I Memphis Grizzlies voltano pagina: quale futuro attende Mike Conley?

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Mike Conley, Memphis Grizzlies – Copyright 2019 NBAE (Photo by Joe Murphy/NBAE via Getty Images)

I Memphis Grizzlies sono stati senza dubbio una delle squadre sorpresa d’inizio campionato. A metà novembre, Memphis si trovava in corsa per i playoffs a 12-5 di record con vittorie contro Utah, Denver e Milwaukee. Marc Gasol (17.0 PPG) e Mike Conley (20.2 PPG) iniziano bene la stagione, che da tanti insider NBA viene già vista come la loro ultima insieme nel Grind House: la squadra gioca bene, aiutata anche dal rookie Jaren Jackson Jr. e da Kyle Anderson, acquisito nella free agency da San Antonio.

Però, dopo una sconfitta durissima contro i Clippers, la squadra inizia a slittare nella classifica verso il basso. Infortuni a Jackson, Dillon Brooks e Anderson complicano la vita al gruppo di J.B. Bickerstaff, che da quella partita contro LA fino all’inizio di febbraio vince solo otto partite (e ne perdono 26). Il GM Chris Wallace, noto per non voler mai darsi per vinto, acquisisce Justin Holiday dai Chicago Bulls in scambio di due seconde scelte al Draft, ma non è sufficiente per dare ai Grizzlies una possibilità per rientrare nella gara per i playoff.

Così, il 7 febbraio, giorno della Trade Deadline, Wallace decide di voltare pagina e manda Marc Gasol a Toronto e JaMychal Green con Garrett Temple ai Clippers. In ritorno a Memphis arrivano Jonas Valanciunas, Delon Wright, C.J. Miles e Avery Bradley. Per Memphis inizia la gara verso il basso, il tanking, cercando di perdere il più possibile per una percentuale più alta di avere una delle prime quattro chiamate al prossimo NBA Draft (solo se finiscono tra le prime otto scelte, sennò la selezione passa a Boston). Ma un uomo non ne vuole sentire di perdere: Mike Conley.

L’ex guardia di Ohio State è da sempre uno dei giocatori dimenticati nella conversazione sulle migliori pointguard nella lega. Essendo un playmaker poco spettacolare e poco realizzatore, i suoi numeri degli ultimi anni non sono mai stati incredibili. Questa è anche la ragione perché il 31enne non è mai stato scelto per l’All-Star Game. Tuttavia, con la partenza di Gasol, Conley diventa il leader indiscusso della franchigia dentro e fuori dal campo. Dalla Trade Deadline in poi sta segnando 23.2 PPG (career high) con 6 AST e 44,5 FG% (career high).

Il nuovo focus nell’attacco

Con l’arrivo di J.B. Bickerstaff, Conley viene sempre più usato come un point guard moderno. Nel 2016 per esempio il suo compito era di far arrivare la palla a Marc Gasol e Zach Randolph in post basso, adesso Conley utilizza quasi solo pick and roll alti, come Lillard o James Harden. Grazie a questo cambiamento, riesce a segnare più facilmente pur restando un grande regista come ai tempi di Ohio State:

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Conley da sempre è stato capace di condurre un attacco, però grazie al nuovo ruolo si è dimostrato anche una guardia capace di poter essere il numero uno fisso della squadra. Nelle vittorie contro i Lakers e Portland, Conley chiude le partite con giocate importanti negli ultimi minuti:

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In tutti e due i casi si notano due cose: Conley ha perfezionato il Pick and Roll, sa come indulgere il suo avversario a commettere un fallo e poi a segnare un canestro difficile restando in equilibrio. Però si vede anche quanto sia felice di giocare nel nuovo sistema post-Gasol. Conley ha sempre fatto sapere di non essere solo una seconda opzione, ma di poter vestire la posizione di leader di una squadra:

Ogni anno diventa sempre più frustante. Sono nella NBA ormai da 12 anni e so che ad un certo punto dovrò smettere, spero tra 7 o 8 anni. Ma a fine giornata quando penso alla mia carriera mi rendo conto che ci sono state così poche opportunità di riconoscimento. Questa cosa mi sta distruggendo. Cerco di guadagnarmi il rispetto. Se partecipi all’All-Star game la gente penserà: ‘oh, sì, è diventato forte adesso’. Ma se non vieni scelto diventa ‘Beh, non ce l’ha mai fatta, non ha mai vinto niente, quindi perché pensi di essere meglio di questo giocatore o di quello. ‘ Sembra di essere in una campana di vetro e io sto cercando di sfondarla“.

Il futuro a Memphis?

Come già detto prima però, Memphis ha voltato pagina e Mike Conley con i suoi 31 anni sembra essere destinato a cambiare maglia come il suo amicone spagnolo. Rimane sotto contratto per altri due anni (il secondo anno è una player option) per 67 milioni totali. Chris Haynes di Yahoo si è detto “sicuro” che Conley indosserà una canotta diversa da quella attuale all’inizio della prossima stagione. I Raptors erano una delle squadre più interessate, ma al momento sembra difficile immaginarsi una riunione tra Marc e Mike. Un’altra variabile importante è che questa estate ci saranno numerose guardie in cerca di una nuova squadra, come Irving, Walker, Rubio e Collison. Una squadra in cerca di un playmaker probabilmente punterà su uno di loro, anziché spendere 33 milioni all’anno per Conley.

Comunque Mike Conley rimane un giocatore importante nel mercato NBA. Già dal 2020, Conley diventerà un contratto in scadenza. Questo permetterà a una squadra interessata nell’aprire spazio salariale di acquisire Conley in scambio di un contratto più lungo. I Miami Heat per esempio potrebbero essere interessati ad aprire spazio salariale per andare a caccia di una firma importante nel 2021. Ma non solo i Heat saranno interessati, perché il 2021 rappresenterà una classe di free agent incredibile, con Gianns, LeBron, George e Davis.

Conley può contribuire in tante varianti diverse in campo, ma è anche un affare salariale interessante. Mike vuole vincere e probabilmente lo farà lontano dalla sua amata Memphis.