“A star is born!”, Trae Young è la luce nel buio degli Atlanta Hawks

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Trae Young, Atlanta Hawks © 2019 Mitchell Leff / Getty Images

Le 20 partite sin qui giocate da Trae Young hanno detto qualcosa di abbastanza chiaro: Young, con ogni probabilità, sarà – a messo che già non lo sia – una superstar NBA. Al suo secondo anno in NBA, il prodotto dell’Università dell’Oklahoma sta mettendo in fila numeri da record, che riscuoterebbero un clamore mediatico di molto maggiore se solo a Dallas non ci fosse un altro giocatore al secondo anno che pare proprio essere sul punto di prendersi la lega tra le mani, Luka Doncic. Young viaggia a 28.4 punti di media, quinto nella classifica marcatori, 4.2 rimbalzi e 8.4 assist a partita, terzo sul totale. E’ già maturato moltissimo rispetto alla sua stagione da rookie, basta questo travolgente inizio stagione come conferma, tanto che ad oggi, nonostante la giovanissima età, possiamo considerarlo come una delle armi più letali della lega ed una delle più elettrizzanti attrattive che un campo di pallacanestro possa offrire.

L’imprevedibilità offensiva

E’ difficile non innamorarsi dello stile di gioco offensivo di Trae Young, così fluido, vario ed al tempo stesso efficace; l’impressione che se ne trae, il più delle volte, è che stia giocando al campetto. Ha quell’incoscienza e quella (quasi) totale fiducia nei propri mezzi che gli permette di prendersi con nonchalance triple da distanza siderale. In questo ricorda moltissimo Steph Curry – oltre che per le ovvie congruenze di natura fisica -; necessita infatti di pochissimo tempo ed ancor meno spazio per prendersi un tiro da tre punti. Young sta effettuando 8.8 tiri da oltre l’arco a partita con una percentuale che sfiora il 40%; tira poi con un buon 45% dal campo e vanta un’ottima Effective Field goal percentage, 53.7%.

E’ molto interessante vedere come Trae Young selezioni i suoi tiri. Gran parte di essi arriva da PullUps da 3 punti, con una frequenza del 35% per una percentuale di canestri che raggiunge un non indimenticabile 36%, ma su di essa influisce il fatto che molto spesso il difensore gli è attaccato. Il 45% avviene invece dopo 7 o più palleggi, mentre quando i tiri partono da catch n shoot, la percentuale di realizzazione è al di sopra del 50%, ed una ancor maggiore, a dir il vero mostruosa, si registra nell’Effective field goal percentage, 76.5%! Ma questa tipologia rappresenta solo l’8.8% del totale. Ciò ci dice che il giovane Trae sarebbe incredibilmente efficace anche sugli scarichi dei compagni, ma al pari di altri “top” della lega, quando è in campo è sempre lui ad avere la palla in mano, quindi, la gestione della maggior parte dei possessi.

E’ primo, insieme a Doncic, per tempo di possesso (9.2 secondi!), quinto per usage, 33.8%, e detiene il primato assoluto per uso di pick and roll da portatore di palla: 15 possessi a partita con una frequenza di realizzazione del 41%. Young è abilissimo, già uno dei migliori della pista, nell’utilizzo di questo fondamentale. Gli permette infatti di trovare un tiro più aperto da 3 punti (spesso effettuato in step back), oppure di servire coi tempi giusti il lungo che “rolla” o che si apre sull’arco. Sì, perché Young, grazie anche ad un ball handling ben al di spora della media, è un finissimo passatore ed il pick and roll centrale con Collins, ora fermo per squalifica, sarà sempre di più una serissima minaccia per le difese NBA.

Coprirlo in difesa

Anche se non è ancora straordinario nel finire al ferro (comunque, sono già 7.6 i liberi tentati a partita, segno che nonostante la stazza ridotta sia bravo ed astuto nell’assorbire i contatti NBA), ed il suo gioco lontano dalla palla, in taglio ma non solo, è del tutto perfettibile, non è alla metà campo offensiva che Trae Young dovrà guardare se è seriamente intenzionato a dominare la lega in futuro. Gli Hawks sono dove sono, record di 5-16, che equivale all’ultimo posto ad est ed al fondo di quasi tutte le principali categorie statistiche di squadra, anche, ma forse soprattutto, perché non riescono ad “assorbire” le (inevitabili?) mancanze difensive di Trae Young. Certo, Young non è esente da colpe, anzi. Atlanta cola a picco, offensivamente, quando Young siede in panchina (segna quasi venti punti in meno!), dall’altro lato, però, subisce 15.5 punti in meno per cento possessi, cifra che rappresenta il rating differenziale più alto tra tutti i giocatori del roster!

E’ indubbio che il giovane play degli Hawks non abbia ancora sviluppato la necessaria attitudine difensiva. I suoi 188 cm per 82 kg di peso forse non gli permetteranno mai di entrare nell’elite dei difensori NBA, ma ciò non può costituire il suo alibi di ferro. Young può e deve diventare un difensore quantomeno discreto, più affidabile; piccola taglia non è necessariamente sinonimo di pessimo difensore: basta gettare un occhio alle guardie della lega per trovare degli esempi virtuosi in tal senso. E’ anche vero però, viste le caratteristiche fisiche e tecniche appena evidenziate, che la prima domanda da porsi, se si può contare su di un talento del calibro di Trae Young nel proprio roster, è la seguente: “Come gli rendiamo la vita più facile?”. Ali versatili e prestanti fisicamente come De’Andre Hunter e Cam Reddish, o lo stesso summenzionato John Collins, possono rappresentare una risposta concreta.

Ad oggi, però, come evidenziano senza alcuna pietà i risultati di squadra, ciò non è neanche lontanamente sufficiente. Gli Atlanta Hawks ed il suo Front Office dovranno fare quanto in loro potere, e forse più, per circondare Young di giocatori “funzionali”, in grado di aiutarlo, “coprirlo” e mascherarne, per quanto possibile, le lacune in fase difensiva. Perché, nonostante il presente dica il contrario, ad Atlanta sanno bene che una stella come Trae può essere l’epicentro per un qualche cosa di grande in futuro.