Capo d’Orlando: coach Di Carlo rassicura tutti ma la volata salvezza sarà durissima

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Al termine dell’anticipo di sabato scorso contro Brescia, coach Di Carlo ha chiaramente detto: “Continueremo a lavorare e combattere e, con l’aiuto di tutti, riusciremo a salvare la Serie A a Capo d’Orlando, che per noi è il settimo scudetto”. Una “promessa” per la quale i tifosi di Capo d’Orlando hanno già fatto un nodo al fazzoletto. E pensare che appena un anno fa al PalaFantozzi si facevano ben altri discorsi: addirittura, al termine della 23esima giornata (corrispondente all’ultimo turno di campionato), l’Orlandina era quarta in classifica.

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Indubbiamente il fattore che ha più inciso sui risultati negativi di questa stagione è stata la Champions League. Il roster corto, formato da giocatori non abituati a giocare due match a settimana, ha trasformato quella che sarebbe potuta essere un’importante vetrina per il basket siciliano in un peso eccessivo per le potenzialità dei suoi ragazzi. Chissà se tornando indietro la società farebbe la stessa scelta. In ogni caso è stata un’esperienza che servirà da lezione per il futuro: prima di decidere se partecipare ad una competizione internazionale, bisogna accertarsi di avere a disposizione i mezzi tecnici, organizzativi e strutturali, sia a livello di team che di società, per poter affrontare una sfida del genere. Altrimenti forse sarebbe meglio concentrarsi su poche cose e provare a farle nel miglior modo possibile. Non che le coppe europee siano un male, ma le società devono avere ben chiaro prima a cosa andranno incontro.

Gli oltre tre mesi di digiuno (una striscia aperta di 18 partite perse), collezionando 12 sconfitte consecutive in Campionato (record societario), con l’ultima vittoria che risale al 17 dicembre (67-66 contro Brindisi), potrebbero essere la diretta conseguenza dei tanti impegni e delle lunghe trasferte che CdO ha dovuto affrontare.

Ovviamente quando le cose cominciano a non andar bene, è quasi normale che si inizi a ritoccare il roster. Prima uno, poi l’altro, e così l’Orlandina si è ritrovata con soli tre superstiti di inizio stagione (Kulboka, Stojanovic e Atsur); con lo staff tecnico ogni volta costretto a reinventarsi un sistema di gioco, che fosse adatto anche alle caratteristiche dei nuovi. Se poi Eric Maynor, il giocatore che doveva dare una svolta alla stagione, è costretto a tornare in patria per risolvere dei problemi fisici che lo stavano condizionando, pare proprio che questo sia un anno nero per i siciliani.

Ma vietato gettare la spugna in questo momento, quando ancora tutto è da decidere. Capo d’Orlando, nonostante tutto, ha le carte in regola per ridare un minimo di colore a questa sua stagione. Il rush finale per la salvezza sarà una sfida a due: Capo d’Orlando vs Pesaro. Entrambe le squadre oggi hanno 10 punti in classifica (5v-18s), dunque le ultime sette gare di campionato saranno decisive.

Ecco i calendari delle due formazioni da qui all’ultima giornata:
Capo d’Orlando: TRENTO, Varese, BRINDISI, Avellino, VENEZIA, Cantù, CREMONA.
Pesaro: VARESE, Pistoia, AVELLINO, Cantù, MILANO, Venezia, SASSARI.

Un finale di stagione non semplicissimo per nessuna delle due. Per Pesaro potrebbe risultare decisiva già la prossima trasferta a Varese, durante la quale però non siederà più in panchina Spiro Leka esonerato. Capo d’Orlando, dal canto suo, potrà sfruttare il vantaggio dello scontro diretto (differenza canestri +14) e puntare sul talento del neo arrivato Adam Smith, prelevato da Orzinuovi in A2, campionato nel quale ha dimostrato di essere un lusso.

La lotta salvezza sarà durissima e imprevedibile, ma Capo d’Orlando, come ha detto coach Di Carlo, è pronta a difendere questa Serie A fino all’ultima goccia di sudore.