Fischio finale per Dick Bavetta

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Richard T. (detto “Dick”) Bavetta il 20 Agosto scorso, ha annunciato il suo ritiro dal palcoscenico NBA. Alla veneranda età di 74 anni l’arbitro, tra i più stimati ed apprezzati ha deciso di interrompere la sua gloriosa attività all’interno della lega. Lascia la National Basketball Association al termine di una carriera incredibile: 2635 incontri consecutivi, incluse 270 partite di playoffs, 27 Finals ed anche 3 partecipazioni all’All-Star Game, il tutto in 39 anni di onorato servizio.

Dick Bavetta, nato a Brooklyn ma di chiare origini italiane (suo nonno musicista emigrò dall’Italia per esibirsi a Brooklyn) è avviato alla professione di arbitro su consiglio di suo fratello Joe, già arbitro della ABA. Bavetta dirige i suoi primi incontri nella Wall Streat Legue, per poi avanzare scalare le vette fino alla National Basketball Association. La sua prima gara arbitrata in NBA risale al 2 Dicembre 1975, in un match che vede contrapposti i Chicago Bulls di Jerry Sloan e Rick Adelman ai New York Knicks di Walt Fraizer e Phil Jackson.

Nel corso della sua incredibile carriera come direttore di gara, Bavetta ha attraversato un’epoca, osservando sotto i propri occhi la crescita della Lega e la sua definitiva maturazione. Un anno dopo la sua prima gara NBA diretta, approdano dalla lega ABA quattro franchigie: San Antonio Spurs, Denver Nuggets, Indiana Pacers e New York Nets (divenuta poi New Jersey Nets), per una NBA che quindi annovera 22 squadre.

Ed anche il regolamento arbitrale subisce importanti modifiche durante il periodo di attività di Bavetta: nel 1979 viene introdotta la regola dei 3 punti, mentre agli inizi degli anni ’90 si ricorda l’istituzione della Trent Tucker rule, di cui è doveroso spiegarne la genesi.

E’ il 15 Gennaio 1990 ed è in scena al Madison Square Garden una gara di regular season tra Chicago Bulls e New York Knicks. La parita è molto equilibrata e con 0.1 secondi sul cronometro il risultato è fermo a quota 106. Trent Tucker (la guardia tiratrice dei Knicks) riceve il pallone dalla rimessa e scocca una tripla che porta New York sopra di tre punti. Nonostante le proteste Bulls, la tripla viene convalidata e New York vince la partita. Il giorno dopo la Lega, rivedendo le immagini (all’epoca Bavetta e colleghi non avevano l’instant replay), verifica che il tiro era partito ovviamente a tempo scaduto, e viene quindi istituita la “Trent Tucker rule” che afferma che con 0.3 secondi (o meno) sul cronometro l’unica azione valida può essere un alley-oop oppure un tap-in.

In tempi più recenti (siamo al 2007) si ricorda anche la rissa durante il match arbitrato da Bavetta tra Denver Nuggets e New York Knicks al termine del quale Carmelo Anthony (all’epoca ai Nuggets) subì una pesante squalifica di 15 giornate.

Ma la carriera dell’arbitro Bavetta è anche costellata da alcuni divertenti siparietti, come quello che lo vede protagonista insieme a Charles Barkley in un All-Star Weekend del 2007. Bavetta (67 anni allora) e Barkley (43) si sfidano per un’iniziativa di beneficenza in una gara di sprint sul parquet di Las Vegas. Quella gara ovviamente la vincerà il secondo, ma Bavetta chiuderà con un distacco molto contenuto e con un’escoriazione al ginocchio procurata lanciandosi verso il traguardo nel tentativo di tagliarlo per primo.

Nel corso della sua onorata militanza in NBA Dick Bavetta ha condiviso il parquet con autentiche leggende di ieri e di oggi, da Phil Jackson e Larry Bird, da Michael Jordan a John Stockton e Karl Malone, fino ad arrivare alle star dell’NBA dei tempi moderni come LeBron James, Kobe Bryant, Dirk Nowitzki, Tim Duncan e chi più ne ha, più ne metta.

Oggi il buon Richard potrà giustamente dedicarsi di più alla sua famiglia ed alle attività extracestistiche che in questi anni ha avviato. La sua più grande soddisfazione? Dick non ha dubbi:

Sono molto orgoglioso di tutto quello che ho fatto nella NBA, in particolare di non aver mai saltato una partita alla quale ero stato assegnato. Non potevo chiedere niente di meglio dalla mia carriera“.

Con la netta sensazione di avere tra noi un futuro membro della Hall of Fame, salutiamo il grande arbitro Dick Bavetta, un esempio di professionalità dentro e fuori dal campo, un modello a cui ispirarsi sia se si indossa la divisa di giocatore, sia quella di arbitro.

4 COMMENTS

  1. Piccolino, magrolino, vecchietto tra giovani, arroganti e armadi … due enormi balls … ha portato a squola (ictus per sbam) tutti gli arbitri attualmente nella lega.

  2. Massimo rispetto … 74 primavere e fresco come un cetriolo (rif. F. Buffa). Soprattutto mi ha dato sempre l’idea di non volere mai essere lui il protagonista della partita cercando e accettando sempre il dialogo (quando corretto) con i giocatori. A livello di carisma, tra gli attuali, direi che l’unico ad avvicinarsi è Dan (NON Joe) Crawford.

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