NBA Playoffs 2019, Western Conference: Warriors e Rockets le favorite

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La regular season si è chiusa, come ormai sta succedendo spesso negli ultimi anni, con una grande incertezza sul posizionamento delle squadre qualificate per i playoffs. A ovest, soprattutto, escluse Warriors e Jazz che sapevano già di essere la #1 e la #5 nella griglia, le altre si sono tutte giocate il posto, rendendo quindi fino alla fine interessante la regular season.

I favori del pronostico per la Western Conference vanno, ovviamente, verso i Golden State Warriors a caccia della quinta Finals consecutiva e del quarto titolo degli ultimi 5 anni; gli Houston Rockets, nonostante abbiano chiuso la RS al quarto posto, sembrano essere la squadra più attrezzata per mettere i bastoni tra le ruote della banda di coach Kerr. Le sorprese? Gli Oklahoma City Thunder ci proveranno, forti anche del loro 4-0 negli scontri diretti in stagione contro i Blazers, i Denver Nuggets hanno stupito tutti in regular season ma dovranno dimostrare la stessa solidità, infine i Los Angeles Clippers di Danilo Gallinari non hanno nulla da perdere e potranno giocare a mente libera contro i campioni in carica.

NBA Playoffs 2019: calendario e risultati

(1) Golden State Warriors vs. (8) Los Angeles Clippers

In regular season: 3-1

Golden State è la chiara favorita, non solo per superare il turno, ma anche per andare fino in fondo. Come ormai ci hanno abituato la regular season è stata giocata a marce basse, con qualche accelerazione nei momenti giusti per prendersi il 1° posto nella Conference. Coach Kerr dovrà tenere alta la guardia dei suoi che quest’anno hanno fatto molta più fatica del solito in difesa, e il piccolo infortunio occorso a Stephen Curry potrebbe limitarlo, togliendo un po’ di ritmo ed emozione al gioco di tutti i Warriors.
Sarà anche la prima apparizione ai playoffs in carriera per DeMarcus Cousins (l’anno scorso ai box con i Pelicans) che sarà chiamato a dare un ulteriore aiuto ad una macchina pressoché già perfetta.

Dall’altra parte troveranno una squadra di Los Angeles, non i Lakers come tutti avrebbero pensato a inizio stagione ma i Clippers, la vera sorpresa stagionale della NBA. Coach Rivers è riuscito a dare un’identità fortissima ad un gruppo di ragazzi che non sembravano poter essere a questo livello, soprattutto quando negli ultimi giorni di mercato avevano perso il loro miglior marcatore, Tobias Harris. Invece il finale di stagione è stato esaltante ed LA arriva con la testa e le gambe totalmente leggere, sapendo di avere poche chance ma anche la possibilità di piazzare un eventuale upset storico. A guidare la banda ci sarà il nostro Danilo Gallinari, alla miglior stagione in carriera chiusa con 19.8 punti, 6.1 rimbalzi, 2.6 assist, 46.3% dal campo (43.4% da tre) ed il 90.5% ai liberi.

(2) Denver Nuggets vs. (7) San Antonio Spurs

In regular season: 2-2

Scontro tra due sorprese, in maniera differente, della regular season. I Denver Nuggets, dopo aver mancato i playoffs l’anno scorso perdendo lo spareggio coi Timberwolves, sono stati per larghi tratti la miglior squadra della Western Conference, mentre i San Antonio Spurs, pur con alti e bassi, hanno stupito un po’ tutti per come sono riusciti a superare gli addii di Ginobili e Parker, la trade di Leonard, l’infortunio di Murray, e per come hanno inserito una star molto particolare come DeMar DeRozan. Si affrontano due franchigie che hanno dato il meglio fra le mura amiche: i Nuggets, storicamente favoriti anche per l’altitudine (si gioca a 1600 metri, va sempre ricordato), hanno chiuso col miglior record casalingo della Lega, 34-7; San Antonio è 32-9 all’AT&T Center, il terzo a pari dei Raptors.

Sulla carta i Nuggets sono favoriti, hanno una squadra lunga, talentuosa e ben oliata, con l’esperienza ai playoffs di Millsap e Barton a far da contraltare ai debuttanti Jokic e Murray, la coppia che si scambia più passaggi in media della Lega (30 del serbo al canadese, 24.8 al contrario). Gli Spurs hanno dalla loro l’esperienza, soprattutto a livello di coaching staff, con Gregg Popovich che non ha bisogno di presentazioni: le incognite sono il ruolo dei vari White e Forbes, decisivi finora, e la reale efficacia di DeRozan e Aldridge, due “animali” da regular season ma storicamente deboli in post season. Un dato che deve preoccupare San Antonio: ha il miglior defensive rating della NBA, 102.5, quando LMA e DMDR sono in panchina.

(3) Portland Trail Blazers vs. (6) Oklahoma City Thunder

In regular season: 0-4

Sulla carta è una sfida molto equilibrata, anche se il 4-0 OKC della regular season farebbe pendere l’ago della bilancia verso i Thunder. Aggiungete la diffidenza sulla versione playoffs dei Blazers – eliminati malamente lo scorso anno dai Pelicans -, sull’assenza di Nurkic e sulle condizioni fisiche non perfette di McCollum, e avete una serie a pronostico quasi segnato. Entrambe le squadre arrivano all’appuntamento comunque col morale alto (nelle ultime 10, 8-2 Portland e 7-3 OKC), i Thunder con un Russell Westbrook che ha chiuso per la terza stagione di fila in tripla doppia di media e un Paul George che pare aver ritrovato un po’ di smalto, non foss’altro per la tripla vincente a fil di sirena contro i Rockets di due notti fa.

Portland vive e muore con il talento di Dame Lillard e deve sperare in un contributo del pacchetto lunghi composto da Kanter, Leonard e Collins: il turco in attacco può supplire al meglio all’assenza di Nurkic ma difensivamente è tradizionalmente un buco e questo potrebbe favorire le scorribande al ferro di Westbrook e soci. Viceversa OKC deve avere impatto da Adams e da Grant: quest’ultimo è stato protagonista di un’incoraggiante crescita, soprattutto al tiro da fuori (39.2% da tre), e con il suo atletismo può far saltare il banco. I numeri: Portland è il terzo attacco NBA (113.6 di OffRat), Oklahoma City la quarta difesa (106.4 di DefRat), soprattutto OKC è prima per palle recuperate (9.3 a gara) anche grazie a George (2.2, primo per deflections, 292, e per loose ball recoveries, 160) e Westbrook (1.9, quinto per deflections, 226, e quarto per loose ball recoveries, 134).

(4) Houston Rockets vs. (5) Utah Jazz

In regular season: 2-2

Storicamente 4 vs 5 è la serie più bilanciata, a maggior ragione con due formazioni che arrivano al meglio ai playoffs, con 8 vinte nelle ultime 10. La sensazione è però che Houston avrebbe preferito stare dall’altra parte del tabellone per evitare i Golden State Warriors almeno fino alla finale di Conference, e invece potrebbe già affrontarli al secondo turno, Jazz permettendo. Le due squadre hanno vinto due gare ciascuno in regular season e si sono già affrontate nei playoffs 2018 (4-1 per i texani): hanno avuto un percorso simile in questa stagione, con un brutto avvio (11-14 i Rockets, 14-17 i Jazz) e una seconda parte in crescita esponenziale (Utah ha il secondo record dietro i Bucks dall’1 gennaio mentre dopo l’All Star Break i Jazz sono 18-6, terzi, e Houston prima, 20-5).

Houston sulla carta ha qualcosa in più, sembra l’unica possibile antagonista a Golden State in virtù di un Harden straripante (36+6.6+7.5 col 37% da tre, 317 triple non assistite) e di un roster più lungo, con le aggiunte di Faried, Rivers, Shumpert e Danuel House (41.6% da tre e +14 di NetRat con lui in campo). L’incognita è ovviamente la salute di Chris Paul: se sta bene e può giocare ai suoi livelli, allora è un problema per tutti, Warriors compresi. Sponda Jazz, la squadra di Quin Snyder ha un impianto definito, un Donovan Mitchell in crescita, un barometro come Joe Ingles e un’ancora difensiva come Rudy Gobert, destinato ad un duello intrigante con Capela (primo e secondo per % dal campo, 66.9 il francese, 64.8 lo svizzero). La difesa è la chiave per Utah, seconda per DefRat (105.2) e quarta per NetRat (5.0): in particolare al ferro, dove Favors è 1° col 50.1% concesso agli avversari (Gobert 6° col 52.9).