Giannis Antetokounmpo MVP di una NBA sempre più globale! Doncic, Siakam, Gobert…

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Con la regular season in archivio da tempo, playoffs fatti, titolo assegnato ai Toronto Raptors, anche il Draft è andato in scena e con la free agency alle porte, la NBA ha consegnato i premi individuali sulla stagione. Lo show trasmesso da TNT è passato un po’ sotto silenzio anche perchè, va detto, i premi di cui sopra erano già abbastanza annunciati.

Giannis Antetokounmpo MVP assolutamente meritato, punta dell’iceberg della grande regular season da 60 vittorie dei Milwaukee Bucks, i migliori di tutti nelle 82 partite e fermati solo dai Raptors nella finale dell’Est. Non solo Giannis però: Mike Budenholzer è stato eletto coach dell’anno, John Horst è stato l’executive dell’anno per aver assemblato una squadra che ha sfiorato le Finales. Gli altri awards: Luka Doncic miglior rookie, Pascal Siakam giocatore più migliorato, Lou Williams miglior sesto uomo e Rudy Gobert miglior difensore. Grecia con tratti nigeriani, Slovenia, Camerun, Francia, oltre ovviamente agli autoctoni americani: sì, l’NBA è sempre più globale!

Giannis MVP

Alla sesta stagione NBA, Giannis Antetokounmpo vince il premio di MVP, meritato e confermato dalle votazioni, con 941 punti davanti ai 776 di James Harden (78 primi posti, 23 secondi posti, viceversa per il Barba, ndr). Il greco ha effettivamente fatto un’annata irreale a livello di numeri, con quasi 28 punti, oltre 12 rimbalzi e quasi 6 assists, senza contare l’efficacia in area, nei pressi del ferro e in difesa. Questo è un altro step all’interno di una crescita esponenziale e che, come prossimo passo, prevede l’approdo alle Finals e magari la conquista del titolo NBA, come ha scritto in un tweet Kobe Bryant, lui che nell’estate 2017 aveva sfidato Giannis ad andare all’assalto del premio di MVP.

Il Greek Freak, una volta ricevuto il premio, si è lasciato andare in un discorso molto toccante che si è trasformato in pianto quando ha parlato della famiglia, del padre scomparso nel 2017 per un attacco cardiaco, e della mamma, la sua eroina:

Ogni volta che sono sceso in campo ho sempre pensato a mio padre, e questo mi ha spinto a giocare sempre più duro, ad andare avanti anche quando il mio corpo era dolorante… E voglio ringraziare la mia splendida madre: lei è la mia eroina. Quando sei bambino, tu non vedi un futuro. Ma se hai dei bravi genitori, sono loro a vederlo per te. Lei ha sempre visto il futuro che avevamo davanti a noi, ci ha sempre creduto e c’è sempre stata. È lei la fondazione di questa famiglia, sei la mia vera eroina

Gli altri awards: da Doncic a Siakam

Come detto, oltre a Giannis, i Milwaukee Bucks hanno conquistato altri due premi. Mike Budenholzer è stato eletto coach of the year con 402 punti totali (77 primi posti su 100) davanti a Doc Rivers, 200, e Mike Malone, 154; John Horst è invece il miglior dirigente, l’executive, e l’ha spuntata su Tim Connelly dei Denver Nuggets, 72 punti contro 69.

Quasi all’unanimità le premiazioni per Doncic e Williams: Luka è il Rookie of the Year con 496 punti davanti ai 301 di Trae Young (98 primi posti per lo sloveno, gli altri due per la stella degli Hawks), mentre “Sweet Lou” è il miglior Sesto Uomo con 489 punti davanti ai 190 di Domas Sabonis e ai 142 del compagno ai Clippers Montrezl Harrell (96 primi posti su 100 per Williams). Netta anche la vittoria di Pascal Siakam per il Most Improved Award con 469 punti davanti ai 255 di D’Angelo Russell (86 primi posti contro 12), meno netta ma comunque largo il successo di Rudy Gobert come miglior difensore, con 411 punti rispetto ai 280 di Antetokounmpo (65 primi posti a 26).

Infine merita almeno una menzione il premio riservato al “Moment of the Year” che è andato a Derrick Rose e alla sua clamorosa prestazione da 50 punti, career high, per i Minnesota Timberwolves contro gli Utah Jazz, con l’intervista post partita in lacrime.