I protagonisti della settimana NBA: Whiteside perenne rivelazione, Asik continua delusione

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Hassan Whiteside al momento percepisce, nel secondo ed ultimo anno del suo contratto con gli Heat, 981.348 dollari, in attesa di diventare free agent la prossima estate. Dovete aggiungere una cifra in coda al numero per andare a definire, invece, quale sia la somma che finisce nelle tasche di Omer Asik per figurare tra i Pelicans. Il risultato è, per l’una squadra, avere a roster il più forte giocatore sotto il milione di dollari ora in circolazione. Per l’altra, invece, aver firmato il peggior contratto tra quelli al momento in essere in NBA.

Hassan Whiteside © twitter.com/MiamiHEAT
Hassan Whiteside © twitter.com/MiamiHEAT

Certamente Whiteside, una volta free agent la prossima estate, andrà a firmare un contratto assai più oneroso dell’attuale, sempre che non finisca prima coinvolto in qualche trade. La sua crescita, dopo l’inaspettata esplosione dell’anno passato, non si è arrestata, anzi. Alla domanda su quale genere di rivelazione sia il nativo di Gastonia, Dwayne Wade ha risposto niente meno che: “Quando osservo i centri della Eastern Conference, non posso dire che ci siano tanti che hanno un impatto più grande del suo al momento“. I 12.6 punti a partita sono frutto di un 62% al tiro figlio di conclusioni per oltre l’85% dei casi prese entro i 3 metri dal ferro, senza aver mai tentato una sola tripla in tutta la sua carriera. A ciò aggiunge un fatturato straordinario di 11.1 rimbalzi a partita, di cui 3 offensivi, e ben 4 stoppate di media, qualcosa che, se confermato nell’arco della regular season, non si vede da Dikembe Mutombo nel 1995/96 ed è riuscito ad appena otto giocatori nella storia NBA. Niente male per un giocatore che, prima dell’anno passato, era stato impiegato in appena 19 partite nella Lega ed aveva vagato tra D-League, Cina e Libano.

In una Lega dominata da centri che allargano il campo grazie ad ottime percentuali da oltre l’arco, Whiteside rappresenta un ritorno al passato, con la sua combinazione di forza, agilità e prestanza fisica. “I miei compagni di squadra mi rendono la vita facile“, ammette con umiltà. Ci sono ancora degli aspetti del suo gioco, però, che necessitano di qualche aggiustamento. Gli avversari di Whiteside tirano intorno al 45% quando lui difende al ferro, ma l’inesperienza e qualche calo di concentrazione spesso non gli permettono di affrontare a dovere i tiratori avversari. Per questo coach Erik Spoelstra spesso l’ha tenuto in panchina nel quarto periodo, togliendolo dal parquet nei momenti decisivi. Almeno fino al successo in settimana contro i Blazers, in cui Whiteside è stato decisivo con 10 punti e 6 rimbalzi nel solo ultimo periodo. La scelta di non abbassare il quintetto e lasciare spazio al centro classe ’89 ha pagato, perché ha capito come aiutare sul perimetro senza perdere la sua esplosività nel pitturato. Qualche numero? Nelle ultime quattro giocate sono arrivati 57 rimbalzi e 18 stoppate, con Miami sempre più convincente al terzo posto in Eastern Conference. Niente male, per meno di un milione di dollari.

Omer Asik si è guadagnato in estate un contratto da ben 60 milioni di dollari, di cui quasi 45 garantiti, per i prossimi cinque anni. Certo, i 7.3 punti e 9.8 rimbalzi in soli 26 minuti d’impiego dell’anno passato non sono certo un pessimo fatturato ed i Pelicans erano seriamente intenzionati a provare a costruire una squadra intorno all’appena confermato Anthony Davis partendo dal roster già a loro disposizione. In ogni caso, comunque, l’azzardo non solo non ha pagato, ma si è rivelato il peggior contratto possibile per la squadra di New Orleans. Il turco gioca la miseria di 15 minuti a partita, mettendo insieme cifre a dir poco imbarazzanti, quali 2.5 punti e 4.1 rimbalzi di media, risultando poco utile anche nella metà campo difensiva, con 104.6 punti subiti ogni 100 possessi con lui sul parquet. La squadra è sul fondo della Western Conference, con sole 9 vittorie nelle prime 29 partite giocate, e la situazione non sembra destinata a cambiare nel breve periodo.

Asik non giocava così poco dai tempi dei Bulls e sta tirando con il 48% dal campo, una statistica molto bassa per un giocatore monodimensionale come lui, che per altro non va oltre il 58% dalla lunetta. Coach Alvin Gentry sembra intenzionato ad affidarsi completamente a Davis nel ruolo di centro e la squadra gioca su ritmi troppo elevati per poter contare su un giocatore tanto lento ed incapace di manovrare il pallone. Il turco non ha né la stazza né la velocità per avere un ruolo decisivo in questa Lega, nemmeno in una squadra al momento disastrata come New Orleans. Inoltre, ha perso molta della sua efficienza anche in termini difensivi. Ed allora la scelta di confermarlo sembra davvero poco sensata, ancor meno di quando arrivò dai Rockets in cambio di una scelta al primo giro. Non per niente una decina di giorni fa è stato ufficialmente messo sul mercato, ma, al momento, sembra che nessuno sia interessato a farsi carico di questo onere. Qualche numero? Nelle ultime quattro partite giocate sono arrivati 15 punti, 18 rimbalzi e 2 stoppate complessivi. Di certo di onore non si può parlare.