E’ Blake Griffin il vero salvatore dei Clippers

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Anche il variopinto panorama NBA ha i suoi supereroi, impavidi paladini della pallacanestro pronti a salvare i destini della squadra che ne ha richiesto l’ intervento. Houston ad esempio può contare su Dwight Howard (anche se non è proprio quello dei tempi d’oro di Orlando) mentre a downtown Los Angeles (precisamente sulla sponda Clippers) con il Generale CP3 (meglio conosciuto come Chris Paul) appena rientrato dopo un infortunio alla spalla, le speranze di Doc Rivers e soci sono riposte in un certo Blake Griffin, che i panni del supereroe li ha già indossati, e non per giocare a basket.

Ilarità a parte, la franchigia californiana coltiva ambizioni davvero importanti, impensabili prima dell’era A.C. – avanti Chris (Paul) – e dopo le due cocenti eliminazioni ai playoffs patite per mano di San Antonio Spurs e Memphis Grizzlies, la truppa capitanata da Rivers (non esattamente l’ultimo arrivato) è più che pronta a quel salto di qualità che fa rima con Finals NBA.

Tuttavia per dare credito a questi bei propositi servono fatti, numeri e statistiche in grado di avvalorare la tesi.
A detta di molti addetti ai lavori, da un roster che può contare sul miglior asse nord-sud (CP3-Griffin) dell’intera NBA è lecito attendersi qualcosa di più, e se sulle qualità del play di Wake Forest ci siano pochi dubbi, qualche critica non tanto velata è piovuta invece su Griffin, soprattutto nel momento della stagione in cui Los Angeles è stata costretta a fare a meno dei servigi offerti da CP3. Ciò significa che, quando occorre finalizzare una giocata offensiva, maggiori responsabilità inevitabilmente devono essere assunte da BG32 che però al momento, non brilla esattamente per senso della leadership in campo.

Ma prima di impallinare mediaticamente il buon Griffin occorre capire cosa gli viene contestato e perchè. Ragionando per un attimo sui dati statistici del #32 in maglia Clippers vanno innanzitutto segnalati i miglioramenti in punti e rimbalzi portati alla causa, come mostrato nella tabella di seguito riportata:

Statistiche di Blake Griffin

Da questi dati appare evidente che Griffin, pur registrando delle ottime statistiche, non ha di certo monopolizzato la transizione offensiva, si veda la media di tiri tentati, superiore rispetto alla passata stagione (su indicazione di coach Rivers) ma in linea con le medie stagionali. Eppure si potrebbe osare qualcosa di più dato che le statistiche messe insieme dal prodotto di Oklahoma University sono in linea con quelle prodotte da due top ali forti come Kevin Love e LaMarcus Aldridge, come evidenziato dalla prossima tabella:

Blake Griffin a confronto con Kevin Love e LaMarcus Aldridge

In più, osservando la sua struttura fisica, ci si attenderebbe da Blake un attacco al canestro più deciso e continuato, sfruttando lunghe leve e rapidità di base unita alla “discreta” efficacia nel concludere sopra il ferro.
Giusto per avvalorare quanto detto si può osservare (grazie alle rilevazioni di SportVu) come Griffin riesca a coprire in campo una distanza vicina ai 4 km a partita, meglio anche di un mostro di atletismo come LeBron James (cliccare sull’immagine per visualizzarla ingrandita):

Le doti velocistiche di Griffin

Questi dati ci dicono riassumendo che Blake Griffin è un giocatore in grande crescita e che è davvero ad un passo dal fare il definitivo salto di qualità, decisivo per lui e per le sorti dei Clippers. Con Chris Paul prima e ora con anche l’incredibile abilità da ‘players coach’ di Doc Rivers, BG32 pare aver intrapreso la strada giusta per essere un vero All Star, concetto ben diverso dal numero di partecipazioni alla partita delle stelle. E se quelli che prima erano ‘quelli sfigati di LA e dello Staples Center’ vogliono davvero vincere l’anello, non possono prescindere dal contributo della panchina, di Crawford, di Paul, della difesa e di DeAndre Jordan, ma soprattutto dal passo in avanti di Blake Griffin.

2 COMMENTS

  1. Io non ho proprio capito cosa dimostri, ma neppure cosa sostenga sto articolo! Mi pare una serie di autocontraddizioni che non concludono nulla.

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