L’Eurolega imita la Uefa: ecco il fair play finanziario

6
2035

L’Eurolega abbraccia il Fair Play. La riunione annuale dei massimi dirigenti cestistici europei, svoltatasi a Barcellona, ha generato decisioni importanti che hanno sconvolto la competizione europea. Il numero uno dell’organizzazione Jordi Bertomeu ha annunciato i numeri della rassegna, che ormai ha raggiunto un valore di oltre 375 milioni di euro. Le Final Four di Madrid hanno legittimato questo successo, che spinge il basket continentale in una nuova dimensione. Ma a Barcellona si sono decise anche le nuove regole del fair-play finanziario, che mirano ad adattarsi ai nuovi parametri dello sport moderno. Dopo la UEFA e l’NBA, anche l’Eurolega ha certificato i paletti economici e finanziari che i club sono tenuti a rispettare. Una decisione radicale e innovativa, e secondo molti necessaria.

Le nuove regole del far play serviranno, secondo Bertomeu, a conseguire la sostenibilità dei club, che potranno onorare la competizione senza minacciare scioperi o insolvenze. L’Eurolega ha stabilito un budget minimo di quattro milioni di euro per i club che intendono prendere parte alla competizione, allontanando lo spettro di un eventuale abbandono della competizione per motivi economici (nell’ultima stagione il Galatasaray ha rischiato grosso ed è stato costretto a smantellare e a rifare il roster). Cifra ridicola se rapportata alle risorse dei top club, con il CSKA Mosca forte di budget da 37.5 milioni di euro e il Fenerbahce poco sotto i 30, ma importante per diversi team minori, che lottano per sopravvivere. Va anche aggiunto che potranno non essere accettate iscrizioni di club con troppi debiti o con perdite superiori al 10% dei ricavi, nei precedenti tre anni.

Inoltre l’Eurolega ha stabilito che gli stipendi dei giocatori non potranno influire più del 65% del bilancio del club (valutato nell’anno fiscale che va dall’1 luglio al 30 giugno successivo) e gli azionisti non dovranno coprire più del 75% del budget complessivo. Tremano i contratti faraonici di Vassilis Spanoulis (2.6 milioni dall’Olympiacos), Juan Carlos Navarro (2.4 milioni dal Barcellona), Dimitris Diamantidis (2 milioni dal Panathinaikos) e Milos Teodosic (1.9 milioni dal CSKA Mosca), che potrebbero subire un ridimensionamento per rispettare i termini imposti.

Le norme entreranno in vigore già nella prossima stagione, e un’eventuale violazione comporterà un procedimento disciplinare che, verosimilmente, si tradurrà in una salata multa. Siamo ancora lontani dalla rigidità NBA, con il tetto salariale e la temuta Luxury Tax, ma l’Eurolega si allinea con i principi moderni. Bertomeu ha messo nero su bianco le regole della Lega europea che verrà, evitando di rivivere un caso Olympiacos, con la società greca costretta a vendere i propri campioni per mantenere la licenza in seguito alla crisi ellenica nel 2011. Ma mentre i top club cominciano a sondare il mercato estivo c’è chi crede che con le nuove regole il principale torneo continentale diverrà monopolio dei ricchi. E chi non riuscirà a racimolare quattro milioni di budget starà alla porta…

6 COMMENTS

  1. C.R.E.A.M (citazione altissima che sicuramente l adetto alla musica del pala a reggio npn capirà)

  2. C’è un abissale differenza tra il FP dell’NBA e quello dell’UEFA. Il primo opera ponendo un limite uguale al monte ingaggi per tutte le società e favorisce la distribuzione dei migliori giocatori tra più squadre, assicurando per quanto possibile la concorrenza tra i team e l’equilibrio nel campionato. Il secondo, operando in base al rapporto tra spese e ricavi, impedisce a chi vuole entrare nel modo dello sport acquistando una squadra “minore” di investire soldi propri. Risultato: viene di fatto garantita alle società che hanno maggior tradizione, perché hanno vinto di vinto di più, e che sono più ricche (in ragione di stadi propri e maggior merchandising) una posizione economicamente dominante rispetto alle altre squadre, dato che potranno ingaggiare i migliori giocatori con contratti impossibili per le altre. Con la normativa UEFA a vincere saranno quasi sempre le squadre di maggior tradizione, perché cristallizza le differenze ed ostacola la concorrenza. L’NBA opera negli USA dove c’è la cultura dell’antitrust, l’Europa scimmiotta malamente gli USA ottenendo risultati opposti.

Comments are closed.