Da progetto a terzo violino, Clint Capela ha conquistato i Rockets

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Basketball Reference – Clint Capela

In gergo tecnico si definisce il cosiddetto “terzo violino” quel particolare tipo di giocatore che, pur non risaltando troppo spesso agli onori della critica, è componente imprescindibile per i successi del suo team. Ripensando alle straordinarie dinastie dei Bulls anni ’90, dei Lakers dei primi 2000 o degli Spurs targati Duncan – Robinson, pochi ricordano la straordinaria importanza che in quei team rivestirono i vari Horace Grant, Dennis Rodman, Robert Horry, giusto per citarne alcuni, e pochi ricorderanno, fra 10/20 anni, la leadership che Draymond Green vanta nei Golden State Warriors attuali, dipinti dai media, piuttosto ingiustamente, come esclusiva competenza della coppia Curry-Durant. E’ il caso, o quantomeno il ruolo a cui ambisce Clint Capela, la più grande sorpresa nei sorprendenti Houston Rockets di questa stagione, guidati sì dalla coppia James Harden – Chris Paul, ma ben coperti su ambo i lati del campo dal 24enne svizzero, che lo stesso Kevin Durant, tempo fa, giudicò troppo frettolosamente come un semplice role player.
Ancora da sgrezzare dal punto di vista tecnico, nonostante un netto e rapido miglioramento rispetto alle prime tre stagioni in NBA, giocatore monovalente con range di tiro piuttosto limitato rispetto agli unicorni moderni, le caratteristiche di Capela calzano a pennello nello scacchiere ideato da Mike D’Antoni, rappresentando il vero elemento di equilibrio, l’ago della bilancia che separa i texani dal ruolo di contender a quello di squadra colabrodo. In una Lega che tende progressivamente verso un’estrema versatilità dei suoi protagonisti, con un numero sempre maggiore di all-around players, Capela rappresenta l’eccezione, la semplicità di interpretare perfettamente il proprio ruolo.

Le origini

Nato a Ginevra nel 1994 ma di origine angolano-congolese, abbandonato da un padre di cui conosce poco o niente, vive l’infanzia con la sola presenza della madre, emigrata in Svizzera qualche anno prima. Prende contatto con il basket piuttosto in ritardo ma a 14 anni è già presenza fissa della nazionale svizzera under-16, conquistandosi di lì a poco il diritto di giocare con i francesi dell’Elan Chalon. E’ proprio in Francia che il GM di Houston, Daryl Morey, assiste per la prima volta alle prestazioni del lungo elvetico, colpito dalla sua abilità di giocare il pick and roll ma preoccupato da una scarsa applicazione difensiva e da una pessima precisione ai tiri liberi.
Giunto rapidamente oltre le più rosee aspettative, allo stato attuale si può tranquillamente affermare quanto i Rockets abbiano vinto la scommessa giocata al Draft 2014, quando lo scelsero con la venticinquesima scelta assoluta.

“Sono imbarazzato a pensare dove mi trovavo quattro anni fa e dove sono adesso!” 

 

Il presente

Con circa 14 punti, 11 rimbalzi e 2 stoppate di media, Clint Capela è uno tra i giocatori maggiormente migliorati rispetto alle stagioni precedenti, dietro solo a Victor Oladipo nella corsa a Most Improved Player of the Year.

In fase offensiva colpisce soprattutto la sua percentuale realizzativa (66%), addirittura la più elevata dell’intera Lega e frutto di circa 6 conclusioni messe a referto sulle 9 tentate di media. La rara e spiccata abilità nel dosare i tempi giusti per bloccare e rollare a canestro, abbinata ad un controllo non banale del proprio corpo, lo rendono, attualmente, il più prolifico giocatore di pick-and-roll di tutta la NBA: meno coinvolto in questo tipo di situazioni solo di Marc Gasol, Jusuf Nurkic e Myles Turner, lo svizzero è colui che però ha la media più alta (1,36 punti per possesso). Ha peraltro notevolmente incrementato la sua percentuale ai tiri liberi (56%), riducendo le occasioni di “Hack – a – Clint” (fallo tattico per mandarlo in lunetta) in mano agli avversari di turno.
Non meno rilevante il fattore rimbalzi: dei circa 11 che cattura complessivamente (ottavo posto), a sorprendere sono i 3.5 in fase offensiva, necessari a concedere seconde chance scaturite dalle miriadi di conclusioni da oltre l’arco che tentano quotidianamente i suoi compagni di squadra, dalle quali riesce a mettere a referto circa 3 punti a partita.
Capela è però soprattutto un grande difensore, nonché serio candidato al prossimo Defensive Player Of the Year, poichè, sebbene meno confortato dalle statistiche individuali, è indispensabile a reggere l’intero sistema degli Houston Rockets. Dietro solo ad Anthony Davis come media di stoppate per partita, il lungo svizzero è fra i più efficaci rim protector della Lega, concedendo un misero 56% ai suoi avversari in una zona del campo dove la media è del 62%.

Il futuro

Al termine della prossima stagione Clint potrà passare ai piani alti a battere cassa in virtù della scadenza del suo contratto da rookie, preceduto dagli oramai prossimi Chris Paul e Trevor Ariza ed in contemporanea con James Harden. Un vero e proprio terremoto, dunque, potrebbe verificarsi fra circa 12 mesi in casa Rockets, qualora la dirigenza non riuscirà a trovare un punto d’equilibrio fra le richieste dei giocatori da una parte e le esigenze salariali dall’altra. Ed in questo contesto, quanto vale Clint Capela?