Blatche, Crawford, Raduljica: la Cina è la loro NBA

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Non è un mistero che in Asia e soprattutto in Cina la pallacanestro sia adorata dal pubblico, gli appassionati fanno i salti mortali per seguire le partite NBA e i giocatori americani vengono considerati quasi come delle divinità, oltre ad essere super pagati. A qualcuno addirittura è stata eretta una statua, ovvero a Stephon Marbury, rinato in Oriente dopo la carriera americana con tanti bassi e pochi alti. Il campionato locale gestito dalla CBA attrae sempre più giocatori provenienti dagli USA e, dopo aver accolto assi del calibro di JR Smith e Wilson Chandler al tempo del lockout, ha strappato alla NBA buoni mestieranti come Andray Blatche, Jordan Crawford e Miroslav Raduljica, il ‘Barba’ serbo che ha brillato agli ultimi Mondiali.

I cinesi hanno rotto il salvadanaio per strappare alla NBA sia Crawford, sia Blatche, due free agent che hanno accettato la corte degli Xinjiang Flying Tigers snobbando le offerte per restare negli Stati Uniti. Crawford, libero dopo la fine del contratto con i Golden State Warriors ai quali era arrivato via trade dai Boston Celtics (con cui stava facendo una stagione ottima ed era anche stato votato giocatore della settimana nella Eastern Conferences), ha firmato un accordo annuale da 2 milioni di dollari. E’ andata ancora meglio a Blatche che, reduce da una positiva stagione ai Brooklyn Nets chiusa a 11 punti e 5 rimbalzi di media, ha firmato per 2, 5 milioni di dollari per la prossima stagione con i Tigers.

Blatche, lungo di 27 anni con notevole talento per giocare sia fronte, sia spalle a canestro, ma anche un carattere tutt’altro che semplice e una sinistra capacità di accendere e spegnere, ha flirtato a lungo in estate con Toronto Raptors e New Orleans Pelicans ma l’accordo non è stato trovato. Era stata esclusa in partenza una riconferma ai Brooklyn Nets coi quali pare le storie fossero piuttosto tese come spiega anche il minutaggio ridotto negli ultimi playoffs (da 22 di media a 14). La scelta della Cina sarà stata influenzata, oltre che dai tanti pezzi in verde, anche dalla recente esperienza ai Mondiali giocati con la maglia delle Filippine: l’ex Wizards, con oltre 21 punti e 13 rimbalzi, è stato l’arma totale dei Ghilas che hanno chiuso con una vittoria storica. In ogni caso sia Blatche, sia Crawford, potranno tornare in NBA da marzo, quando si concluderà il campionato in Cina.

Blatche e Crawford sono solo gli ultimi ad essersi trasferiti in Cina. Con loro hanno deciso di accettare la corte dell’ex Celeste Impero anche il serbo Miroslav Raduljica, l’iraniano Hamed Haddadi, l’ucraino Viacheslav Kravtsov e altri giocatori americani come Metta World Peace, Al Harrington, Byron Mullens, Toney Douglas e l’ex liceale Emmanuel Mudiay, senza contare i reduci da esperienze in Eurolega come Acie Law e Jacob Pullen, ex rispettivamente di Olympiacos e Barcellona.

Unica, e non poteva essere altrimenti, la storia riguardante Metta World Peace che ha accettato l’offerta da quasi 1, 5 milioni di dollari dai Sichuan Blue Whales. L’ex Ron Artest, libero dopo la fine dell’esperienza con i New York Knicks, ha deciso inoltre di cambiare ancora nome appositamente per l’esperienza orientale e ha implementato una vera e propria campagna sui social network per diffondere il suo nuovo nomignolo “The Panda’s Friend”, dedicato all’animale simbolo della Cina.

Miroslav Raduljica, tagliato dai Los Angeles Clippers dopo essere arrivato via trade dai Milwaukee Bucks in estate, è stato uno dei migliori della Serbia ai Mondiali tanto da convincere il ct Djordjevic a puntare su di lui e non su Nenad Krstic. Il pivot con barba ha chiuso a 13 punti e 5 rimbalzi di media e al termine del torneo ha deciso di firmare per gli Shandong Bulls per poco meno di 1, 5 milioni di dollari nonostante l’interessamento di 76ers e Spurs per il training camp.

Particolare invece il caso di Emmanuel Mudiay. La guardia texana classe 1996, di origini congolesi, aveva deciso di andare all’università a Southern Methodist da coach Larry Brown ma poi, per motivi ancora del tutto poco chiari, ha preferito scegliere subito la carriera professionistica: il miglior prospetto tra gli esterni dei licei americani ha ufficialmente scelto questa via per aiutare economicamente la famiglia mentre pare che ci siano stati problemi di eleggibilità a livello NCAA a causa del suo reale status di dilettante (potrebbe aver preso soldi illegalmente da qualche sponsor). Fatto sta che Mudiay, in attesa del Draft NBA del prossimo giugno quando dovrebbe essere una lottery pick, giocherà a Guangdong (1, 2 milioni per una stagione) e nel frattempo ha anche firmato per il brand Under Armour un contratto pluriennale.

4 COMMENTS

  1. Vi ricordate una volta, quando fior di professionisti venivano a giocare in Italia (magari anche a fine carriera, ma anche no)?
    Ecco la nuova frontiera dove i soldi non mancano e si viene trattati come imperatori della dinastia dei Ming (non Yao eh?)… a proposito Artest alias MWP alias The Panda’s Friend: GRAZIE DI ESISTERE!!

  2. Quello che non capisco è perchè nessuna squadra NBA abbia cercato di prendere Blatche e Raduljica, che sinceramente non mi sembrano due giocatori così più scarsi di molti altri mestieranti presenti in NBA.

    Vero che probabilmente lo stipendio proposto era più basso. Però è altrettanto vero che questi due sono ancora nel pieno della loro carriera, e andare in Cina significa praticamente dichiarare la resa.

    • Caro Fabio, citando De Gregori “Non c’è niente da capire”. Possiamo guadagnare bene e subito: ECCOCI!! E’ una scelta che possiamo discutere, ma è una scelta che ci può stare.

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