Eurocup da incubo per Brescia, Trento e Torino: cosa non ha funzionato?

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La cavalcata di Reggio Emilia della passata stagione in Eurocup, a quanto pare, ci aveva un po’ illusi. Una squadra italiana in grado di dominare il suo girone alle Top 16, chiudendo davanti ai francesi di ASVEL e Limoges e ai russi del Kazan, per poi superare anche i quarti di finale, avendo la meglio in gara 3 sullo Zenit, ed arrendersi solo in semifinale alla corazzata del Lokomotiv Kuban, è risultato essere solo un bel sogno. Ma ci avevamo creduto, anche perché l’anno scorso arrivarono risultati positivi da tutte e 3 le squadre italiane che avevano preso parte alla competizione, vale a dire, oltre a Reggio Emilia, anche Trento e Torino. E quest’anno? Beh, quest’anno la realtà è molto diversa.

Brian Sacchetti, Germani Brescia© 2018 eurocupbasketball.com

Delle 3 partecipanti, Brescia, Trento e Torino (con la wild card), nessuna è riuscita ad andare oltre la regular season. Se per Trento (3-7) e Torino (0-10) le chance di qualificazione erano svanite ben prima di giocare l’ultimo turno, tutte le speranze italiane erano riposte in Brescia, che si giocava il passaggio del turno in casa contro i tedeschi di Ulm. Ma, nonostante i buoni propositi e i segnali di ripresa mostrati dalla Leonessa, le speranze sono ben presto svanite, poiché i tedeschi hanno controllato il match fin dal primo quarto (17-28). Dunque, una serata da incubo per Brescia, e una nuova pagina negativa per il nostro basket è andata in archivio: 3 squadre su 3 fuori dalle Top 16 è davvero un risultato estremamente negativo, tra i peggiori della storia europea della nostra pallacanestro. Ora, da italiani, non ci resta che tifare coach Andrea Trinchieri e il suo Partizan Belgrado, qualificatosi come terzo nello stesso girone di Trento, oltre che per Michele Vitali, che ha trascinato Andorra al secondo posto nel girone della sua ex squadra Brescia.

Ma come è stato possibile che le squadre italiane abbiano ottenuto risultati così divergenti a distanza solo di pochi mesi? Sicuramente, guardando la questione dal di fuori, non bisogna dimenticare che stiamo parlando della seconda competizione europea per importanza, il cui livello medio cresce di anno in anno e che può vantare la partecipazione di squadre e giocatori che si farebbero valere anche in Eurolega. Tra le favorite, anche quest’anno come ormai da diverse stagioni, ci sono le corazzate russe e spagnole: la squadra da battere è il Lokomotiv Kuban, trascinato da una vecchia conoscenza del nostro campionato come Jamel McLean; l’altro top team russo è il Kazan, guidato da un sorprendente Pierria Henry; le spagnole che potranno dare filo da torcere sono Malaga e Valencia, le quali anch’esse possono contare su altre due vecchie conoscenze italiane, rispettivamente Giorgi Shermadini e Sam Van Rossom.

Ma dare la colpa all’alto livello della competizione è una scusa di chi non sa più come giustificarsi. La verità è che le nostre squadre non sono riuscite a dare continuità, a livello di giocatori e più in generale di progetto, agli ottimi risultati dall’anno passato.

Brescia, all’esordio in una competizione internazionale, poteva contare sul grande entusiasmo della sua gente, dopo la fantastica stagione passata. Ma la disfatta di mercoledì scorso ha rimesso in discussione tutto e tutti, a partite da Allen (che ha già trovato sistemazione a Reggio Emilia) e Mika. Forse le partenze di Michele Vitali e Marcus Landry non sono state compensate adeguatamente?

Anche Trento, che come ogni anno ha iniziato la stagione col freno a mano tirato, non è riuscita a trovare gli uomini giusti per sopperire alla partenza (decisa dalla società) di Sutton e a quella (decisa dal giocatore) di Shields, due atleti che avrebbero fornito un contributo non indifferente alla causa. Il ritorno di Craft sembra aver dato maggiore equilibrio alla squadra di coach Buscaglia, ma è servito a ben poco in ambito europeo.

Torino invece ha addirittura rivoluzionato tutto rispetto alla passata stagione, senza però sembrare mai in controllo di ciò che stesse succedendo. I risultati, ad oggi, parlano chiaro (unica squadra ad uscire dall’Eurocup senza vittorie all’attivo), e il fatto che coach Larry Brown sia stato messo già più volte in discussione dalla dirigenza, la dice lunga sulla confusione che sta vivendo l’Auxilium in questa stagione. Senza più possibilità di intervenire sul mercato (esauriti tutti i visti per giocatori stranieri), al momento sembra quasi impossibile invertire la rotta.

In ogni caso bisognerà lasciarsi tutto alle spalle il più in fretta possibile. Ora l’obiettivo per tutte e tre sarà quello di rialzare il prima possibile la testa in campionato, per non rischiare che questa delusione europea abbia ripercussioni esagerate sul resto della stagione, cancellando quanto di buono fatto negli ultimi anni. Quindi subito testa al campionato: Brescia sarà in campo sabato a Cremona; domenica invece sarà la volta di Trento a Pesaro, e di Torino che ospiterà Pistoia.