Draft NBA: Obi Toppin, da “signor nessuno” a numero 1 della NCAA

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In 12 mesi, anzi meno, il nome di Obadiah Richard Toppin, per tutti più semplicemente “Obi”, è passato dal nulla ad addirittura essere affiancato alla NBA. Sì perchè Obi, ala-centro dei Flyers di Dayton, è stato protagonista di una clamorosa annata NCAA col suo college in cui ha fatto incetta di premi individuali nel college basket assieme al suo coach Anthony Grant, considerato un genio, uno dei nomi in rampa di lancio del panorama universitario. La pandemia ha purtroppo interrotto sul più bello la corsa di Toppin e di Dayton, formazione imbattuta nella Atlantic 10 (18-0) e con sole due sconfitte in stagione (29-2), entrambe all’overtime, una delle quali con Kansas nella finale del Maui Invitational. Nonostante tutto le quotazioni di Obi sono cresciute esponenzialmente ed è considerato uno da Top 10 al Draft 2020.

Dopo aver parlato di Anthony Edwards, probabile numero 1 assoluta del Draft, di James Wiseman e di LaMelo Ball, ora i nostri riflettori vanno su Obi Toppin, il miglior giocatore dell’ultima stagione del College Basketball.

Obi Toppin

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Prima di quest’ultima stagione, quella dell’esplosione, il percorso cestistico di Toppin non è stato facile. Ha cambiato tre licei, due in Florida e uno a New York, non aveva offerte da college di Division I e così ha speso un anno in una prep school, a Mount Zion, nel Maryland, e poi sì che sono arrivate proposte: ha scelto Dayton piuttosto che le varie Georgetown, Texas Tech e Georgia, e ha avuto ragione, pur se il primo anno è stato normale, nulla di più.

Il secondo invece è stato quello dell’esplosione, facilitato anche dal sistema di Grant: Toppin, schierato da centro, ha potuto sfruttare al meglio le sue caratteristiche, la velocità lungo il parquet, l’esplosività, la capacità di leggere il gioco e di aprire il campo, e il notevole atletismo, tanto da essere considerato uno dei migliori dunker della storia recente dell’NCAA. Ala forte di 204 cm per 100 kg, con un’apertura alare di 217 cm, ha chiuso la stagione con 20 punti e 7.5 rimbalzi di media, con anche 2 assist, un recupero e una stoppata, col 63% dal campo e il 39% dall’arco su 2.6 tentativi.

Punto di forza

Per la conformazione fisica, Toppin è un giocatore esplosivo, veloce, rapido e verticale. E’ un rim runner che dà il meglio di sè in contropiede e in transizione, può cogliere impreparata la difesa con tagli, slip the pick e liberarsi per alley-oop e deviazioni volanti. A rimbalzo è esplosivo e sfrutta le braccia lunghe, ha buoni movimenti in post dove può attaccare sia di destro, sia di sinistro, e apre il campo grazie al tiro da tre punti che ha assolutamente in faretra (39% su 2.6 tentativi).

E’ una autentica minaccia quando ha la palla perchè può tirare ma anche passare: legge i raddoppi, vede i tagli e i ribaltamenti, è un playmaker aggiunto. In difesa vede bene il gioco, sfrutta le braccia lunghe per anticipare, rubare palla e stoppare in aiuto. Inoltre ha notevole personalità.

Punto debole

Nonostante il fisico e l’atletismo, patisce il baricentro alto ed è molto debole di gambe. Subisce i contatti, non crea vantaggio col proprio corpo, in difesa e in attacco, ed è poco mobile e lento nel reagire: insufficiente come difensore sul perimetro, si fa battere facilmente ed è spesso in ritardo, soprattutto dagli esterni sui cambi. Deve imparare a seguire il gioco lontano dalla palla, migliorare nella concentrazione.

In attacco deve evolversi in un’ala, in uno stretch four visto che al college giocava da centro ed era abbastanza libero: deve lavorare sulla selezione dei tiri e sulle scelte, spesso attacca a tenta bassa e con palleggio alto, a volte si accontenta di triple e midrange senza ritmo.