Ja Morant o RJ Barrett: chi alla 2 del Draft NBA dopo Zion?

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Con la stagione NCAA ormai verso la conclusione, si inizia seriamente a pensare al prossimo Draft NBA, una tornata di scelte considerata non troppo ricca di talento ma che può vantare alcuni diamanti rari. Su tutti Zion Williamson, da mesi la sicura numero 1, lui che ha tutto per diventare un uomo franchigia, una sorta di LeBron James 2.0 per impatto sulla Lega. Ci sono dubbi però riguardanti chi sarà chiamato alle sue spalle con la 2: se fino a poche settimane fa era scontato il nome di RJ Barrett, prospetto canadese e compagno di Zion a Duke, ora pare esserci stato il sorpasso da parte di Ja Morant, playmaker da Murray State che nelle due gare giocate al Torneo ha fatto saltare tutti sulla sedia, addetti ai lavori ma anche alcuni assi NBA. Chi sarà quindi il secondo nome chiamato da Adam Silver?

Ja Morant

Il nome di Ja Morant è salito alla ribalta in questa stagione: il sophomore del South Carolina (come Zion) gioca a Murray State, mid major della Ohio Valley Conference, ed è considerato il miglior playmaker del Draft, soprattutto dopo l’infortunio che ha tolto di mezzo praticamente subito Darius Garland di Vanderbilt.

Dopo un primo anno a 12 punti e 6 assists di media in 34′, in questa annata è esploso arrivando a 24.5 punti, 5.7 rimbalzi e 10.0 assists (con 5.2 perse anche…), conducendo Murray State alla vittoria del torneo di conference e quindi al Torneo NCAA. E’ il primo giocatore nella storia della Division One a chiudere una stagione a 20+10 di media, ha firmato tre triple doppie, 5 gare oltre i 30 punti, e una da 40, senza dimenticare schiacciate e highlights che hanno fatto il giro degli Stati Uniti, e non solo. Poi al Torneo è arrivata la tripla doppia nella vittoria su Marquette (17+11+16) e la prova da 28 punti nella sconfitta contro Florida State, comunque ininfluente per i giudizi super positivi verso di lui (ha creato il 63% dei punti di Murray State al Torneo NCAA).

Quanto fatto al Torneo ha proiettato Ja Morant immediatamente alle spalle di Williamson nei Mock Draft al netto di alcuni aspetti poco convincenti del suo gioco, in primis la difesa (nulla) e il tiro da fuori (36.3% in stagione su 5 tentativi di media), in secundis la scarsa fisicità, soprattutto per finire nel traffico, e la tendenza a perdere tanti palloni (5.2 di media non è poco…). Però è il prototipo della point guard moderna, con atletismo sconfinato, velocità, braccia lunghe, grande visione di gioco, atletismo e una capacità innata di coinvolgere compagni e pubblico con le sue giocate elettrizzanti. Ricorda molto De’Aaron Fox dei Kings, anche per presenza sul campo, e può essere da subito un riferimento per la squadra.

RJ Barrett

Diversamente il nome di Barrett è ben più conosciuto, lui che da 17enne trascinò il Canada alla vittoria dei Mondiali Under 19 al Cairo superando gli USA in semifinale e l’Italia in finale. Il figlio di Rowan, ex Cantù e ora general manager della nazionale canadese, è un esterno mancino di 2 metri che sa segnare in ogni modo: è uno scorer puro ed è difficile da fermare, a qualsiasi livello!

La sua annata a Duke parla di 23 punti, quasi 8 rimbalzi e 4 assists di media in 35 minuti con anche 3 palle perse e percentuali al tiro da rivalutare, come dicono il 31% da tre su oltre 6 tentativi e il 66% ai liberi su quasi 6 tentativi, piuttosto bassa per un attaccante di razza che tende a prendere molti falli andando verso il ferro. La presenza di Zion certamente lo ha un po’ oscurato ma questo non gli ha impedito di andare per 6 volte oltre i 30 punti e di firmare anche una tripla doppia, 23+11+10 nel successo contro NC State. Per non parlare del canestro decisivo per mandare i Blue Devils alle Sweet 16.

I dubbi riguardano soprattutto l’uso della mano debole, ovvero la destra, le sue scelte offensive e la scarsa efficacia a giocare senza e lontano dalla palla: in difesa è poco attento nonostante braccia lunghe e fisico, in attacco non taglia e uso poco i blocchi per ricevere. Tutt’altra storia quando è lui ad avere la palla in mano perchè resta un giocatore con istinti e personalità unici: è bravissimo a crearsi un tiro, sia dal mid-range, sia andando al ferro (ottimo il suo euro-step), ed è anche molto bravo a coinvolgere i compagni e a trovarli sul perimetro o in taglio quando è lui a gestire, pur non essendo un super passatore. Piedi per terra poi è efficace anche dall’arco mentre è devastante in transizione. In sostanza, Barrett può essere un “safe pick”, una scelta sicura. A chi somiglia? Per la mano sinistra ricorda Jalen Rose, per la capacità di segnare e mettere numeri il connazionale Wiggins, seppur con più mentalità ed etica del lavoro.

Morant o Barrett? Dipende dalla squadra

Come detto, mentre Zion Williamson è un talento unico e che non si può passare con la prima chiamata assoluta, con la 2 molto dipende da chi sarà la squadra a scegliere. Morant e Barrett sono due giocatori diversi pur con enorme potenziale e quindi la loro posizione di scelta potrebbe essere legata alle necessità e non al discorso del “BPA – Best Player Available“.

Al momento, in base al record, alla 2 chiamerebbero i Phoenix Suns: per loro, da tempo alla ricerca di un playmaker, sarebbe automatica la scelta di Ja Morant, un giocatore che si completerebbe al meglio con Devin Booker e DeAndre Ayton per la capacità di passare il pallone, di creare giochi a due col lungo ma anche di andare al ferro in prima persona punendo gli eventuali raddoppi su Booker. Anche per i Chicago Bulls alla 2 sarebbe automatica la chiamata di Morant, avendo loro puro in buco nel ruolo di play visto che Kris Dunn non ha confermato le aspettative che c’erano su di lui in sede di Draft.

Viceversa, se la 2 dovesse finire a franchigie come Atlanta, Cleveland o gli stessi New York Knicks, è più probabile la scelta di Barrett avendo già queste squadre un talento futuribile nel ruolo di play, ovvero Trae Young, Collin Sexton e Dennis Smith Jr. rispettivamente. Poi per i Knicks c’è anche un discorso legato alla free agency e agli obiettivi Kyrie Irving e Kemba Walker, per cui Barrett, il “Maple Mamba“, potrebbe più fare al caso loro.