“Warrior” e i Warriors, con Sergio Cerbone e Flavio Tranquillo

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warrior sergio cerbone flavio tranquillo Aldilà del caldo torrido di una serata milanese di fine agosto, la presentazione del libro “Warrior” al Rucker Park Store di via Washington è stata una bella occasione per parlare di NBA e di Golden State con l’autore Sergio Cerbone e con ‘The Voice’ Flavio Tranquillo, che ha firmato la prefazione del testo di cui sopra. Bella la storia di Sergio che ha realizzato il suo sogno di trasferirsi negli Stati Uniti per lavoro e soddisfare la sua passione seguendo da accreditato la stagione 2015 che ha regalato il titolo ai Dubs: questa storia è diventata un libro!

Il racconto di Sergio Cerbone inizia nel 2013: il suo esordio alla Oracle Arena da accreditato fu un WarriorsSpurs dove ebbe l’occasione di parlare con Marco Belinelli della vita a San Francisco. Un aneddoto importante riguarda il rapporto stretto con Marc J. Spears, noto giornalista di Espn (ex di Yahoo!Sports). “Con Marc J. Spears ho avuto da subito un buon rapporto. Mi ha accompagnato nel mondo dell’NBA, mi ha presentato persone, mi ha aiutato nell’intervista di Kobe Bryant… Sì perchè la prima volta non ho schiacciato il tasto ‘registra’, Spears invece l’aveva registrata e non solo me la passa, mi manda tutta la trascrizione. Questa cosa mi ha colpito molto. Io ho ricambiato con una bella bottiglia di vino italiano“.

Quella stagione 2014-15 si è conclusa con il titolo NBA per i Dubs dopo le Finals contro i Cavs, finali che Sergio non si è perso per nulla al mondo. “Andare in America è stato realizzare un sogno, bello lavorare e vivere negli Stati Uniti. Però ci sono solo 7-10 giorni di vacanza all’anno. Per questo mi sono organizzato a mie spese per andare a vedere le Finals e oltre tutto ho incastrato voli, partenze e arrivi, il tutto per non perdere giorni. In quelle due settimane non si dorme“.

warrior sergio cerbone flavio tranquilloL’anno dopo, la stagione 2015-16, Golden State ha stabilito il nuovo record con 73 vittorie in regular season ma alla fine si è arresa in gara 7 ai Cleveland Cavs di LeBron James che hanno vinto il titolo. Flavio Tranquillo prova a spiegare così il mancato repeat dei Warriors: “Nelle Finals, a mio modo di vedere, la sconfitta di Golden State si riassume in tanti fattori e due in particolare. L’infortunio di Curry, che è stato oggettivamente limitato, ha stimolato gli avversari ad usare una difesa nei suoi confronti ancora più dura, lo buttavano per terra, dopo che in stagione quasi avevano rinunciato a provare a fermarlo. Poi una componente psicologica che non percepivo da qui: c’era un’enorme quantità di gente che sperava in una sconfitta di Golden State, questa squadra, uscita dal nulla, aveva generato uno sgradimento notevole anche dentro l’NBA. Thunder a inizio serie e Cavs a fine serie hanno sfruttato questa cosa“.

Ora però la curiosità è tutta per i Warriors 2016-17, rivoluzionati dall’arrivo di Kevin Durant. “Sono molto curioso di vedere come coach Kerr sistemerà in campo questi nuovi Warriors, come distribuisce i tiri e come sistemerà la difesa. Io vedo solo lati positivi, le premesse sono positive. Auguri a tutti gli altri“, ha detto Cerbone. Flavio risponde così a chi gli chiede se sarà una stagione noiosa e decisa in partenza vista la “forza” dei nuovi Warriors: “Non è impossibile che ci annoiamo dall’inizio della regular season alle Finals ma sinceramente non lo so, non è scontato. Se Steve Kerr dovesse iniziare da un foglio bianco e dividere i tiri, 15 per Thompson, non meno di 20 per Curry, 22 per Durant, poi Green, poi gli altri, e ci sono le gelosie di Tizio nei confronti di Caio, allora Golden State non vince di sicuro. Ma credo che i Warriors non saranno questi, almeno andiamo a vederli. Si può dire che Curry, Thompson e Durant sono tra i migliori tiratori del gioco e proprio per questo motivo l’NBA è interessante perchè bisogna vedere se riescono o meno a trovare la giusta amalgama e a funzionare. Annoiarsi non credo possa succedere…“.

warrior sergio cerbone flavio tranquillo La chiacchierata si conclude con una domanda secca: ma Golden State avrebbe provato comunque a prendere KD anche con la vittoria del titolo 2016? “Se vinci non cambi, non hai necessità di farlo, di andare sul mercato. Poi, dato che han perso, si sono mossi in maniera contraria“, il pensiero di Sergio. Tranquillo invece la pensa diversamente: “Secondo me sì, avrebbero provato a prendere Durant a prescindere dal risultato. Dipende dall’impostazione della franchigia. Ci provano, è legato anche alla zona del mondo in cui tutto sembra funzionare in maniera migliore che altrove in questo momento“.

Questo è solo un assaggio dei tanti aneddoti e delle storie vissute da Sergio Cerbone: per il resto bisogna pendere il suo libro, “Warrior”. Buona lettura!