Caserta: la speranza è l’ultima a morire

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Sono passati 23 anni da quel magico 21 Maggio del 1991 in cui Caserta si aggiudicò il primo scudetto della sua storia vincendo in trasferta a Milano, lottando fino alla fine, pur contro le avversità, senza perdere mai la speranza e credendo sempre di riuscire a compiere il miracolo. A 23 anni di distanza, purtroppo per Caserta, le cose sono molto cambiate: oggi la Pasta Reggia chiude la classifica di Serie A con un impietoso record di 0 vittorie a fronte di 11 partite disputate.

Nel mezzo ci sono stati parecchi movimenti: dapprima il cambio in panchina con Markovski a rilevare Molin, poi gli arrivi di Dejan Ivanov e Michele Antonutti e da ultimi i tesseramenti del play sloveno Capin e della guardia bulgara Avramov; infine la separazione consensuale dal manager Atripaldi e dalla guardia americana Gaines. Ma non è tutto qui: infatti, è notizia delle ultime ore, il presidente Iavazzi ha deciso per un altro ribaltone, esonerando Markovski per rimettere le carica di head coach nelle mani di Vincenzo Esposito, già assistente, nonchè uno degli eroi di quel mitico scudetto. Quest’ultima scelta anticipa l’idea di affidare la panchina a Esposito a fine stagione, ed è frutto della mancanza di risultati. Purtroppo i vari mutamenti tra panchina e roster ancora non hanno prodotto un risultato vincente ma quanto meno sotto il profilo del gioco si sono visti dei miglioramenti. Negli ultimi match Caserta ha mostrato di potersela giocare fino alla sirena finale con squadre ben più quotate e in lotta per le Final Eight di Coppa Italia, come Milano, Trento, Venezia e Varese.

Sicuramente gli ultimi innesti e il recupero di un giocatore fondamentale per gli equilibri campani come Michele Vitali hanno aiutato nel recuperare una certa unità di squadra ed anche un certo gioco: Ivanov assicura sotto le plance un apporto di tutta sostanza così come Antonutti porta dalla sua una grande esperienza oltre che un’ottima mira dalla linea dei tre punti; senza contare il trascinatore di questa squadra nonché capocannoniere del campionato Alvin Young che viaggia a 22.8 punti di media a gara. Ma per Esposito il lavoro più duro sarà lavorare sulla testa dei giocatori perché continuino ad impegnarsi ogni giorno senza lasciarsi scoraggiare dalla classifica ma anzi traendo da esso nuova linfa agonistica, una cattiveria aggiuntiva da riversare ogni volta sul parquet, perché le salvezze si conquistano solo tuffandosi sul pallone e lottando come indemoniati su ogni palla. E poi la Pasta Reggia ha bisogno dell’appoggio del suo pubblico, che deve essere il primo a credere in questa rincorsa salvezza a partire dalla prossima partita: il derby campano con Avellino.

La striscia di 11 sconfitte consecutive iniziali non è la più lunga in Serie A, c’è chi ha fatto peggio, ma la classifica di questi record amari può dare qualche motivazione in più a credere nella rimonta: nella stagione 2001/02 Reggio Calabria partì con bene 13 sconfitte filate ma poi riuscì a salvarsi a fine campionato. Caserta ci deve credere fino alla fine, finché ci sarà speranza e qualche consiglio lo può ricevere da Vincenzo Esposito. Come prima panchina in Serie A il compito è ben difficile, ma in virtù del legame particolare che lega il Diablo alla città di Caserta, un altro miracolo è sempre possibile come quello di cui fu protagonista da giocatore in quell’indimenticabile Maggio del 1991.