Brandon Ingram è il giocatore chiave per rilanciare i Lakers?

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Brandon Ingram, Lakers – © 2018 twitter.com/Lakers

LeBron, Durant, Davis, Harden, Curry e Giannis. Cos’hanno in comune questi sei giocatori NBA? Sono tutti in grado di spostare gli equilibri nella lega e migliorano con le loro giocate i propri compagni di squadra. È il sogno di ogni giocatore di poter un giorno giocare assieme a un All-Star come James o Harden, uno scorer come Davis o Durant oppure un talento mai visto prima come Antetokounmpo o Curry.
Uno di questi fortunati è Brandon Ingram, l’ala piccola dei Los Angeles Lakers. Preso con la seconda scelta assoluta al Draft 2016, Ingram è arrivato nella città delle stelle con aspettative altissime (paragonato dagli esperti a Kevin Durant) e non ha avuto l’impatto diretto per i Lakers che tanti si aspettavano.

L’inizio difficile

Ingram era magro e pesava poco, ha trovato grandi difficoltà a difendere ali più fisiche di lui e in attacco non è riuscito ad emulare le stesse percentuali tenute a Duke: 17.3 punti con una percentuale tiro del 44.2% dal campo e 41% da tre. Coi Lakers invece: 9.4 punti con una media tiro del 40.2% e 29.4% da tre.
La seconda stagione di Ingram inizia meglio, infatti viene utilizzato più come creatore di gioco e meno come scorer, ha la possibilità così di mettere a servizio della squadra la sua capacità nel passaggio (da 2.1 assist a partita nella prima annata, arriva a 3.9 nella seconda). Questo di riflesso lo ha aiutato anche a migliorare come scorer (16.1 punti con 47 FG% e 39 3P%).

L’arrivo di LeBron

Con la decisione di LeBron di arrivare nella città delle stelle, Ingram dovrà essere utilizzato totalmente in un altro modo come pensato da Luke Walton l’anno prima. LeBron, assieme a Lonzo Ball e a Rajon Rondo, dominerà il possesso e proverà ad aiutare giocatori come Ingram, Hart e Kuzma a integrarsi nel sistema di gioco voluto da Walton.
Vedendo la preseason, è facile intuire che i Lakers alzeranno il ritmo del loro gioco e questo sarà una benedizione per un’ala come Ingram: è migliorato molto nella fisicità questa estate, riesce a sbarazzarsi di giocatori più piccoli di lui in attacco e riesce a cogliere falli molto più facilmente di prima.

Come per tutta la squadra, però, tiro da tre e difesa saranno i tasti dolenti ed i punti cruciali per ottenere vittorie che valgono i playoff nell’agguerrita Western Conference. I Lakers hanno buoni tiratori da tre (Caldwell-Pope, Hart, Ingram e Kuzma), ma come squadra dovranno fare un miglior lavoro (e qui la presenza del Re aiuterà non poco) per creare tiri facili da trasformare. Stessa cosa in difesa, dove i Lakers devono ancora migliorare, perché pur avendo qualche buon difensore sulla palla, a livello di protezione del ferro dovranno fare un grande lavoro, vista la presenza solamente di McGee come intimidatore a roster.

Un progetto ancora lungo?

È normale per una squadra con una difesa non brillante, un attacco da costruire e con tante facce nuove aver bisogno di tempo per diventare un gruppo unito, ma le aspettative nella Citta degli Angeli dopo l’arrivo di LeBron sono ovviamente alte. Proprio per questo Ingram avrà tempo per adattarsi e trovare il suo posto nel attacco di Luke Walton, ma è altrettanto vero che la pazienza non è una delle virtù ne dei tifosi gialloviola ne del Prescelto. L’ex Duke quindi dovrà cambiare marcia da subito, e non con le risse in campo come quella accaduta qualche notte fa contro i Rockets, per cercare di diventare un compagno affidabile per LeBron soprattutto nella metà campo offensiva, una specie di “Kyrie Irving” dei Lakers, per aiutare The King a trascinare i Lakers nella post-season e riportarli ai fasti di qualche anno fa.