Milano, in Euroleague ancora non ci siamo

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Si sapeva sarebbe stata una stagione complicata in Europa per l’AX Armani Exchange Milano ma probabilmente non si pensava lo potesse essere così tanto. Le difficoltà incontrate in campionato (e poi anche in Coppa Italia) possono essere ricondotte all’incapacità di gestire il doppio impegno pesante e le tante partite complicate che si devono affrontare in Eurolega, ma non sono spiegate tutte in questo.

La squadra di coach Messina ha degli evidenti problemi su entrambe le metà campo e, come si è visto dai movimenti di mercato fatti a stagione in corso, ha avuto anche dei problemi nella costruzione della stessa. Shelvin Mack e Aaron White hanno deluso fin dall’inizio e non sono mai riusciti a entrare nei meccanismi della squadra e la loro partenza è stata infatti indolore. Gli arrivi al loro posto di Drew Crawford e Keifer Sykes hanno migliorato un po’ la situazione ma non l’hanno cambiata. Se ci aggiungiamo anche i tanti infortuni subiti dai vari Nedovic, Gudaitis, Brooks, Moraschini, Rodriguez si può intuire che la costruzione di un gruppo solido in grado di giocare per tanti minuti e per tante partite ad alto livello non è così semplice.

Vittoria allo scadere contro Valencia

L’emblema della stagione in Euroleague dell’Olimpia Milano è la partita di ieri vinta con un tiro da tre di Vlado Micov allo scadere dopo un tempo supplementare in casa di Valencia. Una vittoria importantissima per la classifica (12-16 ora il record, raggiunti proprio gli spagnoli) ma che fa ben capire i tanti problemi che hanno ancora i biancorossi. Dopo un primo tempo giocato a strappi ma chiuso davanti nel punteggio, infatti, i ragazzi di Messina si sono disuniti come spesso gli accade, prendendo un parziale di 20-12 in favore di Valencia evidenziando terribili difficoltà nella metà campo offensiva, sia a segnare sia a costruire dei tiri aperti. Nell’ultimo quarto poi un nuovo strappo favorevole per poi regalare letteralmente l’ultimo minuto ai valenciani: sopra di 5 punti Crawford ha fatto un disastro dopo l’altro in difesa regalando il supplementare.
A quel punto c’è stato l’ennesimo crollo, con un -5 a 30 secondi dalla fine frutto di difese molle e attacchi senza idee. La vittoria arrivata con la tripla di Micov è più frutto di un vero suicidio di Valencia che dell’abilità di Milano, che si è aggrappata comunque al suo leader, Sergio Rodriguez che nonostante l’infortunio è stato nettamente il migliore in campo.

Un andamento non all’altezza delle aspettative

Se si tolgono le prime 9 partite disputate, in cui Milano sembrava aver veramente trovato la quadratura del cerchio anche in Europa, nelle successive il record dice un misero 5 vittorie e 14 perse con sconfitte arrivate anche contro Belgrado, Villeurbanne, Alba Berlino, Khimki e l’ultima vittoria contro il Bayern Monaco arrivata anche quella all’ultimo secondo.
Il 13esimo attacco è frutto di un gioco troppo spesso lento, giochi iniziati camminando o con delle esecuzioni fini a se stesse che finiscono con un pick&roll centrale con pochi secondi sul cronometro. La mancanza di una dimensione interna (Gudaitis e Scola in post basso qualcosa riescono a dare mentre Tarczewski assolutamente no) toglie ovviamente un’arma a questa squadra costretta spesso a giocare degli uno contro uno degli esterni (16esimi per media assist); forse mandare qualche esterno fisico come Micov o Crawford potrebbe essere un tentativo valido per variare un po’ l’attacco e costringere le difese a fare delle scelte per dare maggiore spazio ai tiratori sul perimetro (Milano è decima per percentuale al tiro da tre, penultima per percentuale al tiro da due).

Oltre ai problemi in attacco, comunque, ce ne sono altri anche in difesa, pesanti, perché prendere parziali di oltre 30 punti nei momenti decisivi come successo nella sfida persa contro il Real Madrid (o quello che ne rimaneva vista l’assenza di 5 giocatori di rotazione) è ormai una consuetudine e non una novità. Ottava peggior difesa dell’Eurolega per punti concessi e seconda per rimbalzi concessi agli avversari, due problemi che Messina non è ancora riuscito a sistemare e che diventando ancora più evidenti quando in campo ci sono insieme Rodriguez e Scola, spesso in grande difficoltà sia in uno contro uno, sia sul pick&roll, sia in aiuto.

I prossimi impegni saranno decisivi

Già la prossima partita contro l’Olympiacos potrà dire molto sulle chance di Milano di sognare ancora l’accesso ai playoffs. I greci infatti sono nel gruppone che lottano per l’ultimo posto disponibile e si tratterà quindi di uno scontro diretto, giocato quasi sicuramente a porte chiuse causa Coronavirus, quindi in una situazione ancora più strana e difficile. Successivamente Milano sfiderà 4 squadre che al momento sono dietro in classifica, quindi sulla carta più facili e fattibili: Stella Rossa, Baskonia, ASVEL Villeurbanne e Zenit San Pietroburgo. Riuscire a fare bottino pieno vorrebbe dire aumentare di molto le probabilità di qualificazione alla post season, ma come l’Olimpia ha dimostrato spesso quest’anno anche nelle partite più “semplici” (per quando di facile in Euroega non ci sia nulla) trovano un modo per complicarsi la vita. La chiusura della stagione sarà contro il CSKA Mosca in una sfida che si preannuncia bollente se i milanesi avranno ancora la qualificazione in ballo vista la presenza tra i moscoviti di Mike James, ex dal dente decisamente avvelenato.