Tony Parker saluta gli Spurs e firma con Charlotte: si chiude un’era

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Tony Parker e Gregg Popovich – Foto Thearon W. Henderson/Getty Images

Tra le vicende più sorprendenti, e ce ne sono, di questa free agency NBA 2018, ce n’è una che probabilmente in pochi si sarebbero attesi: l’addio di Tony Parker ai San Antonio Spurs per firmare un biennale con gli Charlotte Hornets. Si pensava che TP avrebbe chiuso la carriera in Texas, con la maglia neroargento, e invece ha deciso di trasferirsi agli Hornets dove trova il connazionale Batum e coach James Borrego, assistente di Gregg Popovich proprio agli Spurs.

Finisce un’era agli Spurs

Dopo l’addio di Tim Duncan, ritiratosi nel 2016, un altro membro dello storico Big Three degli Spurs saluta e resta soltanto Manu Ginobili (prosegue o si ritira?). Tony Parker non appende le scarpe al chiodo nonostante i 36 anni suonati ma prosegue e giocherà nel North Carolina, agli Charlotte Hornets: con grande sorpresa lascia il Texas, lo stato che lo ha accolto dall’estate 2001 dopo che gli Spurs lo avevano scelto, praticamente sconosciuto, alla numero 28 del Draft. Da lì è stato un crescendo, la sua velocità in campo e l’intesa con Duncan sono stati decisive per i successi di San Antonio, poi il rapporto con TD, con Ginobili e con Gregg Popovich, una specie di secondo padre per lui. Le vittorie e i successi personali sono una naturale conseguenza: 4 titoli NBA, il premio di MVP delle Finals 2007, 6 volte All Star, 3 volte nel 2° quintetto All NBA, una volta nel 3°.

I motivi dell’addio e il saluto di Pop

Tony Parker è uno dei simboli degli Spurs vincenti degli ultimi 15 anni (primo per assists e secondo per gare giocate nella storia della franchigia), con Pau Gasol e Dirk Nowitzki certamente uno dei migliori europei di sempre ed ora anche il terzo di sempre a cambiare maglia dopo 17 anni con la stessa maglia (dopo Hakeem Olajuwon e Karl Malone). Quindi la domanda è: perchè TP ha lasciato San Antonio? Secondo gli insiders non è una questione di soldi ma di durata del contratto: Parker avrebbe voluto un triennale per arrivare a 20 anni con gli Spurs e chiudere lì ma San Antonio, nonostante l’affetto e la stima, non era della stessa idea, anche per la recente storia di infortuni del francese e per la possibilità di far crescere DeJounte Murray e di lanciare Derrick White, con Patty Mills alle loro spalle.

Poco dopo la notizia dell’accordo con Charlotte, è arrivato un comunicato Spurs con le parole di Gregg Popovich:

Difficile esprimere a parole quando sia stato importante per gli Spurs nelle ultime due decadi… La gioia più grande per me è stata vederlo crescere davanti ai miei occhi. Mancherà a tutti, gli auguriamo il meglio“.

Nuova vita a Charlotte

Sul tavolo aveva le offerte di Charlotte e dei Denver Nuggets, alla fine ha scelto gli Hornets, convinto anche da un messaggio, pare, di Michael Jordan. Probabilmente i fattori che maggiormente lo hanno spinto ad accettare il biennale da 10 milioni di dollari complessivi di Charlotte sono la presenza del connazionale e amico Nicolas Batum, e del nuovo coach James Borrego, con cui ha lavorato fino a pochi mesi fa in Texas. Agli Hornets potrebbe essere importante all’inizio perchè conosce il modo di lavorare dell’allenatore e sarà d’aiuto a Kemba Walker, la stella della squadra. Inoltre con la sua esperienza di certo potrà contribuire alla crescita dei giovani, su tutti il rookie Devonte Graham, regista ex Kansas, e la guardia Malik Monk, sophomore su cui la franchigia punta molto. Per TP sarà quindi un nuovo inizio e le motivazioni non mancheranno: certo, riuscisse a contribuire per un ritorno ai playoffs degli Hornets, sarebbe un grande traguardo!