Settimana NBA: un fantastico Irving guida i Cavs, Davis condurrà i Pelicans ai playoff?

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Best of the East

 

Best Team: Milwaukee Bucks

Una delle grandi sorprese di questa prima metà abbondante di stagione è proprio quella squadra che, ai blocchi di partenza, si presentava come la peggiore della passata regular season. I Bucks, nonostante l’assenza dell’ottimo Jabari Parker, non hanno smesso di correre, infilando quattro vittorie consecutive nell’ultima settimana e poco più. Dopo aver superato di misura gli Heat, rivali nella corsa ai playoff, e sconfitto agilmente i Magic, Milwaukee si è regalata due vittorie di prestigio contro Blazers e Raptors. L’arma vincente del team di Jason Kidd è una difesa solida, che subisce appena 96.6 punti a partita, quarta assoluta nella NBA, e costruisce bene il gioco offensivo, grazie ai 23.6 assist di media. Il leader è Brandon Knight, il quale sta vivendo una stagione da assoluto protagonista (17.7 punti, 4.2 rimbalzi e 5.3 assist), oltre al Greek freek Giannis Antetokounmpo, un talento straordinario. Il record sorride (26-22) e il sesto posto in Eastern Conference sembra assolutamente alla portata.

Best Player: Kyrie Irving

Se è innegabile che nella striscia vincente dei Cavaliers, arrivata a undici vittorie consecutive con le cinque gemme settimanali contro Pistons, Blazers, Kings, Timberwolves e Sixers, abbia pesato tantissimo il rientro di LeBron James, è altrettanto da sottolineare che Kyrie Irving sembra tornato su livelli spaziali. Escludendo la disastrata partita contro Minnesota (12 punti con 4/16 al tiro), nelle altre quattro il prodotto di Duke ha messo insieme i seguenti numeri: 34.5 punti di media, con l’exploit dei 55 con 11/19 da oltre l’arco contro Portland, tirando con il 55% abbondante dal campo ed il 51% da tre punti, aggiungendo, per altro, 15 rimbalzi e 22 assist, oltre ad un plus/minus di +62, in quei 152 minuti sul parquet. Numeri incredibili, che vanno a rimpolpare statistiche stagionali molto positive (21.9 punti, 3.2 rimbalzi e 5.2 assist) ed un PIE non altissimo, ma sicuramente in crescita (12.6). Con questi undici successi Cleveland ha rialzato definitivamente la testa a quota 30 vittorie e 20 sconfitte e punta dritto ai piani altissimi delle Eastern Conference.

 

Best of the West

 

Best Team: New Orleans Pelicans

Anche fosse soltanto per la vittoria che ha interrotto il periodo di gloria degli Hawks a 19 vittorie consecutive, i Pelicans meritano la palma di miglior squadra della settimana in Western Conference. Detto della vittoria, netta e incontrovertibile (+15), contro la squadra più in forma della Lega, New Orleans ha sconfitto anche un’altra grande squadra, i Clippers, fermandosi all’appuntamento contro i Nuggets e confermando la tendenza a farsi superare proprio negli scontri più agevoli. Delle 22 sconfitte stagionali, cui fanno comunque fronte 26 vittorie, molte sono arrivate in maniera incredibile ed inaspettata. Nonostante un Anthony Davis letteralmente mostruoso (24.6 punti, 10.5 rimbalzi e 2.8 stoppate di media) ed un Tyreke Evans tornato ad altissimi livelli (17 punti, 5.4 rimbalzi e 5.7 assist), la squadra fatica a trovare costanza e l’ottavo posto in Western Conference, benché molto vicino, potrebbe sfuggire di mano proprio per questo. Sempre che Davis non si inventi un finale di stagione da MVP.

Best Player: Zach Randolph

Zach Randolph,   Memphis Grizzlies - Immagini fornite da Panini SPA
Zach Randolph, Memphis Grizzlies – Immagini fornite da Panini SPA
A proposito di giocatori fondamentali, parliamo di Zach Randolph: nel mese di stop di Z-Bo, dal 19 dicembre al 9 gennaio, i Grizzlies hanno raccolto solo quattro vittorie e ben sei delle dodici sconfitte stagionali subite finora, mentre dal suo rientro Memphis è uscita sconfitta contro Pelicans e Mavericks, vincendo i restanti undici match disputati. In settimana, oltre alla rivincita contro Dallas, la squadra si è imposta di prepotenza contro Nuggets e Thunder, superando poi di misura gli ostici Suns. Con Randolph sul parquet, i Grizzlies segnano la bellezza di 109.4 punti ogni 100 possessi e ne subiscono appena 98.7. Avete capito bene, un net rating spaventoso di +10.8 punti ogni 100 possessi è la differenza con il prodotto di Michigan State in campo. Memphis, nel frattempo, ha riguadagnato e consolidato la seconda piazza nella Western Conference alle spalle dei Warriors, grazie a 36 vittorie nelle prime 48 partite giocate. Z-Bo, con i suoi 17.2 punti e 12.1 rimbalzi di media, è più decisivo che mai.

 

Best of the Rest

 

THE RIGHT (WHITE)SIDE: una settimana fenomenale dall’uomo che non ti aspetti. Hassan Whiteside, al secondo anno da Marshall, a partire dalla storica tripla-doppia da 14 punti, 13 rimbalzi e 12 stoppate contro i Bulls in appena 25 minuti sul parquet, non si è più fermato: 16 punti e 15 rimbalzi di media nelle quattro sfide contro Pistons, Celtics, Mavericks e Bucks.

BENTORNATO, GALLO!: quest’anno non è stato certamente il più semplice per Danilo Gallinari, che non aveva ancora toccato quota 20 punti in questa stagione. Eccoli arrivare, però, contro i Sixers, contro cui Denver, però, incredibilmente è stata sconfitta. Alla buona prestazione da 15 punti contro gli Hornets, ha fatto seguito, dunque, quella ottima da 22 punti e 4 rimbalzi contro Philadelphia. Non sarà ai livelli di due stagioni fa, ma è un inizio. Forza Gallo!

 


 

Worst of the East

 

Worst Team: Miami Heat

29° in NBA per punti segnati, la miseria di 92.4 a partita, 30° per numero di rimbalzi raccolti, 37.8 di media, 29° in termini di assistenze, 19.9 a partita, quasi raggiunte dalle 14.5 palle perse di media. Si è vero, gli Heat sono la seconda miglior difesa della Lega, con appena 96.2 punti subiti ad uscita, ma sono comunque 3.8 in più di quanti Miami riesca a metterne a segno. Nelle ultime quattro partite giocate, la franchigia della Florida ha vinto soltanto contro i Celtics, perdendo le restanti tre sfide contro Bucks, Mavericks e Pistons, di cui le ultime due in maniera nettissima. Il record è scivolato ben al di sotto del 50%, con 21 vittorie e 27 sconfitte, e gli Heat sono ora all’ottavo posto di Eastern Conference, raggiunti e appaiati con gli Hornets, mentre Brooklyn e Detroit seguono a ruota. Nonostante la scoperta della settimana, Hassan Whiteside, Miami ha ancora troppe difficoltà nel frontcourt, considerando che il solo Dwayne Wade va oltre i 5 assist a partita. Quanto manca quello con il numero 6..

Worst Player: Marcin Gortat

Marcin Gortat,   Washington Wizards - Immagini fornite da Panini SPA
Marcin Gortat, Washington Wizards – Immagini fornite da Panini SPA
I Wizards in settimana hanno perso tre partite consecutive, contro Suns, Raptors e Hornets, perdendo un possibile aggancio a Toronto e dovendo ringraziare le alterne fortune dei Bulls se non è stata raggiunta e superata. Intanto, però, i Cavaliers scalpitano e hanno messo il turbo per raggiungere la franchigia della capitale. Marcin Gortat, negli ultimi 82 minuti giocati, ha segnato 20 punti complessivi, raccolto 17 rimbalzi, perso 7 palloni e messo insieme un plus/minus di -12. Bene, ma non benissimo per il centro polacco, da cui ci si aspettava la stagione della consacrazione. Le sue medie stagionali lo tengono nella media per il ruolo (11.6 punti e 8 rimbalzi), ma ultimamente sono più le delusioni che le gioie regalate al pubblico di Washington. Il problema impellente per i Wizards al momento sono i punti segnati, 99.9 a partita, 17° risultato complessivo nella Lega al momento e soltanto 1.9 in più di quelli subiti. Troppo pochi se si vuole mantenere un posto di rilievo, anche nella Eastern Conference.

 

Worst of the West

 

Worst Team: Portland Trail-Blazers

La vittoria di misura contro i Jazz ha interrotto una striscia di tre sconfitte consecutive dei Blazers, arrivate contro tre squadre in formissima come Cavaliers, Hawks e Bucks, ma non per questo più forti di Portland, che aveva dimostrato ben altro finora in stagione. La squadra che ha a casa al Rose Garden ha vinto soltanto tre delle ultime undici partite giocate, rovinando un record fantastico, ora comunque ottimo, con 33 vittorie e 16 sconfitte, ma che ha ridimensionato la voglia di primato che la squadra poteva cullare fino a un paio di settimane fa. Il quarto posto a pari merito con i Clippers, quinti, potrebbe diventare ben peggiore se il team di Terry Scotts non ritrova sé stesso. Damian Lillard non è in formissima, ma potrebbe essere caricato al massimo dall’esclusione all’All-Star Game, mentre LaMarcus Aldridge sta giocando un basket straordinario (23.8 punti e 10.3 rimbalzi di media). L’impressione, però, è che alle loro spalle ci sia ben poco per aspirare all’anello.

Worst Player: Russell Westbrook

Il termine di paragone per definire negativo il periodo di Russell Westbrook è lo stesso Russell Westbrook visto al rientro dall’infortunio, ovvero un giocatore incredibile, unstoppable, determinante e decisivo. Escludendo i 40 punti messi a segno nell’inaspettata battuta d’arresto contro i Knicks, arrivati per altro tentando la bellezza di 30 tiri, Westbrook ha segnato almeno 25 punti soltanto contro Magic, Wizards e Jazz, contro cui nemmeno a dirlo sono arrivate tre vittorie, in tutto il 2015. Nelle restanti 12 partite disputate, in cui Oklahoma City ha raccolto sei vittorie e sei sconfitte, non si è spinto oltre una quota che, per lui, sembrava di regola nel mese di dicembre. I Thunder stanno soffrendo, nonostante ora siano a pieno organico, la sua incostanza e l’incapacità di Reggie Jackson di ripetere i prodigi mostrati durante l’anno passato, soprattutto con Westbrook ai box. Il record è a quota 24-24, ma per raggiungere i Suns, sopra di tre partite, servità uno scatto prorompente. Alla Westbrook.

 

Worst of the Rest

 

OVEST IN DIFFICOLTA’: rispetto al ritmo indiavolato che hanno tenuto ad inizio stagione, le prime sei forze della Western Conference, Grizzlies a parte, stanno tutte vivendo un periodo più o meno di difficoltà. I Warriors hanno perso in tutto otto partite finora, di cui tre nelle ultime dieci, Rockets e Mavericks sono 6-4 nell’ultima decade, mentre peggio di tutte hanno fatto i Blazers, come detto poco sopra. I Clippers, con sette vittorie nelle ultime dieci, posso risalire la graduatoria.

TANKING LIKE NO TOMORROW: vi prego, non andate a rileggervi l’articolo di qualche settimana fa in cui si diceva che i Nuggets potevano essere in corsa per i playoff. Mai predizione fu più errata. Denver ha perso altre tre partite consecutive, demolita sotto 30 punti dai Grizzlies, schiacciata sotto 18 dagli Hornets e sconfitta anche, dopo essere stata avanti di 23 lunghezze, dai derelitti Sixers. Una vittoria nelle ultime undici partite giocate. Enough said.