Venti russi di cambiamento si abbattono su Cantù

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Una ventata di aria nuova si è abbattuta sulle Serie A. A dir la verità è più di un’aria, quasi un burian quello che nelle ultime settimane soffia su Cantù e in particolare nella zona del Pianella. Un vento freddo che viene dal nord, dalla Russia e sta portando molto scompiglio sia nella società brianzola che in tutto il panorama cestistico nazionale.

Il nuovo proprietario dell’Acqua Vitasnella Cantù è infatti Dmitry Gerasimenko, magnate russo di 37 anni e fondatore della seconda industria dell’acciaio di tutta la Russia, che ha acquisito le quote di maggioranza e tramite una società controllata ha anche lanciato il progetto per il nuovo Pianella. Detto che, a Cantù, attendevano da anni l’ingresso di qualcuno che potesse rimpolpare le casse e soprattutto desse una sferzata all’annosa questione del palasport, nessuno si aspettava che Gerasimenko prendesse così a cuore la causa lombarda. Già proprietario e presidente della Krasny Oktyabr (Ottobre Rosso) di Volgograd, Gerasimenko è conosciuto per essersi fatto tesserare dalla sua stessa squadra ed aver esordito in Eurocup; tra l’altro il figlio del magnate gioca proprio nelle giovanili di Cantù. L’arrivo del nuovo proprietario e futuro presidente, in quanto Anna Cremascoli, per 7 anni presidentessa, ha lasciato l’incarico (perchè tenuta al buio sul cambio di allenatore) che, verosimilmente, sarà preso proprio da Gerasimenko, ha portato parecchio scompiglio nel roster e nello staff canturino. Difatti da quando spira vento russo su Cantù sono arrivati Walter Hodge, JaJuan Johnson e Kyle Johnson oltre al nuovo coach Bazarevich, mentre a farne le spese sono stati Ross, Hall e Fabio Corbani (oltre al direttore commerciale).

Ed è stata appunto la vicenda dell’allenatore l’anno scorso a Biella a sollevare lo scompiglio: Corbani si era lamentato, anche in maniera velata in conferenza stampa, dell’eccessiva ingerenza del nuovo proprietario sulle questioni tecnico-tattiche, tant’è che pare sia stata una decisione della dirigenza quella di mandare in tribuna Hasbrouck e a referto Ross nell’ultima gara allenata da Corbani contro Cremona. Inoltre Gerasimenko è solito seguire con molto trasporto il match sedendosi a ridosso della panchina e parlando con i giocatori durante i time-out. Indubbiamente l’obiettivo di Gerasimenko di riportare Cantù ai vertici non solo del nostro basket, ma anche di quello continentale comporta molti investimenti e cambiamenti, ma forse tutti così in fretta non se l’aspettava nessuno. Gli stessi metodi del patron russo sono anche poco conformi all’ambiente del nostro basket: il suo voler essere presidente a 360 gradi lo porta ad avere un ruolo che spazia molto e non si ferma a quello di una mera carica in cima alla scala gerarchica societaria.

La cosa che più viene normale domandarsi ora è che piega prenderà la società canturina e quanti cambiamenti ancora ci saranno per una squadra in piena lotta per un posto alle Final Eight di Coppa Italia? Ma anche quanta di quella pazienza che il nuovo presidente ha chiesto ai tifosi, per tornare in alto, abbia realmente lui stesso: il progetto è ambizioso e dispendioso, sia economicamente, che come forze in campo, considerando anche il palasport, per cui c’è da credere che Gerasimenko abbia un orizzonte a lungo termine. Si spera più lungo di quello dell’altra squadra posseduta, il Volgograd, fondata nel 2012 e ora già in dismissione.

1 COMMENT

  1. Onestamente non mi sono mai piaciuto i presidenti che vedono le squadre come loro “giocattoli”, ho sempre preferito i manager che vogliono fare i soldi perché, nel lungo periodo, portano idee e benessere. Però ogni cosa che può smuovere l’asfittico basket nostrano è ben accetta anche fosse un bislacco russo con manie di grandezze.

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