La Reyer Venezia riparte dalle conferme: il baby Tonut al centro del progetto

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Stefano Tonut,   Reyer Venezia - © 2016 Simone Lucarelli
Stefano Tonut, Reyer Venezia – © 2016 Simone Lucarelli
La nuova stagione è ormai alle porte, la preparazione è già iniziata per tutte le 16 formazioni che prenderanno parte al campionato di basket di Serie A 2016/2017. Come ogni anno saranno tanti i volti nuovi che avremo modo di apprezzare sui parquet in giro per l’Italia. Ma la peculiarità di questa stagione è che le new entries nel nostro campionato sono molte meno rispetto agli anni passati, dal momento che molte squadre hanno preferito confermare buona parte dei roster. Segnale evidente che tante società stanno facendo progetti a lungo termine che, per andare a buon fine, hanno bisogno di continuità anche, e soprattutto, negli uomini. Tra queste c’è proprio la Reyer Venezia, che ha mantenuto sotto contratto diversi elementi del roster dell’anno scorso.

Dopo una stagione non proprio all’altezza delle aspettative, sebbene ripresa in post season quando la Reyer riuscì a ribaltare il fattore campo contro Milano (perdendo poi la serie per 4-2),  la società orogranata ha deciso comunque di dare piena fiducia a quasi tutti i componenti di quel roster. Infatti sono ben sette i confermati: dal neo capitano Tomas Ress a Viggiano, Tonut, Ortner, Bramos, Peric ed Ejim. Un gruppo solido insomma da cui ripartire, giocatori esperti (a parte Tonut) e talentuosi; inoltre ben tre di loro hanno avuto la fortuna di indossare la maglia della gloriosa MontePaschi Siena.

Come detto, se l’esperienza è dalla parte di molti componenti del roster della Reyer, ce n’è uno che fa eccezione: Stefano Tonut. Il giovane talento italiano classe ’93, figlio d’arte, è alla sua seconda stagione in maglia Reyer, ma è già diventato uno dei beniamini del Taliercio. La sua carriera è ancora all’inizio,  ma quest’anno da lui ci si aspetta già quel salto di qualità che lo porti a diventare il vero leader, sia tecnico che carismatico, della squadra. In tanti vedono in lui, nel suo talento, nelle sue giocate, il futuro della pallacanestro italiana. Se n’è accorto anche un certo Ettore Messina che, tra lo scetticismo generale, lo ha convocato per il Pre Olimpico, escludendo gente che sembrava più “adeguata” ad indossare la maglia azzurra. Ma sicuramente non è stata una scelta casuale quella del tecnico della Nazionale: Tonut ha la stoffa del campione, malgrado la sua giovane età. L’esperienza azzurra gli ha permesso di misurarsi con campioni del calibro di Gallinari e Belinelli, da cui certamente avrà ascoltato consigli e suggerimenti per proseguire il suo straordinario percorso di crescita. Dovrà trarre tutto il meglio da questa esperienza per continuare a migliorarsi, come ha fatto fino ad ora. Se così sarà, si prospetta per lui un futuro ricco di vittorie e soddisfazioni, magari continuando ad indossare la maglia della Reyer. Per il momento a Venezia si coccolano il loro gioiellino. Ma è inutile nascondersi: questo dovrà essere l’anno della definitiva consacrazione di Stefano Tonut! Riuscirà a non deludere le aspettative?

Stefano Tonut,   Reyer Venezia - © 2016 Simone Lucarelli
Stefano Tonut, Reyer Venezia – © 2016 Simone Lucarelli
Tra le tante conferme in casa Reyer non deve passare inosservata quella del coach. Infatti sarà ancora Walter De Raffaele il capo allenatore di Venezia, dopo l’ottimo finale di stagione scorsa quando, da vice, subentrò a Charlie Recalcati. L’anno scorso, con lui in panchina, si è vista una Reyer più bella, più determinata, più aggressiva, che ha chiuso al quinto posto la regular season, venendo eliminata ai playoff da Milano. Si concluse qui la stagione di Venezia, probabilmente nel suo momento migliore. E forse questa sensazione l’ha avuta anche la società, che infatti ha deciso di riprendere il cammino lì dove era stato interrotto. Con la piccola grande differenza che quest’anno De Raffaele, alla sua prima vera esperienza da head coach in serie A, ha avuto la possibilità di creare una squadra propria, che rispecchiasse la sua mentalità e i suoi valori, potendo così mettere in mostra le proprie qualità, tecniche e umane. Un bel banco di prova per un allenatore relativamente giovane che si gioca una chance importante per la sua carriera.

L’obiettivo principale era quello di cambiare meno uomini possibile rispetto a quelli che avevano chiuso la scorsa stagione, ed è stato pienamente rispettato, anche se in cabina di regia c’è stata una vera e propria rivoluzione. Via Mike Green, Phil Goss e Michele Ruzzier, dentro Marquez Haynes e Ariel Filloy. De Raffaele ha preferito andare sul sicuro, scegliendo due profili esperti, entrambi ottimi conoscitori del nostro campionato.

Marquez Haynes ha già giocato in tre fra le migliori piazze italiane in ambito cestistico (Milano, Siena e Sassari) e ha dimostrato di essere un uomo da squadre di vertice. Anche l’anno scorso aveva iniziato la stagione in Italia, a Sassari, per poi trasferirsi ai greci del Panathinaikos, dove ha vinto la Coppa di Grecia ed è arrivato ai quarti di finale in Eurolega. Ottimo realizzatore, ha anche buone doti di playmaking e predilige giocare il pick&roll, di solito portando il proprio pivot a concludere in maniera spettacolare. Il talento non gli manca, la leadership nemmeno; inoltre ha già conosce alcuni dei suoi nuovi compagni di squadra (aspetto da non sottovalutare). Sperando in un contesto più positivo di quello trovato l’anno scorso a Sassari, Haynes potrebbe davvero conquistare Venezia con le sue giocate.

Il cambio del play americano sarà Ariel Filloy, che nelle ultime due stagioni ha vestito la maglia di Pistoia. Il playmaker argentino, naturalizzato italiano, è ormai un veterano della nostra pallacanestro e un giocatore di sicura affidabilità. E’ un profilo molto diverso da Haynes, per certi versi complementare: se da un lato potrebbe togliere spettacolarità al gioco di Venezia, dall’altro darà sicuramente un grande contributo in quanto a geometrie e ordine negli schemi della Reyer.

Gli altri due volti nuovi alla corte di De Raffaele saranno Tyrus McGee e Jamelle Hagins.

Il primo abbiamo avuto modo di conoscerlo meglio l’anno scorso a Cremona, dopo la breve esperienza a Capo d’Orlando nel 2014/2015. Per lui parlano le sue statistiche: da quando è al college ha viaggiato quasi sempre abbondantemente sopra i 20 punti di media a partita, anche quando si è trasferito a giocare in Europa, riuscendo a tenere sempre percentuali altissime al tiro. L’anno scorso ha segnato “appena” 13 punti di media, ma solo perché giocava poco più di 22 minuti a partita. Non a caso è stato eletto miglior sesto uomo del nostro campionato e miglior tiratore da 3 punti della regular season (47, 5%). Ha caratteristiche diverse dalle altre guardie di Venezia e questo non può che essere un aspetto positivo, considerando anche il fatto che De Raffaele potrà permettersi il lusso di farlo partire dalla panchina, senza abbassare il livello dello starting five. Che dire…Venezia ha fatto il colpaccio!

L’altro, Jamelle Hagins, è un profilo tutto da scoprire, alla sua prima apparizione in Italia. E’ uno dei migliori giocatori che siano mai usciti dalla sua Università (Delaware) e ha già esperienze europee avendo giocato in Francia e in Grecia (l’anno scorso era all’Aris Thessaloniki). Dotato di una buona propensione a rimbalzo, il suo marchio di fabbrica è però la difesa, tant’è che spesso è stato inserito nel miglior quintetto difensivo delle varie competizioni a cui ha partecipato. Come si comporterà nel nostro campionato? Avere al fianco uno come Ortner potrebbe aiutarlo molto ad inserirsi negli schemi reyerini per essere da subito a piena disposizione del coach. De Raffaele potrà così sfruttare le diverse caratteristiche dei suoi due lunghi in base all’andamento della partita e alla tipologia di avversario che avrà di fronte.

McGee, da guardia, e Hagins, da centro, vanno a completare nel migliore dei modi il roster orogranata, che sembra coperto in tutti i ruoli con giocatori diversi e complementari. Pochi innesti, ma mirati. Così si è mossa Venezia sul mercato, andando alla ricerca di giocatori che rappresentassero i tasselli giusti da inserire nel blocco dei confermati. La Reyer avrà a disposizione undici giocatori di primissimo livello, a cui si aggregherà il giovane Riccardo Visconti (classe ’98). De Raffaele ha costruito la squadra come la voleva, con molti giocatori in grado di ricoprire tre ruoli diversi senza problemi, permettendo così al coach di variare quintetti e soluzioni offensive senza perdere l’identità di squadra.

Non è una novità il fatto che la società della laguna sia una delle più apprezzate a livello nazionale da chiunque abbia avuto a che fare con il mondo della nostra palla a spicchi e, difatti, è una realtà in netta ascesa fin da quando è tornata a disputare il primo campionato nazionale (2011/2012). Ma ora sembra arrivato il momento di affermarsi tra i migliori anche sul campo. E se il neo capitano Ress non si sbilancia sulla stagione che attenderà la Reyer (impegnata sia in Campionato che in Europa), nessuno può negare che quest’anno da Venezia ci si aspetta un campionato di vertice, dopo una stagione non esattamente esaltante. Il Taliercio non vede l’ora di tornare ad esplodere ad ogni canestro dei suoi beniamini. Potrebbe essere proprio Venezia la squadra che Milano dovrà temere di più nella corsa al titolo? Sulla carta l’Olimpia è di un altro livello per chiunque in Italia, nonostante i diversi alti e bassi, che l’hanno caratterizzata fino alla scorsa stagione. Ma, come a Venezia sanno bene, ogni annata è un discorso a sé; e se tutto dovesse andare per il verso giusto, nessuno potrà permettersi di sottovalutare questa Reyer, nemmeno l’EA7, soprattutto se in una serie playoff.