La nuova era dei Lakers: ufficiale LeBron James

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LeBron James, Los Angeles Lakers – © 2018 twitter.com/Lakers

Dopo Mikan, West, Chamberlain, Magic e Bryant i Los Angeles Lakers entrano in una nuova era, quella del giocatore al momento più forte e influente dell’intera NBA: LeBron James! L’ormai ex Cavaliers infatti da qualche ora ha firmato ufficialmente il nuovo contratto che lo legherà per le prossime 4 stagioni (l’ultima è una player option) ai Lakers, che in cambio dovranno sborsare 153 milioni di dollari, ma lo faranno molto volentieri per avere nel proprio campo (e non solo da gioco, ma anche in quello del marketing) l’atleta probabilmente più famoso del Paese.

Una nuova era di vittorie?

La speranza per tutti i tifosi gialloviola è quella di vedere i Lakers tornare ai grandi successi a cui erano abituati, uscendo dalle grandi difficoltà delle ultime stagioni. L’arrivo in una nuova squadra di James storicamente ha sempre dimostrato che un notevole miglioramento è possibile; ma la squadra a disposizione di coach Luke Walton riuscirà ad essere all’altezza delle altre big della Western Conference?
Perché se è vero che LBJ ha sposato un progetto che al momento sembra più orientato al marketing che al risultato sportivo, è altrettanto vero che un giocatore come lui negli ultimi 8 anni ha sempre fatto le NBA Finals, ma adesso sembra davvero difficile possa riuscirci. Il fatto che i Golden State Warriors dopo aver vinto l’ultimo titolo si siano rinforzati con Cousins formando un quintetto di All-Star infatti fa pendere l’ago ancora di più dalla loro parte, allontanando le speranze di vittoria per qualsiasi altra franchigia.

Free Agency per ora deludente

Escluso LeBron che è ovviamente il colpo di mercato più importante degli ultimi anni nella Lega, dai Lakers forse ci si aspettava di più in questo mercato dei free agent. Le primissime voci volevano un nuovo Superteam costruito attorno a LBJ con gli arrivi di Paul George e Kawhi Leonard, ed invece sono stati firmati Rondo, Caldwell-Pope, Stephenson e McGee: non proprio la stessa cosa. PG, promesso sposo già dallo scorso anno, ha preferito restare ai Thunder, mentre Leonard per ora è fermo agli Spurs che devono decidere se scambiarlo oppure no. I gialloviola sono alla finestra ma hanno rifiutato una prima proposta dei neroargento che oltre a Ingram e Kuzma volevano anche gestire le scelte al Draft dei Lakers per le prossime 4 stagioni. Obiettivamente troppo per un giocatore che l’anno prossimo sarà free agent e potrà accasarsi ai Lakers, se vorrà, gratis.

Ci si aspettava almeno qualche tentativo per un lungo, soprattutto Clint Capela che è restricted free agent e non ha ancora firmato il prolungamento con i Rockets, ed invece c’è immobilismo, e i lunghi liberi, appetibili a questo livello, sembrano essere finiti.
Da monitorare infine la situazione Carmelo Anthony che sta trattando il buyout con OKC e una volta libero sceglierà dove andare: o Lakers dall’amico LeBron o Rockets dall’amico Paul (Miami Heat sembrano essere i terzi incomodi). L’eventuale aggiunta di Melo porterebbe sicuramente attacco, ma anche altri squilibri in un roster già abbastanza confuso.

Pochi tiratori, pochissimi lunghi

È indubbio però che ai giovani Ingram, Ball, Kuzma e Hart si pensava sarebbero stati aggiunti giocatori di altro tipo: invece Rondo e Stephenson, due non tiratori (che vanno ad aggiungersi a Lonzo Ball), non sembrano essere per caratteristiche tecniche le migliori spalle per James, anche se qualche rumors dei giorni scorsi diceva che fossero arrivati proprio per volontà del Re, così da togliergli un po’ la palla dalle mani e avere più creatori di gioco in campo contemporaneamente oltre a lui. Quello di buono che porterà il duo Rajon-Lance sarà difesa sul perimetro, davvero deficitaria nell’ultima stagione dei Lakers.

Se il reparto esterni è tutto sommato di buon livello, è dentro l’area che manca qualcosa. Al momento il centro titolare è Javale McGee mentre la riserva è Ivica Zubac. Nello spot di 4 invece c’è solamente Kuzma, con Ingram e James che probabilmente andranno a ricoprire quel ruolo in quintetti “piccoli”, visto che Moritz Wagner, l’ultima scelta al Draft dei Lakers sta ben figurando in Summer League ma non può ovviamente essere pronto a questi livelli. Se McGee dovesse essere davvero il centro che partirà nello starting five gialloviola, dovrà dare verticalità in centro all’area e coprire le lacune di Ingram e la pigrizia di LeBron, facendo un netto salto di qualità (soprattutto a livello di concentrazione e continuità) rispetto alla sua carriera.

Che quella di LeBron James fosse una nuova “missione” era indubbio, perché riportare da subito i Lakers ai vertici è un’impresa davvero difficile, forse anche per lui che ci ha abituato a imprese semi impossibili in questi anni.
L’aiuto probabilmente gli arriverà da Magic Johnson e Rob Pelinka, che sottotraccia stanno cercando di fare qualche movimento per rinforzare questo roster. Se dovessero riuscirci, e dare qualche spalla di livello a James, allora la Western Conference diventerebbe davvero interessante. Perché nonostante e difficoltà e i dubbi, scommettere contro James non paga. La storia insegna.