Da Wade e Butler, passaggio del testimone ai Miami Heat

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Il 9 aprile di quest’anno ha segnato la fine di una era a Miami. Dwyane Wade saluta il parquet che ha caratterizzato la sua vita per gli ultimi due decenni. Con il suo ritiro si chiude un ciclo impressionante per gli Heat di Pat Riley: tre titoli NBA con due nuclei diversi e quasi dieci anni tra il primo e il secondo (2006, 2012, 2013), inoltre playoff raggiunti ogni stagione eccetto in tre occasioni.

Futuro tra salary cap e Draft

Questi sono numeri a dir poco incredibili, però portano con loro un prezzo caro da pagare per il futuro: Miami si trova nell’inferno salariale. Solo Portland e Golden State avranno un cap hit più alto della squadra di Riley e Miami non si trova certamente a quei livelli tecnicamente. Fanno male i contratti firmati soprattutto nel 2016 e nel 2017, come James Johnson per 13 milioni annuali (fino al 2022), Kelly Olynyk per 12.75 (fino al 2021) e Dion Waiters per 12.25 (fino al 2021). Perlomeno gli Heat sono riusciti a cedere il salario spaventoso di Hassan Whiteside (27 milioni) e di Tyler Johnson (19 milioni), entrambi però in scadenza nella prossima stagione, ma troppo cari al momento che avrebbe condannato la franchigia a pagare una luxury tax troppo alta.

Il rimanere competitivi per tutti questi anni è costato caro anche dal punto di vista del Draft, che in futuro non vedrà tante scelte degli Heat: fino al 2024 i Heat disporranno solo di tre selezioni al Draft (tre nel primo giro, zero nel secondo). Qualcuno dirà che questo non è un grande problema, perché le scelte di secondo giro non sono importanti. Invece no: specialmente per squadre con problemi salariali il contratto semi garantito è conveniente e gli Heat specialmente hanno dimostrato un buon occhio per giocatori in quel giro come per esempio Josh Richardson.

Niente tank, anzi: Con Jimmy Butler all’attacco dell’Est

Tuttavia gli Heat hanno deciso di proseguire sulla strada del successo e sono andati ad assicurarsi la firma di Jimmy Butler. Quattro anni di contratto a una media di 34.5 milioni. È facile da vedere la mano di Pat Riley dietro a questa idea, il fatto che il pluricampione NBA stia andando verso i suoi ultimi anni come presidente degli Heat è essenziale nello spiegarsi questa mossa. Non è un segreto nei cerchi della lega che Pat rischierà il tutto per tutto per vedere Miami vincere un altro titolo prima del sul meritato ritiro.

Miami quindi inizierà la stagione con una squadra costruita intorno a Jimmy Butler, puntando per il momento su Adebayo e Winslow, due dei giovani più interessanti presenti nel roster e chiamati a fare un salto di qualità per diventare incisivi fin da subito.
I punti di domanda per gli Heat saranno comunque tanti: chi sarà il numero due vicino a Butler?Dragic inizialmente dovrebbe essere la seconda punta offensiva, anche se i tanti tentativi di cederlo potrebbero portarlo a non dare il 100% in campo. Inoltre che ruolo avranno giocatori come Waiters, Leonard, Jones e Johnson? Tanti buoni comprimari, tutti che ricevono lauti compensi, ma nessuno che dalla panchina possa veramente fare la differenza (forse Waiters che però torna da un infortunio e ha dimostrato di non essere propriamente un giocatore affidabile nel lungo periodo).
E per finire come potrà influire il rookie Tyler Herro? Ha già dimostrato alla Summer League di poter segnare da subito nella NBA (ricorda un pochino Devin Booker nel suo primo anno a Phoenix), ma sarà da capire l’impatto con le altre guardie della Lega come potrà essere, se non tanto offensivamente, quanto difensivamente. A Spoeltra però il ragazzo piace e potrebbe anche, un po’ a sorpresa, farlo partire nel quintetto base fin dall’inizio.

Jimmy Butler come Dwyane Wade? La ricetta per il titolo

fivethirtyeight.com proietta gli Heat a 44 vittorie, che basterebbero per il quarto posto nella loro previsione della Eastern Conference di quest’anno. Se quest’anno l’obiettivo playoff non è stato centrato, per la prossima stagione le cose dovranno per forza cambiare per la squadra di South Beach, ed un giocatore con il carisma di Butler servirà anche, tanto, per questo.

Sedici anni dopo aver selezionato Dwyane Wade in quella Draft Class del 2003 che diventerà una delle più grandi di tutti i tempi, i Miami Heat si ritrovano ai piedi della montagna pronti per pianificare una nuova ascesa.
Jimmy Butler dovrà ora mettersi nei panni che sono stati del leggendario numero 3, suo amico e idolo, per riportare Wade County dove Pat Riley vuole arrivare: in cima alla montagna.