Boban Marjanovic, chi era costui?

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Ci si aspettava il codino di Kleiza, la barba di Rodriguez o gli orecchini di Teodosic e invece il box dell’MVP della prima giornata di Eurolega ha ospitato le orecchie a sventola e l’espressione vacua di Boban Marjanovic. Uno sconosciuto forse per la maggior parte delle persone che seguono l’Euroleague, un carneade qualunque che ha fatto piangere il Galatasaray di Aradori e Micov: 22 punti, 10 rimbalzi, 2 stoppate e 30 di valutazione le cifre della sua serata che gli sono valse la prima copertina dell’Eurolega 2014/2015. Un nome che a pochi dirà qualcosa, causa una carriera caratterizzata da un difficile ricerca verso una propria dimensione, un interrogativo ancora inespresso tra l’essere una meteora o una star.

Passaporto serbo, Boban è cresciuto nelle giovanili del Vrsac, rivelando un fisico impressionante. La prima occasione per esplodere si presenta a ventidue anni con la chiamata del Cska Mosca nel 2010. Un matrimonio mai sbocciato con l’armata rossa, concluso con un divorzio consumato dopo sole nove partite in cui Marjanovic ha impressionato solo per lentezza e staticità. Viene ingaggiato dallo Zalgiris Kaunas, raccogliendo le maggiori soddisfazioni di una carriera, che fino ad oggi, presenta un palmares povero in cui risiedono solo il titolo Lituano e della Lega Baltica. Ventisei anni, ma un impressionante itinerario a spasso per l’Europa. È questo il riassunto del curriculum vitae di Majanovic che vanta esperienza anche tra le fila del Novgorod prima del ritorno in patria con la maglia del Kragujevac. Il centro serbo resta un oggetto misterioso, considerato da molti un talento (all’Eurocamp di Treviso qualche anno fa molti scout erano presenti per vederlo) ma da altri un bust, dovuto a un fisico difficile da controllare e sviluppare. Una mole imponente di 120 kg spalmati su 222 cm costringono Boban a faticare contro centri più dinamici e veloci, mostrando lacune in difesa difficili da colmare. I motivi dei numerosi tagli che hanno caratterizzato la sua carriera sono giustificati dai limiti tecnici con un tiro poco pericoloso e una difesa poco rassicurante.
Abile stoppatore certo, ma ciò non è sufficiente ai livelli Eurolega, in cui occorre mostrare solidità e sicurezza.

Il talento offensivo invece mostra un repertorio difficile da ignorare, anche grazie ai numerosi progressi dimostrati recentemente. Nell’esordio europeo, il coach dei turchi Ataman, ha alternato in difesa sul serbo, Jawai, Vougioukas e Erceg, ma senza riuscire ad arginarlo. Boban ha castigato tre centri molto diversi per caratteristiche, impressionando per la capacità di adattarsi a difese differenti (più fisica quella di Jawai, più perimetrale quella impostata da Vougioukas e Erceg). Lo strapotere fisico mostrato sotto le plance fa ricredere i tanti detrattori del centro di Zajecar, che lo avevano prematuramente bocciato dopo le delusioni con la maglia del Cska Mosca.

In un Eurolega che sembra avviata verso un monopolio delle corazzate Real Madrid, Cska Mosca o Barcellona, la favola di Marjanovic rivela una colonia di giovani sconosciuti ma talentuosi. A ventisei anni Marjanovic sembra aver trovato un suo equilibrio nella rosa della Stella Rossa, sposando un progetto interessante. Difficile immaginare un suo approdo futuro in NBA, causa una carta di identità che recita i ventisei anni ma specialmente un fisico inadatto ad un campionato così atletico ed esplosivo. Ma, in un girone D, avaro di talento e stelle, Marjanovic potrebbe riscrivere una trama decisa e scontata. Il team di Belgrado sembrava destinato a giocarsi le top sixteen in un doppio confronto con Valencia, ma dopo aver annichilito il team di Istanbul, il brutto anatroccolo sembra essere diventato un superbo cigno.

Questa la sua prestazione che gli è valsa il premio di MVP della 1° giornata:

3 COMMENTS

  1. Mah, più che movimenti incontenibili di quel “lonzone” di Marjanovic, mi pare più una difesa scellerata sul pick ‘n roll da parte del Gala.

    • Condivido con te, la difesa si concentra tutta sul portatore di palla ed è nulla sul rollante! Un lungo di tali dimensioni a rimorchio non deve esser lasciato partire, altrimenti è inarrestabile. se vedete il recap solamente un canestro proviene dal post basso ed inoltre la difesa di Jawai non mi è parsa così fallosa!

  2. Premetto che non conosco la sua storia cestistica e mi baso solo su questi hilights, però per essere 220×120 i “piedi” mi sembrano molto buoni, indipendentemente dalla difesa Gala.

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