince campionato e coppa in Turchia e conquista la prima finale di Eurolega, persa contro il CSKA a Berlino;
  • al quarto anno completa la rincorsa e vince l’Eurolega 2017 nella Final Four di Istanbul, oltre a campionato e Supercoppa turca;
  • al quinto fanno fa ancora doppietta campionato-supercoppa e va in finale di Eurolega per il terzo anno di fila, perdendo col Real Madrid di Doncic;
  • al sesto anno perde le finali di campionato e Supercoppa con l’Efes ma vince il derby per la Coppa di Turchia e conquista la quinta Final Four di Eurolega a Vitoria, chiudendo quarto;
  • al settimo anno (chiuso in anticipo per la pandemia) vince la Coppa di Turchia.

In tutto fanno 11 titoli ad arricchire la bacheca del Fenerbahce e quella dello stesso Obradovic: soprattutto in questo percorso il club di Istanbul è entrato di diritto nell’èlite d’Europa, passando da squadra con grosse disponibilità economiche ma pochi successi, a formazione sempre candidata al titolo con un marchio ben preciso basato sulla difesa, sull’organizzazione di gioco e sulla fame di vincere, caratteristiche del proprio allenatore.

Senza dimenticare i tantissimi giocatori passati per il Fenerbahce in era Obradovic e diventati assoluti campioni, anche da NBA: da Bogdan Bogdanovic a Nik Melli, da Brad Wanamaker a Nemanja Bjelica, più i vari Vesely, Datome, Sloukas, Udoh, Guduric, Dixon e Nunnally tra gli altri.

Quale futuro per Obradovic: anno sabbatico e poi Barcellona?

Per pensare al ritiro c’è tempo, Obradovic a 60 anni è ancora relativamente giovane, avrà 12 mesi davanti per riposarsi un po’ e poi iniziare a valutare una nuova avventura. Il suo obiettivo sarà certamente la panchina di un club ambizioso e che gli permetta di andare a caccia della decima Eurolega, e sarebbe con la sesta squadra diversa dopo Partizan, Badalona, Real Madrid, Panathinaikos (5) e Fenerbahce. E’ ovvio che il nome più plausibile per provare a vincere sia quello del Barcellona: il club blaugrana darà un’altra chance a Pesic nel 2020-21 ma poi potrebbe cambiare rotta e andare dritto su “Zoc”, a meno che non si punti ad un profilo più giovane come Jasikevicius.

Tolte CSKA e Real Madrid, che ad oggi è difficile pensare separate da Itoudis e Laso rispettivamente, e scartato il ritorno al Panathinaikos per il netto ridimensionamento economico, ecco che Barcellona pare la destinazione più facilmente ipotizzabile per il ritorno in panchina di Obradovic nel 2021. A meno che Messina non liberi quella di Milano o che Djordjevic liberi quella della Virtus Bologna

Quale futuro per il Fenerbahce: parte la caccia al nuovo coach

Chiusa l’era Obradovic, ora il Fenerbahce deve voltare pagina e dare inizio a un nuovo ciclo. Da capire anche il tipo di roster, chi dei giocatori attualmente sotto contratto resterà (Datome? Sloukas? Vesely?) e chi rinnoverà tra quelli in scadenza (Williams, Kalinic e Lauvergne certamente no). Secondo il giornalista greco Geroge Zakkas l’obiettivo del Fener è comunque quello di andare su un allenatore di alto profilo europeo: il sogno si chiama Sarunas Jasikevicius ma appare complicato che l’ex playmaker e “figlioccio” di Obradovic lascia lo Zalgiris Kaunas con cui ha contratto. Tra quelli liberi ci sono il croato Velimir Perasovic, ex Valencia, Efes e Baskonia, e Dejan Radonjic, montenegrino visto in passato alla Stella Rossa e poi al Bayern Monaco. A fine stagione saranno liberi pure Sito Alonso, ex Badalona, Baskonia, Barcellona e Cedevita, quest’anno al Murcia, e il leggendario Aito Garcia, che finirà l’esperienza all’Alba Berlino e non è detto che prosegua.

Sempre secondo Zakkas l’alternativa sarebbe puntare su un trio di allenatori turchi: Ertugrul Erdogan, 52enne coach del Galatasaray, Ufuk Sarica, classe 1972 ex Efes, Besiktas e attualmente al Pinar e ct della Turchia, e Erdem Can, lo storico assiente di Obradovic al Fenerbahce (quello coi baffi, per intenderci).

A prescindere da chi si siederà sulla panchina del Fener, dovrà fare i conti con un’eredità pesantissima perchè la storia dice che dopo Obradovic i club hanno sempre faticato: il Partizan è tornato alle Final Four di Eurolega solo 2 volte (dal 1993), Badalona non ci è più tornata (titolo nel ’94), il Real Madrid ha atteso 14 anni per una Final Four e 18 per il titolo europeo (dal 1997), la Benetton Treviso ha atteso 3 anni per una Final Four e poi è sparita (dal 1999) e il Panathinaikos non è più tornato alle Final Four (dal 2012).