Under 19 da sogno: chi sono i talenti emergenti del basket azzurro?

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Italia U19 - © 2017 twitter.com/italbasket
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In attesa di Eurobasket 2017 della Nazionale maggiore maschile, che si disputerà dal 31 agosto al 17 settembre, l’estate della palla a spicchi ci ha già regalato tantissime emozioni, per certi versi inaspettate ma che stanno a testimoniare che qualcosa nel nostro panorama cestistico sta cambiando. Prima la Nazionale femminile, giunta ad un passo dalla qualificazione mondiale, punita da un fischio arbitrale quantomeno discutibile, quando le ragazze di coach Capobianco stavano giocando un Europeo di altissimo livello, guidate dall’immenso talento di Cecilia Zandalasini; poi la Nazionale maschile Under 19, anch’essa guidata da Capobianco, che ha conquistato un meraviglioso argento mondiale (sconfitta in finale 79-60 dal Canada), partendo di certo non tra le favorite.
Insomma la nostra pallacanestro può tornare a sperare in un futuro migliore.

Ma chi sono questi ragazzi che hanno riportato il basket italiano a così alti livelli in una competizione mondiale? Partiamo analizzando lo starting five che coach Capobianco era solito mandare in campo.

In cabina di regia Lorenzo Penna (PG, classe ‘98, Virtus Bologna), che ha chiuso il Mondiale a 6.1 ppg, 3.7 rpg e 3.4 apg. Dotato di un fisico molto robusto che gli permette di sopperire alla mancanza di centimetri (181 cm), si è dimostrato un buonissimo attaccante in grado di creare sia per sé che per i compagni, potendo contare su un repertorio offensivo molto vario.
L’altra guardia da quintetto viene anch’essa dal vivaio delle Vu Nere e corrisponde al nome di Alessandro Pajola (SG, classe ’99, Virtus Bologna), le cui cifre al Mondiale (1.7 ppg, 1.9 rpg, 1.7 apg) non rispecchiano del tutto l’apporto che questo ragazzo ha dato alla squadra. Difensore eccellente oltre che ottimo passatore, ha dimostrato di essere migliorato molto anche in fase realizzativa, e i margini di miglioramento sono ancora ampi.

Nel ruolo di ala piccola, il capitano nonché miglior giocatore italiano a questo Mondiale, Lorenzo Bucarelli (SF, classe ’98, Mens Sana Siena), non a caso inserito nel miglior quintetto della manifestazione. È stato il leader della nostra Nazionale con medie di tutto rispetto (7.6 ppg, 4.9 rpg, 4 apg), ma ciò che fa in campo vale molto di più di quello che rilevano le statistiche. Giocatore che fa della dedizione e intensità difensiva le sue armi principali. Sembra pronto a fare il salto di qualità, tanto che Sassari si è assicurata i suoi servizi, mandandolo in prestito in A2 a Cagliari, la nuova società satellite proprio della Dinamo.

Gli altri due uomini da quintetto sono due lunghi alquanto atipici, ma che nel basket moderno fanno sempre comodo. Il primo è David Okeke (F, classe ’98, Auxilium Torino), che quest’anno aveva fatto bene anche in Serie A. Fisico atletico e buona mano dalla media, è anche un ottimo difensore, grazie a braccia lunghe e piedi veloci. Ha chiuso il Mondiale a 11 ppg, 6.3 rpg, 1 apg.
Il secondo è Andrea Mezzanotte (PF, classe ’98, Blu Basket Treviglio), che al Mondiale ha fatto registrare medie da 5.1 ppg, 2.6 rpg e 0.6 apg. Buon attaccante, può rendersi pericoloso sia dalla media distanza ma anche senza palla, per la sua ottima capacità di occupare la giusta posizione in campo. In fase difensiva ha ancora parecchio da migliorare, soprattutto a causa di un fisico troppo esile (solo 89 kg).

Passando alla panchina, il sesto uomo (che in realtà si è dimostrato molto più di un sesto uomo) è stato Tommaso Oxilia (SF, classe ’98, Virtus Bologna), spesso decisivo in questo Mondiale. I suoi numeri lo testimoniano: 12.9 ppg, 8 rpg e 1.1 apg. Giocatore estremamente versatile e ottimo rimbalzista, deve affinare ancora un po’ la tecnica di tiro, ma per il resto sembra pronto a giocare alla pari con i grandi. Anche lui è stato inserito, meritatamente, nel miglior quintetto del Mondiale, completato da Barrett (Canada, m.v.p del torneo), Kigab (Canada) e Pritchard (USA), e molto probabilmente sarà uno dei protagonisti della nuova stagione delle VNere in serie A.

Fondamentale anche il contributo dalla panchina di Davide Denegri (PG, classe ’98, Junior Casale Monferrato) e Riccardo Visconti (SG, classe ’98, Reyer Venezia). Il primo (9.7 ppg, 4 rpg, 2.9 apg), distintosi quest’anno in Serie A2, si è dimostrato un validissimo finalizzatore, grazie anche alla sua capacità di uscire al meglio da situazioni complicate. È stato indubbiamente una delle sorprese più piacevoli del Mondiale, dando un contributo molto maggiore di quello che ci si aspettava. Il secondo (4 ppg, 2.2 rpg, 0.6 apg), fresco vincitore dello scudetto con Venezia, ha dimostrato di avere un enorme potenziale offensivo e la capacità di concludere da qualsiasi distanza e in tanti modi diversi. Giocando di più riuscirà a migliorare ulteriormente.

A completare il pacchetto dei 12 della spedizione a Il Cairo, c’erano altri due lunghi, Guglielmo Caruso (F/C, classe ’99, PMS Moncalieri) e Alessandro Simioni (C, classe ’98, Reyer Venezia), e due esterni, Michele Antelli (PG, classe ’98, Reyer Venezia) e Federico Massone (PG, classe ’98, Pallacanestro Biella). Caruso (3.7 ppg, 2.7 rpg, 0.9 apg) ha lasciato intravedere un notevole talento offensivo, essendo in grado di giocare sia in post basso che il pick ’n roll, oltre ad avere un discreto tiro anche dalla lunga distanza ed un’ottima propensione per la stoppata e a rimbalzoSimioni (2.7 ppg, 2.3 rpg, 0.3 apg), pur non essendo un lungo molto atletico, si è distinto oltre che per un’ottima capacità offensiva, anche per la visione di gioco quasi da playmaker, che gli consente di avere nel passaggio uno dei suoi punti di forza. Antelli (2 ppg, 2 rpg, 2.3 apg) ha mostrato di essere un playmaker puro, un giocatore che sa sempre cosa fare con la palla in mano, soprattutto sul pick ’n roll, oltre che essere un vero mastino in difesa, la pecca? Sicuramente la poca pericolosità da oltre l’arco. Massone (1 rpg, 1 apg) è quello che ha avuto meno spazio di tutti; ma il prodotto del vivaio di Biella ha dimostrato di poter essere pericoloso in attacco, grazie alla sua capacità di far girare la squadra o di creare per sé. Difensivamente invece ha ancora diverse lacune da colmare.

Un elogio a parte va fatto a coach Andrea Capobianco, in grado di formare due nazionali (la femminile prima, la maschile under 19 dopo) che hanno fatto riavvicinare tanti tifosi al basket azzurro, perché sono state in grado di trasmettere la passione e il piacere di giocare a pallacanestro, un aspetto che forse, soprattutto a livello nazionale, si stava un po’ perdendo.

Troppo spesso è capitato, negli ultimi anni, che eccellenti risultati a livello giovanile non abbiano avuto seguito nel momento in cui i ragazzi sono passati alla nazionale maggiore. Non è compito nostro indagare per trovare il colpevole. Quel che è certo è che il traguardo raggiunto da questi ragazzi è qualcosa di storico. A volte viene criticato il fatto che nei settori giovanili italiani non si faccia abbastanza, eppure i nostri ragazzi sono riusciti a giocare alla pari con tutte le altre nazioni. La cosa più importante ora sarà considerare questo risultato come un punto di partenza, consapevoli che la strada intrapresa dalle nostre nazionali giovanili è quella giusta e che sarebbe un vero peccato perdere per strada un potenziale così grande.

Quindi… Forza Italia! E in bocca al lupo ai ragazzi dell’Under 20 che tra qualche giorno faranno il loro esordio all’Europeo di categoria.

(Fonte: ITALHOOP)