Jaren Jackson Jr e un futuro che fa sognare

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Insieme ai Sacramento Kings, i Memphis Grizzlies sono la più gran sorpresa positiva nella Western Conference quest anno: a 12-8 sono già migliorati moltissimo dal anno scorso a fine novembre (7-13 nel 2017/18). I meriti vanno dati a tutti, da Conley a Gasol, passando per J.B. Bickerstaff, che dopo essere stato confermato come allenatore dei Grizzlies, ha ricevuto per la prima volta nella sua carriera la possibilità di dimostrare le sue capacità da inizio stagione con la piena fiducia del management. E proprio al management va fatto un bel complimento.

Chris Wallace non è mai stato considerato il general manager più furbo della lega (colui che pagò Parsons 94 millioni di $ per 7 punti a partita e che ha dato ai Celtics 2 scelte al draft per Jeff Green), ma in un Draft come quello di quest’anno, dove tanti scout e general manager non erano sicuri di come valutare il talento disponibile, Wallace non ha mai avuto dubbi su chi selezionare con la terza scelta assoluta: Jaren Jackson Jr.
Il Rookie di Michigan State è arrivato a Memphis considerato come erede di Marc Gasol, il suo impatto in Preseason è stato subito importante e grazie al infortunio di Green è entrato nello Starting Lineup nella terza partita stagionale. Si è inserito facilmente e i Grizzlies iniziano a vincere, cosa inaspettata visto che i Grizzlies erano dati come una delle squadre più deboli della Western Conference.
In questo inizio stagione Jackson ha fatto vedere il suo potenziale specialmente in tre partite:

08.11.2018 – Nuggets @ Grizzlies

Jackson è un giocatore che gioca “inside-out”, prova sempre a posizionarsi bene in post e se non viene servito, esce e gioca il pick and pop. Questo approccio lo aiuta moltissimo a prendere ritmo, inizia con tiri facili per poi prendere fiducia nel tiro da tre (34.9 3P%). In questa partita però Jackson ci fa vedere la sua abilità nel controllo di palla e tutte le sue skills come ball-handler (non male per un ragazzo di 211 cm!).

Jackson attacca Craig con un Crossover facile per poi prendere il tempo al difensore grazie alle sue falcate enormi. Queste sono giocate da Anthony Davis oppure da Giannis Antetokounmpo, parliamo di giocatori di altri livelli, ma Jackson ha già dimostrato di poter fare di tutto su un campo da basket.

17.11.2018 – Kings @ Grizzlies

Da un punto di vista tecnico: incredibile. Jaren capisce di non poter creare abbastanza spazio per far tirare Conley sul pick and roll e allora prende velocemente posizione vicino al canestro, sigilla Bjelica (non dandogli la possibilità di spingerlo fuori dalla area) e finisce l’azione con un semigancio di mano sinistra. Sono queste le giocate che caratterizzano i Big Men moderni, atletici, mobili e con mani morbide anche vicino al ferro.
Nella partita contro i Kings l’ala mette a segno 27 punti, 6 rimbalzi, 2 stoppate e 4 palle rubate! Una cosa non scontata è stata l’adattamento di Jackson al gioco NBA: al college aveva giocato a Michigan State sotto coach Izzo, che per la maggior parte della stagione gli ha cambiato posizione e stile di gioco. Tanti scout lo vedevano come un centro moderno, ma al momento ha trovato la sua dimensione ideale vicino a Marc Gasol.

26.11.2018 – Knicks @ Grizzlies

In una intervista post allenamento, alla domanda sulla sua abilità nelle stoppate, Jackson ha rivelato:

L’ho imparato da NBA 2K. Non sto scherzando. Quando nel gioco devi saltare per una stoppata, devi prendere il tempo giusto, e così è anche nella realtà.

La domanda è arrivata dopo che contro i Knicks ha fatto registrare 7 stoppate! Un modo di difendere, il suo, un po’ alla Tim Duncan, ovvero cercando di tenere la palla in gioco dopo la stoppata senza mandarla nella quinta fila. Due di queste stoppate inoltre arrivano dall’aiuto difensivo di Jackson su Trier, che capisce che con Gasol è battuto è il momento giusto per aiutare dal lato debole. Altro indizio di un ragazzo che capisce il gioco.

Un futuro da campione?

Le sue debolezze sono le classiche da rookie: troppi falli (come Carter Jr. e Bagley) e scarsa propensione a procurarsi tiri liberi. Alcune volte non sembra sapere benissimo cosa deve fare o cosa sta facendo in campo, ma il suo istinto gli permette di risolvere in qualche modo questa mancanza.
Jackson è un talento completo: ha un senso particolare per le stoppate e per i rimbalzi che ricorda Garnett da giovane, riesce a difendere sul perimetro come sotto il canestro e in attacco può metterti in difficoltà sia da fuori che da dentro. Jackson sarà pur giovane, ma sta già dimostrando che i Grizzlies hanno preso l’uomo giusto.