Serie A: le difficoltà di Varese

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C’è chi dice che il difficile non è tanto arrivare al vertice ma lo è molto di più confermarsi nelle posizioni di vertice. Una frase che sicuramente calza a pennello per la Cimberio Varese, squadra che l’anno scorso ha dominato la regular season del campionato di serie A perdendo in semifinale playoff da Siena in gara 7, oltre che in Supercoppa quest’autunno sempre contro i senesi.

Quest’anno Varese è terz’ultima a pari punti con Montegranaro e Pistoia, reduce dall’ultima sconfitta sul parquet di Caserta, che ha segnato la terza battuta d’arresto di fila, nonchè la settima stagionale, esattamente tante quante raccolte l’anno scorso sempre in regular season; per non parlare dell’Eurocup dove la Cimberio ha chiuso con sole due vittorie su dieci partite ed ampiamente fuori dalla seconda fase. Un’incredibile involuzione quella dei ragazzi di coach Frates: si sapeva che i risultati dell’anno scorso erano praticamente irripetibili visti i grandi cambiamenti dell’estate che hanno portato lontano da Masnago i fautori di quella grande cavalcata, ma di certo non si pensava a un tale tracollo.

Vitucci è tornato ad Avellino, Dunston si è accasato all’Olympiacos mentre Mike Green è andato in Russia, al Khimki; partenze pesanti anche se i nuovi arrivati facevano ben sperare. Purtroppo non è stato così e le motivazioni sono difficili da ricercare perchè la squadra non si può dire che non sia competitiva: sono rimasti capitan Ere, De Nicolao, Polonara e Sakota a cui si sono aggiunti Hassel, Clark e Coleman. Proprio quest’ultimo ha lasciato il posto al redivivo Banks, tornato dopo qualche mese a Varese, ma la sensazione generale è che qualcosa che non va ci sia; soprattutto nella testa dei giocatori, a livello di convinzione, fiducia e sicurezza, perchè guardando le statistiche uno non si immaginerebbe una Varese così in difficoltà, una squadra che è quinta in campionato per percentuale da tre punti e per assist a partita, sesta per punti segnati addirittura seconda squadra con il minor numero di palle perse.

L’impressione è che la squadra non sia amalgata così bene come l’anno scorso e non abbia ancora trovato una sua identità di gioco, qualche giocatore sta rendendo meno del previsto e non c’è un leader in grado di trascinare il gruppo. Eppure i numeri dovrebbero dare alla Cimberio la scossa, perchè se pur essendo in difficoltà riesce a mettere insieme buone cifre, allora basta fare quello scatto, in testa, in termini di convinzione e cattiveria agonistica per ritrovare la via giusta e forse, allora, essere usciti dall’Europa ed avere ora più tempo per lavorare in palestra può essere un bene per Varese per cambiare rotta alla propria stagione.