Che ne sarà dei Washington Wizards?

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Bradley Beal, Washington Wizards – © 2017 Nike

Questo è quello che sento ora. Io e John Wall siamo il miglior backcourt della lega.” Così sentenziava Bradley Beal nel lontano Giugno del 2017, alla fine di un’ottima stagione in cui Washington aveva visto sfumare per un soffio le finali di Conference ad Est. In molti allora davano ragione alla guardia originaria di St. Louis, eppure, il campo ha sancito qualcosa di decisamente diverso.

Dall’estate di quelle dichiarazioni ad oggi – due stagioni esatte -, gli Wizards hanno perso 89 partite, sono usciti al primo turno dei playoffs del 2018, da ottavi, contro i Toronto Raptors ed hanno clamorosamente bucato la partecipazione a quelli di quest’anno.
Che dire della stagione di Washington di quest’anno? Un po’ di dati rendono l’idea: undicesimi ad est con un record di 32 vittorie e 50 sconfitte, il peggiore dalla stagione 2012-2013; ventisettesimi per defensive rating (112.8); ventisettesimi per rimbalzi conquistati a partita (42.4); penultimi per punti concessi all’avversario a partita (116.9), solo gli Hawks hanno fatto peggio (119.4). Ma più di qualsiasi dato o statistica negativa, a riassumere egregiamente la sciagurata annata dei Wizards basta questo semplice e brevissimo video.

Il caos

Nessun’altra parola può descrivere meglio la situazione attuale. Appena saputo che non avrebbero giocato i playoffs, gli Wizards hanno licenziato il presidente, nonché GM, Ernie Grunfeld, ponendo fine ad un’era. Grunfeld, infatti, è stato al comando della squadra della capitale per ben 16 stagioni, collezionando un record globale di 568 vittorie e 724 sconfitte. Sotto la sua guida, Washington è riuscita a conquistare i playoffs in otto stagioni, senza mai, però, esser riuscita a passare le semifinali di conference o raggiungere le 50 vittorie per singola stagione regolare. Momentaneamente il suo posto è stato preso dal vicepresidente della squadra, Tommy Sheppard; alcuni rumors lasciavano presagire che il principale candidato a ruolo di GM dei Wizards potesse essere David Griffin (già GM dei Cleveland Cavs), ipotesi tramontata quando questi ha reso noto il suo accordo con i Pelicans per la prossima stagione. Il proprietario Ted Leonsis ha detto di voler prendere questa decisione con tutta la calma del caso, vagliando tutte le possibili opzioni a sua disposizione. Di sicuro c’è che urge un cambio di rotta netto con la precedente gestione.

Il futuro

Grunfeld lascia dietro di sé una situazione, sportiva e salariale, assolutamente stagnante, per non dire tragica, che concede poco o nessuno spazio di manovra al suo futuro successore. Ci sono dei contratti che pesano come macigni sulle finanze dei Wizards, alcuni dei quali hanno dell’incredibile. Come non menzionare il caso Mahinmi: l’assai discutibile, per usare un eufemismo, centro francese si è visto offrire nella magica – per lui – estate del 2016 un contratto che gli garantiva 64 milioni per 4 anni. Una follia. A questo si aggiunga il contratto monstre di John Wall, il quale arriverà a percepire più di 47 milioni nella stagione 2022-2023, il che lo rende praticamente incedibile. Wall, tra l’altro, è fermo ai box da fine Dicembre per la rottura del tendine d’Achille, e non si sa nemmeno se giocherà la prossima stagione (caos si era detto, no?). Rimane Beal. La guardia 2 volte all-star viene da una stagione importante dal punto di vista personale, ma sembra ancora meno adatto di Wall a svolgere il delicato ruolo di leader o di perno principale di una squadra dalle grandi ambizioni. Allora, viene naturale chiedersi quale tipo di futuro questa squadra possa avere nella lega. Washington si trova ora costretta nel terribile limbo in cui non si può né attirare free agent, né ricominciare da prospettivi di primario valore attraverso il draft. La peggiore situazione possibile in NBA.

Serve tempo (tanto), pazienza, idee. E soprattutto un progetto, termine tra i più inflazionati ma quanto mai necessario in questo caso, che guardi finalmente al lungo termine. Insomma, tutto ciò che è mancato fino ad ora. Magari, per finire con un lieve anelito di speranza, la futura dirigenza dei Wizards potrebbe dare un’occhiata ai Brooklyn Nets – geograficamente neanche troppo lontani -, che hanno dimostrato come da una situazione analoga si possa uscire a testa alta.