Fizdale-Mania e NBA Draft: entusiasmo e speranza per i nuovi Knicks!

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David Fizdale, New York Knicks – © 2018 Getty Images

Dopo una stagione che, visto il rendimento nella prima parte, ha lasciato l’amaro in bocca per non essere riusciti quantomeno a battagliare per un piazzamento alla post-season, i New York Knicks hanno deciso di sollevare dall’incarico di coach il contestato Jeff Hornacek, che, assolto dalle disastrose performance offerte dal suo team nell’annata del dualismo Melo-Jackson, ha pagato per tutti l’undicesimo posto ottenuto nel 2017/18. Non solo un trend tecnico e di risultati progressivamente in calo (e non poteva essere altrimenti) coinciso con il pesante infortunio occorso a Kristaps Porzingis; tra le colpe dell’ex coach di Phoenix c’è anche un mai sbocciato feeling con lo spogliatoio ed un’ostinata convinzione nello schierare la vecchia guardia (si veda Jerrett Jack) anche quando progetti e speranze erano ormai saltati e non restava altro che tankare!
Al timone dei blu-arancio siede ora David Fizdale, il quale, sollevato dal pino dei Grizzlies per contrasti con giocatori e staff dirigenziale, possiede comunque esperienza, carisma ed idee tecnico-tattiche giuste per trascinare la franchigia di New York fuori da un baratro nella quale è caduta, senza mai rialzarsi, dai primi anni 2000. In campo, invece, si attende l’esplosione di Frank Ntilikina, la conferma ed il rientro di Porzingis ed il rendimento di quella che sarà, fra pochi giorni, la nona scelta al Draft 2018.

Take that for data: è Fiz-Mania

L’esonero di Hornacek è coinciso con una rincorsa costante di rumors su chi dovesse prendere il suo posto sul pino del Madison Square Garden. La coppia di dirigenti Perry – Mills, ai quali Dolan ha consegnato le chiavi della franchigia dopo l’allontanamento di Phil Jackson, inizialmente attratta dal ritorno in pompa magna di Mark Jackson, ha poi virato sul nome di David Fizdale, esonerato a metà stagione da quei Grizzlies che aveva trascinato alla post-season appena pochi mesi prima.
Del 43enne, a lungo assistente a Miami, Atlanta e Golden State, è stata apprezzata in particolar modo una straordinaria attitudine difensiva, oltre a carisma, tenacia e buona gestione dello spogliatoio. Meno fluido del sistema che aveva cercato di instaurare Hornacek, le priorità di Fizdale si chiamano difesa, sacrificio, aggressione.

Chi è sembrato apprezzare l’arrivo in città di “Mr. Take That for data” è sicuramente Kristaps Porzingis, il quale, volato in Europa per curarsi dal terribile infortunio al menisco, era fino a pochi mesi fa sul piede di partenza, a causa di un rapporto mai fiorito con Jackson prima e Hornacek poi. Adesso invece sul lettone si rincorrono le voci di prolungamento per 5 anni a 157 milioni di dollari, sul quale ha influito in maniera decisiva la visita del neo Coach, con il quale ha discusso delle sue intenzioni e dei modi in cui rendere al meglio in campo, sperando in un pronto recupero dai malanni fisici. A NY è esplosa la Fiz-Mania!

Draft e Offseason

Le performance future, tanto nel breve quanto nel lungo periodo, passano soprattutto dalla scelta al Draft 2018, datato per il prossimo 21 giugno. Dubbi, rumors e incertezza asserragliano Perry e Mills da diversi mesi, divisi fra la selezione dell’opzione migliore, indipendentemente dalla posizione, o l’arrivo di un rookie che occupi uno specifico ruolo nello starting five. Rientrano nella prima categoria, senza dubbio, i nomi di due point guard, Trae Young e Colin Sexton, che, con caratteristiche differenti, risultano essere tra i più talentuosi dell’intero circuito di pick.

Attrae, però, la possibile scelta di uno dei due Bridges – Mikal e Miles – i quali, tra Michigan State e Villanova, hanno impressionato gli esperti per innate doti atletiche, difensive e di “catch – and – shoot”, delle quali il roster dei Knicks è senz’altro carente. In buona sostanza, pertanto, la nona scelta al Draft dipenderà in gran parte dalla fiducia che Perry e Mills ripongono nell’attuale pacchetto playmaker, composto da Ntilikina, Burke e Mudiay.

Sul futuro dei Knicks, però, aleggia anche l’incertezza sulle intenzioni dei lunghi Enes Kanter (14 punti + 11 rimbalzi di media) e Kyle O’Quinn, i quali dispongono di una player option per la stagione a venire, rispettivamente da 18 e 4.5 milioni di dollari, che, allo stato attuale, non paiono essere propensi ad esercitare. Sulla permanenza ed eventuale prolungamento dei due, oltre alla dirigenza, Fizdale avrà voce in capitolo, date delle caratteristiche tecnico-tattiche ben conciliabili con le sue idee.