Incubo Pelicans, addio ai playoff: si salva Randle, quale futuro per Davis?

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Dopo aver superato il primo turno agli scorsi playoff, per la prima volta dal 2008 e per la seconda nella storia della franchigia, i Pelicans si presentavano ai blocchi di partenza di questa stagione tra le possibili e probabili protagoniste di Western Conference. L’eliminazione per mano degli Warriors nella semifinale a Ovest non aveva destato scalpore, ma dopo l’incredibile sweep inflitto ai rampanti Blazers e un ottimo 48-34 in regular season, per Anthony Davis e compagni questa sarebbe dovuta essere la stagione delle conferme. Al contrario, New Orleans è ripiombata nell’anonimato e in estate quasi certamente perderà il proprio centro, sul parquet e nei piani futuri della franchigia. Difficile immaginare uno scenario peggiore alla vigilia di questa disastrata stagione.

ADDIO PLAYOFF

L’addio ai playoff è arrivato ormai da qualche tempo, tanto atteso quanto doloroso. E i Pelicans si sono letteralmente lasciati andare, considerando che hanno perso nove delle ultime undici partite giocate, vincendo soltanto contro i Mavericks in overtime e contro i Kings nella notte, di fatto estromettendo anche loro dalla corsa alla post-season. A cinque partite dal fischio finale sulla stagione, New Orleans ha un record ampiamente negativo (32-45), ma che difficilmente le consentirà di sperare in una scelta tra le primissime al prossimo Draft, considerando le otto squadre che hanno fatto di peggio tra Eastern e Western Conference. Bisogna, insomma, provare a fatica a estrapolare il meglio di questa stagione povera di gioie.

CHE RANDLE!

In primis a balzare agli occhi è lo straordinario rendimento di Julius Randle. Arrivato in estate dopo essere diventato unrestricted free agent con i Lakers, la settima scelta del Draft del 2014 ha trasformato il biennale da 18 milioni di dollari firmato in estate in una vera e propria steal in favore dei Pelicans. La sua esplosione è sotto gli occhi di tutti: 21.2 punti a partita con il 52.2% al tiro e il 33.7% da oltre l’arco, oltre a 8.6 rimbalzi e 3.1 assist. Quasi tutti career-high, per un centro in grado di progredire velocemente anche nel proprio tiro da tre punti, con 2.6 tentativi a partita rispetto agli 0.5 di un anno fa (22.2%). E, dallo scorso 1 febbraio, quando le voci sul futuro di Davis hanno iniziato a proliferare, Randle ha preso per mano la squadra da leader, con 23.8 punti con il 48.8% al tiro e il 35% su 4.2 triple tentate a partita, oltre a 7.1 rimbalzi e 3.5 assist. Numeri da All-Star.

LE OMBRE DI DAVIS

Non è però soltanto Randle ad aver emozionato. Grande stagione anche per Jrue Holiday, terminata anzitempo lo scorso 26 marzo in seguito a un’operazione chirurgica per sistemare un problema a livello muscolare. La guardia ha chiuso comunque con 21.2 punti, con 47.2% dal campo, 5 rimbalzi e 7.7 assist a partita. Numeri eccellenti per uno tra i “gregari” all’ombra di Davis a New Orleans. Tra i tanti infortuni che hanno condizionato la stagione dei Pelicans, è stato assai limitato l’utilizzo di E’Twaun Moore e di Elfrid Payton, tra i possibili protagonisti agli ordini di coach Alvin Gentry. Moore non gioca da quasi un mese e resta fermo a 11.9 punti a partita in 53 presenze stagionali, mentre Payton è rientrato lo scorso 23 febbraio e sta salendo di colpi da allora, con 11.5 punti, 7.2 rimbalzi e 9.1 assist di media. Resta una follia, invece, il contratto firmato da Solomon Hill nell’estate del 2016: è il terzo giocatore più pagato a roster, con i suoi quasi 13 milioni di dollari, e colleziona 3.8 punti in 19 minuti di utilizzo.

E DAVIS?

Dopo aver di fatto deciso e fatto sapere a gran voce di voler lasciare i Pelicans a stagione in corso, Davis ha dovuto a malincuore sentire un secco no di rifiuto da parte della franchigia alle offerte, in particolare dei Lakers, a ridosso della trade deadline. E, dallo scorso 1 febbraio, il suo rendimento è stato miserevole a confronto del resto della carriera: 16.6 punti in 22 minuti di media, con 8.5 rimbalzi e 2 stoppate a partita. Ciò non toglie che, non appena il prossimo 10 aprile calerà il sipario sulla stagione dei Pelicans, con una degna conclusione contro gli Warriors, ripartirà la caccia a Davis in offseason. In prima fila restano i gialloviola, che sono arrivati clamorosamente a mettere sul piatto Lonzo Ball, Brandon Ingram, Kyle Kuzma e diverse scelte al Draft. Tra il sogno di LeBron James e l’effettivo arrivo di Davis, però, c’è di mezzo la volontà dei Pelicans, che vogliono prima analizzare le possibili offerte di Bulls, Knicks e soprattutto Celtics prima di prendere una decisione. Dopo una stagione anonima, dunque, si prevede un’estate caldissima a New Orleans.